rivista di febbraio 2000


 

 

Gruppi e Comunità: banca comune di beni spirituali


Aurora di speranza o Gesù
(Dino Foglio)

Lo Spirito Santo, irrompendo nella vita personale, crea un vero capovolgimento di valori, quasi uno spartiacque della propria esistenza, per cui, da quel momento, c'è un“ prima” e un “dopo” della propria esperienza spirituale: «è la libertà che entra nell'intimo con il volto dell'amore»..

Facendo eco a una conferenza di p. Angelo Cencini sul tema "Vita fraterna di comunità" colgo la sua sopracitata espressione, per una breve riflessione dei quasi trent’anni di cammino nel Rinnovamento nello Spirito Santo.

In questa lunga esperienza ho potuto constatare in molti gruppi e comunità un ricco deposito di sapienza spirituale e carismatica, frutto della condivisione fraterna dei doni dello Spirito.

Una sorta di banca comune dei beni spirituali cui tutti hanno contribuito investendo in essa i loro beni e cui tutti possono attingere nelle necessità personali, per camminare assieme più spediti verso il Signore, mano nella mano, formando una sorta di cordata lungo le vette dello Spirito.

In essi, caratteristica è l’aspirazione e il bisogno di vivere insieme i valori del Vangelo, sull’esempio della prima Comunità di Gerusalemme, per costruire nella dimensione comunitaria un’autentica vita spirituale aperta al soffio dello Spirito Santo.

Da qui la necessità di stare insieme davanti a Dio, il vivere insieme l’esperienza caritativa come espressione della fede comune e, ancora, il gioioso e santo scambio di idee, di sentimenti e la condivisione di problemi, in un vissuto legato alle tappe caratteristiche del cammino del Rinnovamento.

Il tutto nella luce di una scelta radicale che ha impresso una convinzione determinante nell’accettazione sincera e operativa della signoria di Gesù che ha cambiato totalmente la propria vita.

Quale il segreto di questa consolante realtà? La preghiera di "effusione" o il "battesimo nello Spirito Santo", come è chiamato a livello internazionale.

Lo Spirito Santo, irrompendo nella vita personale, crea un vero capovolgimento di valori, quasi uno spartiacque della propria esistenza, per cui, da quel momento, c’è un "prima" e un "dopo" della propria esperienza spirituale: è la +libertà che entra nell’intimo con il volto dell’amore*, come affermava P. Coutounier. È una conformazione a Cristo, che è l’unico modello esemplare, vivendo con lui il mistero pasquale, di morte e risurrezione.

Effervescenza straordinaria creata dallo Spirito che non può non contagiare la comunità, vivendo la gioia di stare insieme.

Questo il segreto di ogni gruppo di Rinnovamento dove fratelli "effusionati" creano le condizioni ideali per una vera crescita e trasformazione matura che porta spontaneamente ciascuno al servizio del gruppo e della Chiesa tutta.

Ha voluto essere, questo descritto, una sorta di memoriale per chi ha vissuto in pienezza questa esperienza e, insieme, stimolo per chi intende prepararsi con impegno responsabile e viverla intensamente e, infine, una verifica per quei gruppi che, pur essendo composti di numerosi fratelli che hanno fatto quest’esperienza, partecipano rassegnati a questa spiritualità privi di carismi e dell’entusiasmo caratteristico dei gruppi carismatici.

Sono gruppi destinati a trascinarsi stancamente o addirittura a sciogliersi senza rimpianto, dovendo constatare che la preghiera di effusione non ha portato quel cambiamento radicale caratteristico di chi, preparato seriamente, realizza pienamente per sé e per i fratelli un vero cambiamento di vita.

In questi prossimi mesi molti sono i gruppi che si stanno preparando a questa tappa fondamentale per la vita carismatica.

Mi auguro che i responsabili si facciano carico della responsabilità di non ammassare "fieno o paglia" nei propri gruppi facilitando l’ammissione a questo passo qualificante il cammino dei singoli fratelli, creando l’illusione di interventi straordinari dall’alto, senza una convinzione profonda e una seria preparazione adeguata.

È una sfida per la crescita dei gruppi di appartenenza e per le persone interessate: è una sfida dei "pastorali" chiamati ad assicurare la vita robusta dei propri gruppi, pena il fallimento o la morte lenta e ingloriosa, con gravi responsabilità davanti a Dio e alla Chiesa, oltre la delusione dei fratelli interessati.

Forse è necessario, a questo riguardo, un coraggioso ritorno alle origini, fieri di continuare sul solco tracciato dallo Spirito e non tanto dalle scelte umane di comodo.

Questa la mia profezia di anziano ottimista: ci sia una gara da parte di tutti perché la "banca comune dei beni spirituali" di ogni gruppo possa essere arricchita da nuovi preziosi investimenti che allontanino l’ipotesi di un futuro di crisi preoccupante o addirittura fallimentare.