rivista di febbraio 2000


 

 

Denaro e coscienza cristiana


Vita del Rinnovamentoo Gesù
(Lucia Alessandrini)

Riscoprire il senso della povertà evangelica e della sobrietà di vita, riflettere sull'uso del denaro che, come credenti, facciamo quotidianamente, sono linee guida di un incontro nazionale che il ministero per la formazione sociale sta organizzando. Lucia Alessandrini responsabile di tale ministero, ci raconta come si è concretizzata l'idea di programmare l'interessante incontro e come il Signore abbia partecipato alla scelta del tema.

Abbiamo iniziato in bellezza il 2000: il 3 e 4 gennaio a Roma l’équipe nazionale del ministero per la formazione all’impegno sociale ha avuto il suo incontro di programmazione dell’attività di quest’anno. A motivo della partecipazione agli eventi giubilari, l’estate prossima sono sospesi i corsi di formazione, ma potevamo lasciar passare un anno senza nemmeno una occasione di incontro, di scambio?

Ne abbiamo parlato all’ultima Conferenza animatori con il Coordinatore nazionale, che ci ha suggerito di organizzare un incontro breve, fuori del periodo estivo. Fissata quindi la data a fine maggio, si trattava a questo punto di scegliere il tema, per poi individuare i possibili relatori.

Temi sociali di grande attualità non ne mancano certo: e quelli scelti negli anni scorsi (per esempio l'ultimo, la bioetica e il diritto alla vita) si sono poi sempre rivelati temi centrali. Ognuno di noi ha proposto e discusso dei titoli: si spaziava dal problema del lavoro alla pena di morte, dalla globalizzazione all’idea di persona nell'antropologia cristiana, ma quale ci indicava il Signore per i fratelli del RnS?

Dopo un periodo di discussione, abbiamo lasciato tutto sul tavolo, per riprenderlo nel pomeriggio.

Prima di pranzo, durante la preghiera, il Signore ci ha donato due brani biblici [Michea 6, 9-15 e il Salmo 15 (14)] che non avevano attinenza con la preghiera, ma si richiamavano a vicenda, come il negativo e il positivo di una stessa figura.

Parlavano di giustizia e di ingiustizia, di bilance falsate, di ricchezze ingiuste, o invece di persone che non fanno usura e non accettano "bustarelle". Abbiamo capito che questa parola non era solo per noi: il Signore ci chiedeva di denunciare, come sentinelle, situazioni di ingiustizia che forse per abitudine non vediamo più.

La riscoperta dei valori dimenticati
Quando abbiamo ripreso il confronto e la discussione, a poco a poco ci si è chiarito il tema e i contenuti portanti del convegno: una riflessione critica sull’uso che noi (e non altri!) facciamo del denaro, delle ricchezze (anche di tempo, di talenti), un interrogarsi rispetto alla denuncia dell'ingiustizia che la Bibbia ci propone cosi spesso nei libri profetici, un cercare di riscoprire il vero senso della povertà evangelica, della sobrietà di vita che anche i nostri vescovi hanno richiamato nelle conclusioni del recente Sinodo per l'Europa.

È stato un momento molto intenso, in cui ci siamo sentiti sentinelle per i fratelli del RnS, depositari di un messaggio che siamo impegnati a trasmettere, ad approfondire, a vivere. Due quadri evangelici possono sintetizzare il tema: da un lato il ricco stolto (Lc 12, 16-20), che pensa solo ad allargare i suoi granai, e dall'altro la povera vedova (Lc 21, 1-4), che ripone tutta la sua fiducia nella Provvidenza.

Nell'incontro di Roma abbiamo dato anche ampio spazio alla condivisione, poiché molti di noi dell’équipe sono stati impegnati l’anno scorso come rappresentanti del RnS in importanti appuntamenti ecclesiali in campo sociale, culturale, delle comunicazioni, o si stanno impegnando nell’opera di coordinamento fra le associazioni laicali.

Il narrare e ascoltare le esperienze ha significato per noi, in piccolo, qualcosa che i discepoli hanno vissuto al tempo dell'inizio della missione, come è riportato nel libro degli Atti.

È il momento in cui si può superare quel senso di inadeguatezza e di solitudine che si prova nel dover rappresentare il RnS in luoghi importanti: come posso io parlare "a nome" del popolo del RnS? E quale contributo possiamo portare in questi luoghi di riflessione? Nel confronto fra noi è emerso che per tutti sono state esperienze belle, che ci hanno fatto vedere da un lato quanto la Chiesa è ricca di carismi, di talenti, di professionalità e di sapienza, e dall'altro come in questi ultimi anni lo Spirito ha quasi "seminato" il RnS dentro tanti ambiti della Chiesa.

E una paura, anche: saremo capaci di lasciarci seminare dallo Spirito, che come il vento «ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va» (Gv 3, 8a)? E in questa semina, qual è il compito del ministero per la formazione all'impegno sociale?

"Evangelizzazione e testimonianza della carità" si intitolava uno dei documenti pastorali dei nostri vescovi: evangelizzazione è un nome familiare a noi del RnS; testimonianza della carità è precisamente ciò che noi intendiamo come impegno sociale.

“Nuovi ” testimoni di carità
Uno dei nostri compiti potrebbe essere quello di riflettere su quale sia il modo peculiare del RnS di coniugare queste due missioni "ad extra".

Come abbiamo constatato che il Signore ci ha donato forme originali di evangelizzazione, carismi specifici di preghiera e di profezia, possiamo dire che ci ha dato anche un modo "nuovo" di testimoniare la carità?

Se è cosi, dobbiamo capirlo e approfondirlo, per poter trafficare anche questo talento.

Ci incontriamo quindi anche per fare questo discernimento, per mettere a confronto come il Signore ci fa vivere da rinnovati la nostra professione, l'impegno civile, la scuola, la cultura, la famiglia, tutte le realtà che sono il campo di azione dei laici. Aiutati e sostenuti dalla condivisione con i fratelli, potremo allora rispondere anche noi all’invito del Signore come fece il profeta Isaia: «Eccomi, manda me!» (Is 6, 8).