Sintesi dell'intervento conclusivo di Salvatore Martinez “Dobbiamo testimoniare la speranza cristiana, indossare le armi della luce”
“Sempre pronti a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi” (cf 1 Pt 3, 15b). E' il tema della relazione conclusiva di Salvatore Martinez, al termine della XXIX Convocazione nazionale dei Gruppi e delle Comunità del RnS. Quello di Pietro – spiega il Coordinatore Nazionale – è un “invito rivolto a ciascuno di noi. La speranza è l’attesa certa della gloria di Dio. Essa ci rimanda sempre a Cristo, attuale, contemporaneo”. E, parlando accanto alle reliquie della beata Elena Guerra, “apostola dello Spirito Santo infuocata d’amore”, Martinez cita Mt 14, 22 e seguenti: la gioia e la paura di Pietro, la triplice richiesta d’amore di Gesù. E la nostra risposta? Dobbiamo testimoniare la speranza cristiana – continua Martinez – “indossare le armi della luce”, secondo il comando dell’Apostolo Paolo; contagiare il mondo della gioia che viene da Cristo. E invita a “ritornare al Cenacolo”, alla necessità di “essere introdotti dallo Spirito nel cuore del mistero”. Esorta l’assemblea di Rimini all’unità, alla comunione con Dio, con i fratelli e con la Chiesa, alla gratitudine, al servizio, all’amore e alla consolazione reciproci, “a preparare con cura il regno di Dio. Corre senza affannarsi – continua – colui che ha lo sguardo rivolto verso Cristo. Non desiste, non si arrende”. E contro “il nemico della nostra speranza”, il Coordinatore Nazionale del RnS consiglia con forza tre armi da usare: l’umiltà, la preghiera e la parola di Dio. “Noi del Rinnovamento nello Spirito – conclude - siamo il popolo di Dio, una parte di esso”. Siamo il “popolo che Dio si è acquistato perché proclami le Sue opere meravigliose” (1 Pt 2, 9).
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