Il
desiderio inappagato di un figlio porta un numero sempre maggiore
di coppie ad affidarsi a tecniche riproduttive artificiali. Sembra
che la sterilità - maschile e femminile - sia destinata
ad essere vinta, ma il concepimento di una vita in laboratorio,
in pratica, che cosa comporta? su questo tema delicato e controverso
don MarioCascone ci offre numerosi spunti di riflessione alla
luce della Parola.
Il vecchio sogno delluomo di produrre
la vita umana in laboratorio oggi è largamente attuato.
Attraverso la fecondazione artificiale o procreazione medicalmente
assistita, come eufemisticamente alcuni preferiscono chiamarla,
è infatti possibile ottenere degli embrioni umani in provetta,
che poi vengono trasferiti in utero. La sigla che designa tali
procedimenti è FIVET, che letteralmente vuol dire fecondazione
in vitro embryo transfer. In che cosa consiste praticamente?
Vengono prelevati dalla donna alcuni ovuli (in media quattro o
cinque), dopo aver trattato farmacologicamente la donna stessa,
in modo da ottenere unovulazione multipla; viene altresì
prelevato il seme maschile, circa unora prima della fertilizzazione;
entrambi i gameti, dopo essere stati adeguatamente trattati,
vengono messi in provetta, dove avviene la fecondazione di tutti
quanti gli ovuli: quando gli embrioni così ottenuti hanno
raggiunto uno sviluppo adeguato, uno di essi viene trasferito
in utero, dove inizia il normale processo di gestazione, che potrebbe
concludersi con la nascita, cosa che accade oggi con una percentuale
di successo ancora abbastanza bassa. Gli altri embrioni soprannumerari
vengono congelati, in modo da poter essere utilizzati per successivi
impianti, ovvero vengono distrutti o utilizzati per sperimentazioni.
La FIVET viene chiamata omologa quando si utilizzano
i gameti dei due coniugi, è invece eterologa
allorché si utilizza il gamete di un donatore: la fecondazione
artificiale, infatti, può avvenire col seme del marito
e lovulo di una donatrice, oppure al contrario col seme
di un donatore e lovulo della moglie. In certi casi si utilizzano
entrambi i gameti di donatori per poi impiantare lembrione
nellutero della donna che desidera avere un figlio, in altri
casi vengono utilizzati i gameti dei coniugi, ma lembrione
ottenuto in vitro viene poi impiantato nellutero di unaltra
donna, che si impegna a portare avanti la gravidanza e a consegnare
poi il bambino ai genitori genetici: si parla in questo caso di
utero surrogato o utero in affitto. Il ricorso
alla FIVET eterologa è molto frequente, perché parecchie
donne hanno difficoltà tubariche o addirittura sono prive
di ovulazione. Si ricorre a questa metodica anche per sterilità
maschile, ossia per incapacità del seme del marito a fecondare
lovulo, a causa dellinsufficiente numero di spermatozoi
o della loro scarsa mobilità. Ci sono oggi molte banche
del seme, dove si può scegliere quello più
adatto o quello geneticamente preferito: in America cè
anche una banca del seme dei premi Nobel, che garantisce una FIVET
eterologa di qualitàÉ
Una
tecnica inaccettabile
é chiaro che la fecondazione eterologa non ha alcuna giustificazione
morale, in quanto non è accettabile la scissione tra parentalità
genetica, gestazionale e educativo-legale. Il bambino ottenuto
in questo modo potrebbe arrivare ad avere fino a tre coppie di
genitori ovvero potrebbe non conoscere mai i suoi genitori genetici.
Attraverso questo procedimento, poi, si può dare adito
a casi di vera e propria intemperanza, come quello di far avere
un figlio a una coppia di omosessuali o di far gestire la gravidanza
alla mamma della mamma genetica, la quale viene a essere così
contemporaneamente nonna e mamma del nascituro. é anche possibile
che una donna single ottenga un figlio, lasciandosi
inseminare col seme di un donatore. Tutti comprendono quanto sia
dannoso per il bambino non poter contare su entrambe le figure
genitoriali o comunque su una coppia di genitori stabili, che
possano educarlo attraverso la contemporanea azione dellamore
paterno e materno.
