E’ un’occasione, quella
del rinnovo degli organi pastorali, che gli Apostoli ci insegnano a
vivere con lo
spirito
di chi è portato al “piano superiore” (cf Lc 22,12)., dove siamo
chiamati a salire. Al piano superiore, quello del Cenacolo, essi hanno
vissuto le esperienze più straordinarie legate alla loro fede: dalla
lavanda dei piedi all’istituzione dell’eucaristia, dall’Ascensione di
Gesù all’evento della Pentecoste. E’ sempre lì che avviene l’elezione di
Mattia, che prenderà il posto lasciato da Giuda Iscariota.
In questa dimensione alta,
tutto il Rinnovamento è chiamato a salire al fine di darsi, a tutti i
livelli, da quello nazionale a quello locale, pastori “secondo il cuore
di Dio”.
Perciò, non scelte
oblique, condizionate dai sentimenti, favorevoli o sfavorevoli, ma
scelte secondo requisiti umani e spirituali, dove i primi sono
propedeutici ai secondi e i secondi sono necessari ai primi per poter
ben attendere al ministero di guida pastorale.
Tale valutazione, oculata,
è necessaria verso noi stessi, quando ci viene chiesta la disponibilità
per concorrere all’elezione in un organo pastorale; è necessaria verso i
fratelli, quando in mezzo a loro saremo chiamati a scegliere i nostri
responsabili.
Riguardo all’assunzione di
responsabilità, Corrado ha ribadito che il servizio dell’autorità nella
comunità cristiana è una cosa seria. È necessario che esso sia colto,
accettato e vissuto nella logica di Gesù, senza mai dimenticare che
l’autorità cristiana è servizio umile e talvolta umiliante perché mette
nella condizione del servo.
Assunzione di
responsabilità allora non è, quindi, dare un po’ di più
del
tuo tempo al Rinnovamento, …ma senza esagerare, è, invece, “amare fino
alla fine”, cioè dare la vita per i propri fratelli.
Corrado ha anche
affrontato il tema della diocesanità ricordando che, nella sua
relazione, Salvatore, questa mattina, diceva, tra l’altro, che la
“diocesi” è il vero ambito in cui si gioca il nostro futuro ecclesiale.
Anche il Rinnovamento se vuole vivere come movimento ecclesiale non può
più tardare la scelta preferenziale della diocesi. Infatti, con
l’approvazione definitiva dello Statuto all’unanimità da parte del
Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana, avvenuta il
14 marzo 2002, la Divina Provvidenza ci donava anche l’udienza con il
Santo Padre, il Rinnovamento. Da allora il Rinnovamento non può più dire
di essere una profezia nella Chiesa italiana, ma ha ricevuto il mandato
dalla Chiesa perché questa profezia si realizzi.
Al RnS non viene
necessariamente chiesto di riempire le diocesi di gruppi e comunità, né
di sedersi sulle poltrone “strategiche” dei vari organismi diocesani, ma
di diffondere la grazia del Rinnovamento nel cuore della Chiesa, di far
conoscere e amare l’esperienza dell’effusione dello Spirito.
Per cui o il Rinnovamento
nello Spirito in Italia sarà questo, o non sarà vero rinnovamento.
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