Nella
Tertio Millennio Adveniente il Santo Padre Giovanni Paolo II ha
sottolineato come il rapporto Maria - Chiesa, a partire dall'effusione
pentecostale dello Spirito, sia un punto fermo per il Giubileo.
Per entrare nel giubileo dell'Anno Santo bisogna attingere alla
fede di Maria e con lei camminare verso Gesù. Solo chi
si lascia guidare da Maria - e cammina esultando nel Magnificat
verso la "Porta", Gesù salvatore
- potrà portare Gesù
all'umanità del Terzo Millennio che attende, come Elisabetta,
di essere" visitata' da una nuova generazione di credenti.
L'anno
che sta per iniziare è anno giubilare. Perché i
cristiani sono invitati a "giubilare? La risposta è già
inscritta nella bimillenaria storia della Chiesa: essa gioisce
per la salvezza, incita tutti alla gioia e si sforza di creare
le condizioni affinché le energie salvifiche possano essere
comunicate a ciascun uomo, chiamato dal Padre a godere della gioia
vera, della gioia piena. (cf "Tertio millennio adveniente", nn.
45;16). Giovanni Paolo II, il 30 maggio del 1998, in occasione
della vigilia di Pentecoste con i movimenti ecclesiali, gridava:
"Questo è il giorno fatto dal Signore, rallegriamoci ed
esultiamo in esso!", richiamando in questo modo il giorno annunciato
dal profeta Gioele, giorno che manifesta la volontà di
Dio sull'umanità intera: "Io effonderò il mio Spirito
sopra ogni persona" (Gl 3,1). Tra gli impegni primari della preparazione
al Giubileo il Santo Padre ha sottolineato proprio la riscoperta
della presenza e dell'azione dello Spirito Santo: non è
possibile festeggiare il duemillessimo compleanno di Gesù
senza la gioia dello Spirito, senza l'annunzio gioioso dell'angelo
a Maria che proprio lo Spirito portò a compimento. Esiste,
così, un legame profondo, misterioso, indissolubile tra
lo Spirito Santo, Pentecoste, Maria e la Chiesa; legame su cui
abbiamo riflettuto in modo particolare in occasione del Santo
Natale che è anche il frutto della "prima grande Pentecoste
cristiana", la Pentecoste di Maria. C'è già nel
mistero dell'incarnazione, un forte ed indissolubile profilo pneumatologico:
pertanto non sarà vero Giubileo se non a partire dallo
Spirito Santo e dall'opera da Lui compiuta in Maria. Con il Concilio
Vaticano II la riflessione teologica ha avuto un movimento per
così dire contrario: non più da Maria alla Chiesa,
ma dalla Chiesa a Maria. Una Chiesa che si riscopre animata e
mossa dallo Spirito cerca spontaneamente il proprio modello in
Maria. Il rapporto "Maria - Spirito Santo" è, allora, paradigmatico,
riflette in miniatura l'opera che lo Spirito Santo compie nei
confronti della Chiesa tutta e nel cuore di ogni credente.
Maria,
humus dello Spirito
Maria è la vergine che vive totalmente in ascolto di Dio,
è umile in quanto "humus", cioè terra privilegiata
dell'avvento del Salvatore, terra resa feconda dallo Spirito.
Maria è anche madre, in cui il silenzio si è fatto
parola, la gratitudine si è fatta gratuità, la verginità
è divenuta maternità. Una maternità segnata
dal delicato pudore di una giovane donna, dalla tenerezza del
dono della dimenticanza di sé; tratti, questi, caratteristici
della femminilità di Maria. Ben li comprese l'autore dell'icona
della déesis, dove, con le braccia aperte, Maria, al tempo
stesso, accoglie e dona l'amore di Dio. Così è anche
per noi, desiderosi di "ricevere" in questo Anno giubilare, ogni
giorno, un nuovo Natale, che veda il nostro grembo pronto a generare
Gesù; così è anche per noi, quando siamo
disposti a farci "dono donato" ad ogni uomo e non "dono mancato"
per la triste concupiscenza del nostro io. Abbiamo da poco festeggiato
la nascita del Salvatore. Il tempo in cui si colloca tale evento
è tempo di annuncio: ogni Natale, per essere nuovo, per
essere santo, deve essere preceduto da un annuncio nuovo, capace
di stupire, di generare letizia. Questo realizza lo Spirito, al
tempo di Maria come oggi; questo desideriamo che lo Spirito realizzi
nei nostri cuori come effetto visibile del Natale appena trascorso.
Vorrei qui ricordare due annunciazioni "storiche", evangeliche,
legate alla presenza di Maria in cui è lo Spirito ad agire.
