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Discorsi
storici di Paolo VI al Rinnovamento nello Spirito Santo
*
Discorso ai rappresentanti
della II Conferenza Internazionale dei leader del Rinnovamento Carismatico
Cattolico, 10 ottobre 1973
* Discorso ai partecipanti
al III Congresso Internazionale del Rinnovamento Carismatico Cattolico,
Basilica Vaticana, Pentecoste 1975
Discorsi
storici di Giovanni Paolo II al Rinnovamento nello Spirito Santo
*
Udienza
ai gruppi italiani del RnS, Aula Paolo VI, 23 novembre 1980
*
Discorso
ai partecipanti alla IV Conferenza Internazionale dei leader del Rinnovamento
Carismatico Cattolico, giardini Vaticani, 7 maggio 1981.
*
Discorso
ai partecipanti alla V Conferenza Internazionale dei eader
del Rinnovamento Carismatico Cattolico, Roma 30 aprile 1984.
* Discorso
in occasione della II Udienza ai gruppi italiani del RnS, Basilica
S; PIetro, 17 novembre 1986.
La
voce dei Vescovi
*
Leo
Jozef Suenens, testo tratto da: Ecumenismo e Rinnovamento Carismatico.
Orientamenti Teologici
e Pastorali, secondo "Documento di Malines"
*
Omelia di S.E.R. il card. C.M. Martini nella celebrazione eucaristica
di apertura per la XI Convocazione Nazionale del RnS [Rimini 22 aprile
1988], in Rinnovamento nello Spirito Santo, luglio/agosto 1988).

(Paolo
VI, Discorso ai rappresentanti della II Conferenza Internazionale
dei Leader
del Rinnovamento Carismatico Cattolico, 10 ottobre
1973,
in Insegnamenti di Paolo VI, Città
del Vaticano, Volume XI, 1973, 971s).
"Ci
rallegriamo con voi, cari amici, del rinnovamento di vita spirituale
che si manifesta oggi nella Chiesa, sotto forme differenti e in
ambienti diversi [...]. In tutto questo possiamo riconoscere l'opera
misteriosa e discreta dello Spirito, che è l'anima della
Chiesa [...]".
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(Paolo VI, Discorso
ai partecipanti al III Congresso Internazionale del Rinnovamento
Carismatico Cattolico, Basilica Vaticana, Pentecoste 1975. Cfr.
testo francese in
Insegnamenti di Paolo VI, Città del Vaticano,
Vol. XIII, 1975, 536-542).
"Cari
figli e figlie, in quest'Anno Santo avete scelto la città
di Roma per celebrare il vostro III Congresso Internazionale;
ci avete chiesto di incontrarvi oggi e di rivolgervi alcune
parole; con questo avete voluto indicare il vostro attaccamento
alla Chiesa istituita da Gesù Cristo e a ciò che
per voi rappresenta questa sede di Pietro. Questa preoccupazione
di situarvi in modo giusto nella Chiesa è un segno autentico
dell'azione dello Spirito Santo [...]. Nell'ottobre scorso dicevamo
ad alcuni di voi che la Chiesa e il mondo hanno bisogno più
che mai che il prodigio di Pentecoste continui nella storia(1).
[...] Come potrebbe questo rinnovamento spirituale
non essere una chance per la Chiesa e per il mondo? [...]
Abbiamo dimenticato lo Spirito Santo? No, certo! Noi lo vogliamo,
lo onoriamo, lo amiamo, lo invochiamo; e voi con la vostra devozione,
il vostro fervore, voi volete vivere nello Spirito. Questo deve
essere un rinnovamento. Deve ringiovanire il mondo,
deve ridare una spiritualità, un'anima, un pensiero religioso
al mondo, deve riaprire le sue labbra chiuse alla preghiera
e aprire al canto, alla gioia, all'inno, alla testimonianza
e sarà veramente una grande fortuna per il nostro tempo,
per i nostri fratelli, che ci sia tutta una generazione di giovani
che grida al mondo le glorie e le grandezze di Dio nella Pentecoste".