Vite
a perdere
Anche il ricorso alla FIVET omologa è moralmente inaccettabile,
perché, pur non contenendo i gravi risvolti della fecondazione
eterologa, si carica di pesanti interrogativi etici. Anzitutto
va considerato lo spreco dei cosiddetti embrioni
soprannumerari, dal momento che, almeno allo stato attuale
della ricerca, si fecondano sempre alcuni ovuli, di cui solo uno,
nel migliore dei casi, arriverà a nascere. Considerando
ogni embrione umano un soggetto personale, a cui si deve il massimo
rispetto fino dal suo concepimento, non è moralmente accettabile
che se ne producano in sovrannumero e che non vengano poi impiantati
nellutero. Alle argomentazioni filosofiche e scientifiche
sullidentità dellembrione (vedi numero di dicembre,
n.d.r.), luomo di fede aggiunge il dato della Rivelazione
biblica, che gli impone la massima tutela di ogni essere umano
concepito. Fra i tanti testi che potrebbero essere citati a questo
riguardo, due sono particolarmente chiari e suggestivi: "Prima
di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi
alla luce, ti avevo consacrato" (Ger 1, 5); "Sei tu che hai creato
le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Non ti
erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto,
intessuto nelle profondità della terra" (Sal 139, 13.15).
Trasmettere
o produrre la vita?
Il ricorso alla parola di Dio ci offre la chiave di lettura più
adeguata del problema morale sollevato dalla FIVET, sia essa omologa
o eterologa. I procedimenti di fecondazione artificiale trovano
la radice della loro illiceità nella pretesa di estromettere
Dio dal fatto procreativo ritenendo che solo luomo sia il
padrone della vita, larbitro assoluto in grado di scegliere
se, come e quando volere o non volere la vita. La FIVET infatti
non segue la logica della donazione, ma quella della
produzione, in quanto il figlio non viene ottenuto
mediante il reciproco donarsi dei coniugi, ma attraverso la sua
produzione in laboratorio da parte delléquipe
medica la quale pone gli atti determinanti in ordine alla fecondazione:
prelievo dei gameti, loro trattamento, inserimento in provetta,
trasferimento dellembrione nellutero. é proprio questo
modo di procedere che suscita gli interrogativi di fondo del problema
che stiamo affrontando: luomo è creatore
o solo pro-creatore? Luomo è padrone o
solo amministratore della vita umana? La vita umana è un
dono di Dio o un nuovo prodotto delluomo? Il desiderio,
in sé legittimo, di avere un figlio non abilita i coniugi
a ottenerlo in ogni modo e a tutti i costi. Non basta infatti
coltivare questo nobilissimo desiderio, che certo rappresenta
il coronamento della vita matrimoniale. Bisogna anche utilizzare
i mezzi moralmente leciti e naturalmente idonei, a meno che non
si voglia argomentare che il fine giustifica i mezziÉ Lo stesso
ricorso alla scienza medica non può configurarsi come sostitutivo
dellatto coniugale, ma solo come un aiuto che, in alcuni
casi, è in grado di rimuovere talune cause di sterilità,
mediante terapie farmacologiche o adeguati interventi chirurgici.
Generati
nellamore
I coniugi devono rimanere i protagonisti della procreazione. Essi
possono essere scelti da Dio, nella sovranità del suo amore,
come collaboratori capaci di trasmettere la vita a
un altro essere umano, configurandosi sempre e solo come pro-creatori,
che agiscono in collaborazione con lunico Creatore e Signore
della vita. Nessuno ha di per sé il diritto al figlio
come qualcosa di assoluto, specialmente quando esso cozza contro
il diritto del figlio a essere concepito in modo veramente
umano, da genitori che siano a un tempo genetici, gestazionali
e legali. Chiaramente siamo chiamati a comprendere la sofferenza
delle persone sterili, che spesso vivono come un vero e proprio
dramma il fatto di non poter avere un figlio. La solidarietà
verso di essi, però, non può muoversi sul terreno
di un pietismo emotivistico né su quello di un pesante
snaturamento dellatto procreativo. La comprensione e laiuto
nei confronti di queste persone saranno validi nella misura in
cui procederanno sul terreno della verità, giacché
senza verità non cè amore. Questimpegno
di verità si concretizza anzitutto nella ricerca delle
cause che oggi stanno facendo aumentare la sterilità. Fra
di esse sono da annoverare anche linquinamento ambientale
e la pratica, sempre più diffusa, di una sessualità
consumistica e contraccettata. Il che ci convince che
la lotta alla sterilità non può avvenire solo sul
piano medico, ma deve attuarsi anche attraverso una sana educazione
sessuale e unadeguata tutela dellambiente, che ci
insegni a essere ecologici e rispettosi della natura
in ogni campo, anche in quello delle sorgenti della vita. I coniugi
cristiani che soffrono il problema della sterilità e non
possono risolverlo con mezzi moralmente leciti, possono unire
questa sofferenza alla croce di Gesù e trasformarla in
fecondità damore, che si può esprimere in
diverse forme: affidamento, adozione, aiuto a bambini poveri o
disabili, sostegno a famiglie in difficoltà.