E' qui la festa!!! "Partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno"
"Partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno", questo il tema della Festa della Famiglia che si è tenuto a fine mattinata nel padiglione fieristico di Rimini, nel corso della XXIX Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del RnS. Le ragazze della Comunità Shalom, ex tossicodipendenti, con i costumi delle varie nazionalità, hanno danzato e cantato alla vita, “poiché la gente del mondo ami la vita, la vitè è un dono… la famiglia è un valore universale”. Sono seguite alcune testimonianze di famiglie che nel Rinnovamento, partecipando ai corsi per gli sposi, hanno riscoperto la vocazione al matrimoni, e si sono aperti ad esperienze come l’affido e l’adozione. Anche i bambini sono stati protagonisti della festa con canti che diventano preghiera e inviti agli adulti a conservare la famiglia. La festa si è conclusa con l’esecuzione di alcuni canti popolari del nord, centro e sud d’Italia che inneggiavano all’amore. Subito dopo musica moldava eseguita dal musicista Costantin Moscovich, virtuoso del flauto di Pan. Infine, il Cardinale Alfonso Lopez Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha poi benedetto i partecipanti invitandoli tutti a Valencia nel prossimo luglio al V Incontro Mondiale delle Famiglie.
Suor Rosina è la responsabile di un centro di recupero da cui provengono le abilissime danzatrici che hanno dato vita ad una prima testimonianza. Si è trattato di un’originale interpretazione dell’inno alla vita di Madre Teresa di Calcutta. Una testimonianza frutto di una grande esperienza di amore, più forte di ogni difficoltà.
La seconda testimonianza è quella di una famiglia come tante, sempre dietro ai tanti impegni del quotidiano, vissuti senza la gioia di stare insieme. Questa famiglia ha 4 figli, ed un giorno ha deciso di andare a trascorrere una settimana di spiritualità a Loreto. Poteva essere una buona occasione e con quattro figli il fatto che ci fosse il servizio di animazione rendeva l’offerta interessante. Si trattava del “seminario di vita nuova per gli sposi”. Una sera, durante una preghiera di guarigione è stata annunciata questa immagine profetica: vi era una barca e le due persone che la guidavano remavano in direzioni opposte. I nostri sposi ebbero entrambi la chiara sensazione che si parlasse di loro. Capirono che qualcosa nella loro vita avrebbe dovuto cambiare e una fiammella si riaccese nei loro cuori. Tornarono a casa rinnovati. I problemi che li attendevano erano sempre gli stessi, ma lo spirito con cui loro li affrontavano era diverso. E’ così che la nostra coppia è passata dall’indifferenza all’amore.
Ruggero e Patrizia hanno raccontato la storia di una famiglia “aperta” all’adozione e alla vita, di come si può passare dalla morte alla resurrezione. Tredici anni fa la loro vita coniugale viveva nella tristezza derivante dalla scoperta che la sterilità fisica li avrebbe privati della gioia di avere dei figli. Questa consapevolezza generò una divisione fra loro che li portò alla solitudine e alla cecità. Essi non vedevano che Gesù era lì, nel loro calvario, ed ascoltava il loro grido di dolore. Lo capirono quando i loro occhi si aprirono e sperimentarono la bontà del Padre, vivendo la spiritualità del RnS. Nelle loro preghiere chiedevano incessantemente al Signore il dono di un figlio, ma i progetti di Dio erano ben altri. Iniziarono a svolgere attività di volontariato in un istituto di accoglienza per minori. Lì incontrarono dei bambini rifiutati, in cerca di amore, e la loro vita ebbe un’ulteriore svolta. Molti dubbi li assalivano, sentivano lo slancio di aprirsi alla generosità dell’accoglienza, ma anche il rischio di attaccarsi e la paura che la situazione potesse sfuggirgli di mano. Alla fine lo slancio ebbe la meglio e la generosità vinse una prima battaglia: si aprirono all’affido familiare. Da lì a breve adottarono il primo figlio. Ma ancora non bastava. Ne adottarono un altro ed un altro ancora, fino ad arrivare a sei. Oggi hanno fondato una casa famiglia chiamata “Betania”. Il lavoro e la difficoltà sono tante, ma la felicità è di più. La preghiera che oggi rivolgono al Signore è che tante coppie possano aprirsi un giorno all’accoglienza dei tanti bambini che attendono amore. La loro commossa testimonianza si è conclusa così: “Cosa ti renderemo, Signore, per quello che ci hai dato?”.
A Giovanni e Marta è stata affidata la successiva testimonianza. Sono due giovani evangelizzatori che hanno raccontano l’esperienza vissuta la scorsa estate. Dopo un lunghissimo viaggio erano arrivati ad Abano Terme. Nella loro immaginazione avevano sperato di trovare un luogo divertente dove trascorrere una settimana. L’impatto fu di tutt’altra specie. La prima proposta ricevuta consisteva nel recitare un rosario. La domanda che gli balenò subito in mente fu: “ma qui si prega sempre?”. Le giornate successive trascorrevano serene e la preghiera diventava sempre più interessante ed apprezzata. Una sera gli animatori li guidarono in un’esperienza sull’Amore di Dio. La loro diffidenza iniziale presto svanì e tutti si sentirono amati e coccolati da questo Padre Buono. Nei loro cuori si accese il desiderio di conoscere sempre più Gesù. Nella settimana furono parecchie le difficoltà fra i partecipanti. Ma guidati da bravi animatori riuscirono a superare le divisioni e divennero un gruppo molto unito, dal nome “messaggeri di Dio”.
E’ toccato poi ai più piccoli. Hanno raccontato che nel loro cuore, come in quello del Signore, c’è un sogno, difficile, ma non impossibile da realizzare. Cantano di una famiglia che vive insieme nell’Amore del Signore, di un papà ed una mamma uniti che si amano, perché dall’amore nasce amore.
La conclusione di questa serie di testimonianze è stata affidata al gruppo “Popolo di Dio” della provincia di Milano. La loro coordinatrice ha raccontato dell’esperienza che li ha coinvolti nel sostegno di Cristina e Daniele, una coppia che all’ottavo mese di gravidanza scopre che la loro bambina è affetta da una grave patologia. L’incessante preghiera di tutta la comunità accolta dalla benevolenza di un Dio premuroso, emerge da questo raccolto che si conclude con il ritorno a casa di Stella, così si chiama la bambina, assieme ad un referto che riferisce esplicitamente di un decorso positivo “non nella norma”.
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