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(Giovanni Paolo
II, Udienza ai gruppi italiani del Rinnovamento nello
Spirito Santo,
Aula Paolo VI, 23 novembre 1980, in Alleluja n. 6, novembre/dicembre
1980).
"Grazie,
innanzi tutto, di questa gioiosa visita e, in particolare, delle
preghiere che avete rivolto al Signore per me e per le responsabilità
del mio servizio pastorale. Vi dirò con San Paolo che
avevo un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche
dono spirituale perché ne siate fortificati o, meglio,
per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo
in comune, voi ed io (Rm 1,11-12). Stamani ho la gioia
di incontrarmi con questa vostra assemblea, in cui vedo giovani,
adulti, anziani, uomini e donne, solidali nella progressione
della stessa fede, sorretti dall'anelito di una medesima speranza,
stretti insieme dai vincoli di quella carità che è
stata riversata nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo
che ci è stato dato (cfr. Rm 5,5). A questa effusione
dello Spirito noi sappiamo di essere debitori di una esperienza
sempre più profonda della presenza di Cristo, grazie
alla quale possiamo ogni giorno crescere nella conoscenza amorosa
del Padre. Giustamente, pertanto, il vostro movimento presta
particolare attenzione all'azione, misteriosa ma reale, che
la terza Persona della Santissima Trinità svolge nella
vita del cristiano [...]. [Cristo] ha affidato allo Spirito
Santo la missione di portare a compimento la nuova creazione,
a cui egli stesso ha dato inizio con la sua risurrezione [...].
Il Rinnovamento nello Spirito, infatti, ho ricordato nell'esortazione
apostolica Catechesi tradendae, avrà una
vera fecondità nella Chiesa, non tanto nella misura in
cui susciterà carismi straordinari, quanto piuttosto
nella misura in cui porterà il più gran numero
possibile di fedeli, sulle strade della vita quotidiana, allo
sforzo umile, paziente, perseverante per conoscere meglio il
mistero di Cristo e per testimoniarlo (n. 72)".
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(Giovanni Paolo
II, Discorso in lingua inglese ai partecipanti alla IV
Conferenza
Internazionale dei Leader del Rinnovamento Carismatico Cattolico,
Giardini Vaticani,
7 maggio 1981, in Alleluja, n. 3, maggio/giugno 1981).
"La
vostra fama vi precede come quella degli amati Filippesi, che
suggeri all'apostolo Paolo d'iniziare la lettera ad essi indirizzata
con un sentimento a cui sono felice di fare eco: Ringrazio
il mio Dio ogni volta che io mi ricordo di voi... e perciò
prego che il vostro amore si arricchisca sempre più in
conoscenza e in ricchezza di esperienza perchè possiate
distinguere il meglio ed essere integri e irreprensibili per
il giorno del Signore (Fil 1,3.9-10) [...]. Con gioia
particolare abbiamo notato il modo in cui i responsabili del
Rinnovamento hanno sviluppato una visione ecclesiale sempre
più larga e si sono sforzati affinchè tale visione
divenisse sempre più reale per tutti quelli che si affidano
a loro per essere guidati. E abbiamo visto parimenti i segni
della vostra generosità nel condividere i doni di Dio
con gli sfortunati di questo mondo in giustizia e carità,
di modo che tutti possano sperimentare la dignità inestimabile
che appartiene loro in Cristo. Che questo lavoro d'amore già
iniziato in voi possa essere portato a compimento con successo
(cfr. 2 Cor 8,6-11) [...]. Molti Vescovi di tutto il mondo,
sia individualmente che in dichiarazioni delle loro conferenze
episcopali, hanno incoraggiato e dato direttive al Rinnovamento
Carismatico - e a volte anche un'utile parola di prudenza -
ed hanno aiutato le comunità cristiane in generale a
comprendere meglio il loro posto nella Chiesa. Esercitando la
loro responsabilità pastorale, i vescovi hanno reso un
grande servizio a noi tutti per assicurare al Rinnovamento un
modello di crescita e sviluppo pienamente aperto a tutte le
ricchezze dell'amore di Dio nella sua Chiesa".
