Nella
modernità tanti sono stati i messianismi parziali: l'esito è il disumano
che invade l'umano.
L'uomo si sente solo in
mezzo alla folla: il Dio vero è colui che ascolta il grido e parla: Sono
io il Messia!
La bella promessa allora
non è qualcosa, ma è qualcuno: è Gesù. Questo Gesù morì, fu sepolto, si
è risvegliato, si è incontrato.
Il Figlio di Dio incarnato
celebra il suo mistero dall'eterno nel tempo, per la salvezza dell'uomo,
dell'universo. Egli nasce per morire, muore per risorgere, risorge per
ascendere, ascende per effondere,
effonde
per fondere, fonde per diffondere.
Il Figlio di Dio, risorto
dalla morte, effonde il suo Spirito per poter fondere nell'unità i sui
cari, diffondere la bella notizia.
Pasqua è, dunque, da parte
del Padre, il dono del ri-novamento per l'uomo nuovo. Si
diventa nuovi sinergicamente e quotidianamente. La novità è il modo
nuovo di essere uomo e donna ai tre livelli della costituzione
antropologica che sono il pensiero, l'amare, il comportamento. E poiché
l'impianto interiore si logora e invecchia facilmente, ogni giorno
occorre invocare e collaborare al dono del ri-novamento.
Il dono del
ri-novamento comporta essenzialmente il dono della giovinezza. Il
segno del dono del ri-novamento è la gioia e la pace.
Don Sabino Palumbieri
è
docente di Antropologia filosofica presso l’Università Pontificia
Salesiana di Roma, promotore della Via Lucis, collaboratore della
Rivista “Rinnovamento” e saggista.
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