Riscoprire
il senso della povertà evangelica e della sobrietà
di vita, riflettere sull'uso del denaro che, come credenti, facciamo
quotidianamente, sono linee guida di un incontro nazionale che
il ministero per la formazione sociale sta organizzando. Lucia
Alessandrini responsabile di tale ministero, ci raconta come si
è concretizzata l'idea di programmare l'interessante incontro
e come il Signore abbia partecipato alla scelta del tema.
Abbiamo
iniziato in bellezza il 2000: il 3 e 4 gennaio a Roma léquipe
nazionale del ministero per la formazione allimpegno sociale
ha avuto il suo incontro di programmazione dellattività
di questanno. A motivo della partecipazione agli eventi
giubilari, lestate prossima sono sospesi i corsi di formazione,
ma potevamo lasciar passare un anno senza nemmeno una occasione
di incontro, di scambio?
Ne
abbiamo parlato allultima Conferenza animatori con il Coordinatore
nazionale, che ci ha suggerito di organizzare un incontro breve,
fuori del periodo estivo. Fissata quindi la data a fine maggio,
si trattava a questo punto di scegliere il tema, per poi individuare
i possibili relatori.
Temi
sociali di grande attualità non ne mancano certo: e quelli
scelti negli anni scorsi (per esempio l'ultimo, la bioetica e
il diritto alla vita) si sono poi sempre rivelati temi centrali.
Ognuno di noi ha proposto e discusso dei titoli: si spaziava dal
problema del lavoro alla pena di morte, dalla globalizzazione
allidea di persona nell'antropologia cristiana, ma quale
ci indicava il Signore per i fratelli del RnS?
Dopo
un periodo di discussione, abbiamo lasciato tutto sul tavolo,
per riprenderlo nel pomeriggio.
Prima
di pranzo, durante la preghiera, il Signore ci ha donato due brani
biblici [Michea 6, 9-15 e il Salmo 15 (14)] che non avevano attinenza
con la preghiera, ma si richiamavano a vicenda, come il negativo
e il positivo di una stessa figura.
Parlavano
di giustizia e di ingiustizia, di bilance falsate, di ricchezze
ingiuste, o invece di persone che non fanno usura e non accettano
"bustarelle". Abbiamo capito che questa parola non era
solo per noi: il Signore ci chiedeva di denunciare, come sentinelle,
situazioni di ingiustizia che forse per abitudine non vediamo
più.
La
riscoperta dei valori dimenticati
Quando
abbiamo ripreso il confronto e la discussione, a poco a poco ci
si è chiarito il tema e i contenuti portanti del convegno:
una riflessione critica sulluso che noi (e non altri!) facciamo
del denaro, delle ricchezze (anche di tempo, di talenti), un interrogarsi
rispetto alla denuncia dell'ingiustizia che la Bibbia ci propone
cosi spesso nei libri profetici, un cercare di riscoprire il vero
senso della povertà evangelica, della sobrietà di
vita che anche i nostri vescovi hanno richiamato nelle conclusioni
del recente Sinodo per l'Europa.
È
stato un momento molto intenso, in cui ci siamo sentiti sentinelle
per i fratelli del RnS, depositari di un messaggio che siamo impegnati
a trasmettere, ad approfondire, a vivere. Due quadri evangelici
possono sintetizzare il tema: da un lato il ricco stolto (Lc 12,
16-20), che pensa solo ad allargare i suoi granai, e dall'altro
la povera vedova (Lc 21, 1-4), che ripone tutta la sua fiducia
nella Provvidenza.
Nell'incontro
di Roma abbiamo dato anche ampio spazio alla condivisione, poiché
molti di noi delléquipe sono stati impegnati lanno
scorso come rappresentanti del RnS in importanti appuntamenti
ecclesiali in campo sociale, culturale, delle comunicazioni, o
si stanno impegnando nellopera di coordinamento fra le associazioni
laicali.
Il
narrare e ascoltare le esperienze ha significato per noi, in piccolo,
qualcosa che i discepoli hanno vissuto al tempo dell'inizio della
missione, come è riportato nel libro degli Atti.
È
il momento in cui si può superare quel senso di inadeguatezza
e di solitudine che si prova nel dover rappresentare il RnS in
luoghi importanti: come posso io parlare "a nome" del
popolo del RnS? E quale contributo possiamo portare in questi
luoghi di riflessione? Nel confronto fra noi è emerso che
per tutti sono state esperienze belle, che ci hanno fatto vedere
da un lato quanto la Chiesa è ricca di carismi, di talenti,
di professionalità e di sapienza, e dall'altro come in
questi ultimi anni lo Spirito ha quasi "seminato" il
RnS dentro tanti ambiti della Chiesa.
E
una paura, anche: saremo capaci di lasciarci seminare dallo Spirito,
che come il vento «ne senti la voce, ma non sai di dove
viene e dove va» (Gv 3, 8a)? E in questa semina, qual è
il compito del ministero per la formazione all'impegno sociale?
"Evangelizzazione
e testimonianza della carità" si intitolava uno dei
documenti pastorali dei nostri vescovi: evangelizzazione è
un nome familiare a noi del RnS; testimonianza della carità
è precisamente ciò che noi intendiamo come impegno
sociale.
Nuovi
testimoni di carità
Uno
dei nostri compiti potrebbe essere quello di riflettere su quale
sia il modo peculiare del RnS di coniugare queste due missioni
"ad extra".
Come
abbiamo constatato che il Signore ci ha donato forme originali
di evangelizzazione, carismi specifici di preghiera e di profezia,
possiamo dire che ci ha dato anche un modo "nuovo" di
testimoniare la carità?
Se
è cosi, dobbiamo capirlo e approfondirlo, per poter trafficare
anche questo talento.
Ci
incontriamo quindi anche per fare questo discernimento, per mettere
a confronto come il Signore ci fa vivere da rinnovati la nostra
professione, l'impegno civile, la scuola, la cultura, la famiglia,
tutte le realtà che sono il campo di azione dei laici.
Aiutati e sostenuti dalla condivisione con i fratelli, potremo
allora rispondere anche noi allinvito del Signore come fece
il profeta Isaia: «Eccomi, manda me!» (Is 6, 8).