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(Giovanni Paolo
II, Discorso ai partecipanti alla V Conferenza Internazionale
dei Leader
del Rinnovamento Carismatico Cattolico, Roma, 30 aprile 1984,
testo in inglese
in L' Osservatore Romano, 2 maggio 1984).
"Con
tutto il mio cuore, vi do il benvenuto a Roma, nella gioia di
Cristo risorto. Il vostro Congresso a Roma, nel centro della
Chiesa, giunge nel momento in cui essa sta ringraziando il Padre
di N.S. Gesù Cristo per il sacrificio di suo Figlio e
per l'effusione dello Spirito Santo che la riempie di vita nuova.
Come ho detto nel mio messaggio di Pasqua, la Porta Santa dell'Anno
Giubilare della Rendenzione è ora stata chiusa, ma non
dobbiamo mai dimenticare che a Pasqua la porta del Sepolcro
di Cristo è stata aperta per sempre e per tutti [...].
Per questa ragione io domando a voi tutti e a tutti i membri
del Rinnovamento Carismatico di continuare a gridare forte al
mondo insieme a me aprite le porte al Redentore!
[...]. Voi partecipate in concreto a questa missione nella misura
in cui i vostri gruppi e comunità sono radicati nelle
chiese locali, diocesi e parrocchie".
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(Giovanni
Paolo II, Discorso in occasione della II Udienza ai gruppi
italiani del
Rinnovamento nello Spirito Santo, Basilica di S. Pietro, 17 novembre
1986,
in Rinnovamento nello Spirito Santo, suppl. al n. 1/1987).
"La vostra
presenza, carissimi fratelli e sorelle, accanto al successore
di Pietro, capo visibile della Chiesa universale, le ripetute
attestazioni di comunione sincera e operosa con lui e con i vescovi
delle vostre chiese locali, significano che voi avete ben compreso
ciò che il Vangelo insegna, ciò che lo Spirito Santo
presente nei vostri cuori ispira come principio centrale della
legge nuova, come regola fondamentale dell'azione e della preghiera
ecclesiale, come segreto sicuro di ogni rinnovamento e di ogni
progresso: essere al servizio del regno di Cristo secondo le indicazioni
dello Spirito in comunione di fede, di pensiero e di disciplina
con i pastori della Chiesa. Su questa strada vi auguro di perseverare
e di progredire".
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(Tratto
da: Leo Jozef Suenens, Ecumenismo e Rinnovamento Carismatico.
Orientamenti
Teologici
e Pastorali, secondo "Documento
di Malines", Ed. Paoline, Roma 1978).
"[...] Il Rinnovamento
è una grazia per la Chiesa di Dio a più di un titolo,
ma lo è assai particolarmente a titolo ecumenico.
Infatti, il Rinnovamento,
per la sua origine stessa, già invita al ravvicinamento dei cristiani
assai lontani gli uni dagli altri, dando loro come terreno di
incontro privilegiato una fede comune nell'attualità e nella potenza
dello Spirito Santo. Il Rinnovamento nello Spirito è una nuova
accentuazione, un'insistenza sul ruolo e sulla presenza attiva
e manifesta dello Spirito Santo in mezzo a noi. Nella Chiesa non
si tratta di una novità, ma di una presa di coscienza accresciuta
di una Presenza tanto spesso sfumata ed implicita. Tale risveglio
ci viene, storicamente, dal Pentecostalismo classico, come pure
da quello che si è convenuto di chiamare Neo-pentecostalismo.