Lo
Spirito nella Casa di Nazareth
La prima. L'Angelo dice a Maria: "Lo Spirito Santo scenderà
su di te, su di te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo"
(Lc 1,35). Il fiat di Maria all'angelo racchiude il fiat della
Chiesa tutta, di ieri, di oggi, di sempre. E' un fiat che non
ammette posa, che non dà di godere del privilegio ricevuto;
è un fiat che reclama dinamismo, il dinamismo della fede,
il dinamismo di un dono ricevuto (Pentecoste di Maria) che attende
subito di essere trasmesso (Missione evangelizzatrice). Ecco,
infatti, Maria partire in fretta - è il passo di Maria
e di ogni credente che non sa contenere la gioia - e recarsi dalla
cugina Elisabetta: urge testimoniare l'avvento di Gesù.
Maria, docile allo Spirito, ci insegna l'obbedienza della fede,
che spera oltre ogni attesa, che crede oltre ogni ragionevole
ragione.
Lo
Spirito nella Casa di Gerusalemme
La seconda annunciazione. Qui è Gesù risorto protagonista.
Egli usa la stessa espressione dell'Angelo rivolgendosi agli apostoli
prima di ascendere al Padre: "Avrete potenza dallo Spirito che
scenderà su di voi e mi sarete testimoni" (At 1,8). La
voce di Gesù rompe il silenzio carico di incertezze degli
apostoli riuniti nel Cenacolo; lì è anche Maria,
lì, nell'attesa che si realizzi la promessa di Gesù,
un solo fiat risuona: il fiat di Maria. Gli apostoli invocano
trepidanti ciò che Maria, primizia tra i credenti, ha già
ricevuto e reso manifesto, lo Spirito Santo; gli apostoli hanno
la Parola di Gesù in cui credere, ma attendono "parole"
dallo Spirito per far credere il mondo: allora anche loro diranno
il fiat che segnerà l'avvento della Chiesa fino ai confini
del mondo. Ma intanto Maria, ha già risposto per loro e
per tutti noi: così prima del fiat degli apostoli, che
genera la Chiesa corpo di mistico di Cristo, c'è il fiat
di Maria che genera il Cristo Uomo. Il cuore di Maria, già
lì nel Cenacolo, è abitato dal divino Sposo, lo
Spirito Santo, dono del Risorto agli apostoli e ad ogni credente;
l'esperienza privilegiata di Maria diviene adesso l'esperienza
degli apostoli, l'esperienza di ogni uomo.
Nazareth,
Gerusalemme: Cenacoli di preghiera
La stanza della Casa di Maria e la stanza al primo piano della
Casa di Gerusalemme sono Cenacoli di preghiera dove lo Spirito
si compiace di dimorare ed operare. Maria aiuta i credenti a costruire
nel loro cuore il "cenacolo interiore" dove lo Spirito può
sempre essere invocato, atteso, ospitato. Perché il prodigio
della Pentecoste possa essere una realtà perenne, permanente
nella Chiesa, bisogna ricostruire il Cenacolo e non trascurare
di invitare Maria nella preghiera. Maria ci insegna che non c'è
condizione più felice nell'esistenza dell'uomo di quella
che ci fa diventare, a partire da una intensa vita di preghiera,
una solida dimora di Dio. Come Maria, il RnS deve sentirsi scelto
da Dio a diventare nella Chiesa e per la Chiesa la Casa, il Cenacolo
di preghiera dove si attinge pensiero, parola, forza per essere
testimonianza assidua di vita nuova, a partire proprio dalla vita
di preghiera.
Giubileo,
peregrinazione "mariana"
dei credenti Accade che anche gli apostoli, dopo la Pentecoste,
escono in fretta dal Cenacolo e iniziano, con Maria, a "parlare
in altre lingue, come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi"
(At 2,4). I cristiani muti di questo tempo o capaci di parlare
solo i linguaggi confusi del mondo, sono invitati a lasciarsi
guidare da Maria, maestra di vita nuova e mediatrice di ogni nuovo
Natale di Gesù apportatore di giubilo; a parlare e a far
parlare le "lingue dello Spirito", il linguaggio spirituale che
è dato a chi, come Maria, dallo Spirito si lascia plasmare.
Nella Chiesa Maria è modello di peregrinazione della fede,
modello che i credenti, a livello personale e comunitario, sono
chiamati a seguire. Per vivere il Giubileo è fondamentale
attingere alla fede di Maria: la Madre educa i figli all'ascolto
e all'obbedienza della fede, causa di vera e imperitura gioia.
In occasione di questo Anno Santo ciascuno di noi non si stanchi
di rinnovare, nel "modello mariano" di collaborazione e di docilità
allo Spirito, il proprio fiat.