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XXVII Conferenza Nazionale Animatori

Rinnovo organi pastorali, assunzione di responsabilità, diocesanità

 

Sintesi dall'intervento di Corrado Di Gennaro, membro del CNS - Domenica 7 dicembre ore 17:00

 

E’ un’occasione, quella del rinnovo degli organi pastorali, che gli Apostoli ci insegnano a vivere con lo Clicca per ingrandire...spirito di chi è portato al “piano superiore” (cf Lc 22,12)., dove siamo chiamati a salire. Al piano superiore, quello del Cenacolo, essi hanno vissuto le esperienze più straordinarie legate alla loro fede: dalla lavanda dei piedi all’istituzione dell’eucaristia, dall’Ascensione di Gesù all’evento della Pentecoste. E’ sempre lì che avviene l’elezione di Mattia, che prenderà il posto lasciato da Giuda Iscariota.

In questa dimensione alta, tutto il Rinnovamento è chiamato a salire al fine di darsi, a tutti i livelli, da quello nazionale a quello locale, pastori “secondo il cuore di Dio”.

Perciò, non scelte oblique, condizionate dai sentimenti, favorevoli o sfavorevoli, ma scelte secondo requisiti umani e spirituali, dove i primi sono propedeutici ai secondi e i secondi sono necessari ai primi per poter ben attendere al ministero di guida pastorale.

Tale valutazione, oculata, è necessaria verso noi stessi, quando ci viene chiesta la disponibilità per concorrere all’elezione in un organo pastorale; è necessaria verso i fratelli, quando in mezzo a loro saremo chiamati a scegliere i nostri responsabili.

Riguardo all’assunzione di responsabilità, Corrado ha ribadito che il servizio dell’autorità nella comunità cristiana è una cosa seria. È necessario che esso sia colto, accettato e vissuto nella logica di Gesù, senza mai dimenticare che l’autorità cristiana è servizio umile e talvolta umiliante perché mette nella condizione del servo.

Assunzione di responsabilità allora non è, quindi, dare un po’ di più Clicca per ingrandire...del tuo tempo al Rinnovamento, …ma senza esagerare, è, invece, “amare fino alla fine”, cioè dare la vita per i propri fratelli.

Corrado ha anche affrontato il tema della diocesanità ricordando che, nella sua relazione, Salvatore, questa mattina, diceva, tra l’altro, che la “diocesi” è il vero ambito in cui si gioca il nostro futuro ecclesiale. Anche il Rinnovamento se vuole vivere come movimento ecclesiale non può più tardare la scelta preferenziale della diocesi. Infatti, con l’approvazione definitiva dello Statuto all’unanimità da parte del Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana, avvenuta il 14 marzo 2002, la Divina Provvidenza ci donava anche l’udienza con il Santo Padre, il Rinnovamento. Da allora il Rinnovamento non può più dire di essere una profezia nella Chiesa italiana, ma ha ricevuto il mandato dalla Chiesa perché questa profezia si realizzi.

Al RnS non viene necessariamente chiesto di riempire le diocesi di gruppi e comunità, né di sedersi sulle poltrone “strategiche” dei vari organismi diocesani, ma di diffondere la grazia del Rinnovamento nel cuore della Chiesa, di far conoscere e amare l’esperienza dell’effusione dello Spirito.

Per cui o il Rinnovamento nello Spirito in Italia sarà questo, o non sarà vero rinnovamento.

 


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