Tale riconoscimento di debiti che poniamo all'inizio di queste
pagine non misconosce di quanto siamo debitori alla tradizione
orientale, sempre così sensibile al ruolo dello Spirito Santo:
durante il Vaticano II i Padri conciliari non hanno cessato di
sottolinearlo [...]. Il Rinnovamento nello Spirito, di cui oggi
siamo testimoni, si presenta come un avvenimento spirituale sostanzialmente
simile nella maggior parte delle Chiese e denominazioni cristiane.
Si tratta di un avvenimento spirituale idoneo a ravvicinare i
cristiani [...]. A numerosi cristiani che ne fanno l'esperienza,
oggi il Rinnovamento Carismatico appare come un esaudimento, tra
tanti altri, di questa audace speranza ecumenica del Concilio.
È permesso pensare che il Rinnovamento si pone tra gli impulsi
futuri dello Spirito che il Concilio confusamente prevedeva. La
storia della Chiesa è fatta di queste mozioni e imprese dello
Spirito che, periodicamente, vengono a rivitalizzare la Chiesa.
Il Rinnovamento si inserisce nel prolungamento della corrente
di grazia che fu e rimane il Vaticano II [...].
Il Rinnovamento Carismatico
è una grazia di predilezione per la Chiesa del nostro tempo. Esso
ci interpella tutti, pastori e fedeli, e ci invita ad intensificare
il vigore della nostra fede e a suscitare nuovi modelli di vita
cristiana, in condivisione fraterna, ad immagine del Cristianesimo
della Chiesa primitiva.
Nella crisi che stiamo
attraversando, questa grazia, per molti cristiani, assume un ruolo
di supplenza per nutrire la loro vita religiosa, laddove la nostra
liturgia manca troppo spesso di anima e di vita, la nostra predicazione
di potenza nello Spirito, la nostra passività ha bisogno di coraggio
apostolico [...]".
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(Dall'Omelia
di S.E.R. il card. C.M. Martini nella celebrazione eucaristica
di apertura per la XI Convocazione Nazionale del RnS [Rimini 22
aprile 1988],
in Rinnovamento nello Spirito Santo, luglio/agosto 1988).
"[...] Sorge
qui la domanda: in che consiste questa maturità spirituale?
Che cosa è richiesto dal cammino ormai quindicennale del
Rinnovamento nello Spirito?Questo
è il segreto di Dio e ve lo dirà il Signore.Ma
noi possiamo chiederci ugualmente, partendo dai testi delle Scritture,
quale sia il modo di santità a cui sono chiamati, oggi,
anche i più semplici e umili tra noi. E io, con le stesse
parole delle Scritture e con il coraggio che mi viene soltanto
dalla parola di Dio, lo esprimerei sinteticamente così: la maturità
spirituale è crescere nella carità con tutti i suoi
frutti. Nel linguaggio giovanneo, è crescere nella coscienza
di tralcio attaccato alla vite; come tralcio che è parte
della vite, che cresce dalla vite, nella vite e
con la vite. Guai al tralcio che o si stacca dalla vite
o si blocca nella sua crescita (cfr. Gv 15,1-6)!Questo
comporta due aspetti:
-
il primo,
negativo, è di non bloccarsi nella crescita,
di non restare al di qua del guado di Cafarnao;
-
il secondo,
positivo, è di crescere con la vigna, nella
vigna, dalla vigna, insieme alla vigna intera [...].
1. Crescere anzitutto
nella conoscenza e nell'amore della vigna che è
lo stesso Gesù morto e risorto, nostra vita e Signore delle
nostre vite.
2. Crescere nella
conoscenza, amore e stima di quella vigna che Dio stesso
ha piantato e per la quale Gesù è morto, cioè
la santa Chiesa visibile, unita attorno al Papa, sotto la guida
dei vescovi, amando ognuno e ciascuno dei più piccoli fratelli
di essa.
3. Crescere nella
conoscenza della Parola di Dio, studiata e approfondita
secondo i criteri della Dei Verbum (capitoli III e VI),
imparando a prendere la Scrittura come un insieme, come
la rivelazione di un unico disegno di Dio sulla Chiesa e non come
una semplice raccolta di parole staccate.
4. Crescere nell'interiorità
della fede e della preghiera, imparando a fare una graduale
economia dei segni esteriori e sensibili a favore di una preghiera
interiore, di una adorazione umile e silenziosa.
5. Crescere nella
forza evangelizzatrice che non viene dal gridare Signore,
Signore ma, anzitutto, dal fare la volontà del Padre
che è nei cieli: Vedano le vostre opere buone e glorifichino
il Padre vostro che è nei cieli (cfr. Mt 5,16: questa
è la prima evangelizzazione!).
6. Crescere nell'attenzione
al contesto sociale, culturale e politico in cui la Chiesa
opera, favorendo sempre più i gesti di prossimità
concreta verso i più bisognosi
.7.
Crescere nella delicatezza delle espressioni delle preghiere
private e pubbliche, non in commotione Domini. Crescere
cioè nella dolce sensibilità del tocco leggero e
soave della preghiera e dei gesti, nella delicatezza delle espressioni
corporee, nella gioia intima e profonda, pudica e rispettosa,
che non si esibisce ma, piuttosto si nasconde ed effonde soltanto
una minima parte del suo ricchissimo tesoro interiore. Così sarà
più facile far percepire ad altri, dal tenue profumo, la
ricchezza del fiore nascosto e coltivarlo con attenzione anche
nel proprio cuore.
8. Crescere nel dolore
dei propri peccati; piangere per i peccati del mondo; contemplare
senza sosta Cristo crocifisso; entrare nelle sue ferite e in quelle
dell'umanità ferita e farsene carico come il buon Samaritano.
Se frutto del Rinnovamento
nello Spirito sarà, anzitutto, il suscitare nella Chiesa
intera, fino agli strati più semplici del popolo di Dio,
presso tutti i laici, la gioia della lode, la lode spontanea,
gratuita, nata dalla contemplazione del Signore crocifisso e risorto,
e dalla misericordia di Dio per l'umanità perduta, tale
lode potrà invadere tutte le Chiese e le parrocchie della
terra quanto più sarà semplice, composta, rispettosa,
autentica. Essa, allora, contagerà sempre più e
cresceranno le comunità capaci di spezzare il pane con
letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la
simpatia di tutto il popolo. Il Signore aggiungerà alla
comunità un sempre maggior numero di salvati (cfr. At 2,46-48).
Ma la gioia della
manna, l'alimento che manifestava la dolcezza di Dio verso
i suoi figli (cfr. Sap 16,21), è dunque da lasciare
cadere del tutto in vista di una lode puramente spirituale? Gesù
non ha condannato la manna del deserto, anzi ha moltiplicato lui
stesso i pani; però ci ha insegnato, nel discorso di Cafarnao,
a cercare e gustare, a partire dalla manna e al di là di
essa, quel frutto dello Spirito che è amore, gioia,
pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza,
dominio di sé (Gal 5,22).
Gesù ci insegna
a capire come il vero pane del Cielo è lui. Sei tu, Signore,
il pane del Cielo, sei tu che dai lo Spirito, il Pane e lo Spirito
che effonde nei cuori la carità
.A
queste cose occorre anzitutto aspirare.Sono
esse che hanno una irradiazione gioiosa e contagiosa.
Gli altri carismi
sono tappe intermedie, oasi nel deserto, stazioni di passaggio,
aiuti per il cammino, manifestazioni per l'utilità; ma
non sono un punto di arrivo, non sono la Terra Promessa, non sono
lo stesso Cristo Signore, unico premio di coloro che lo cercano
[...]".
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