Un
itinerario di comunione e riconciliazione: così può essere definito
l'importante meeting di pace per i Balcani svoltosi recentemente
a Bari. Inoltre, come ha sottolineato il Papa nel messaggio inviato,
è stato anche una opportunità affinché ciascuno rinsaldi l'impegno
per la promozione dei valori della solidarietà e della fratellanza
tra i popoli.
Dal
2 al 4 giugno scorso, presso i padiglioni della Fiera del Levante,
a Bari, si è svolto Kairòs 2000, meeting internazionale di pace
per i Balcani, organizzato dalla Comunità di Gesù del Rinnovamento
nello Spirito Santo in collaborazione con l'Alleanza evangelica
italiana e con la diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle
Fonti.
Ai partecipanti è stato portato il saluto di monsignor Mario Paciello,
vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, e di Matteo
Calisi, presidente della Comunità di Gesù. Entrambi hanno sottolineato
la portata storica dell'incontro sia per le tematiche sia per
il valore di intercessione e di riconciliazione del meeting, ma
anche per la presenza di Alleanza evangelica che in questa occasione,
in modo ufficiale, si è fatta promotrice dell'iniziativa insieme
ai cattolici aprendosi così al dialogo ecumenico e aderendo al
dialogo interreligioso.
Il meeting si è svolto su alcune direttrici fondamentali inerenti
il dialogo ecumenico e interreligioso e l'unità in Cristo quali
luoghi privilegiati per realizzare la riconciliazione e la pace
tra gli uomini.
Significativo è stato il saluto di Dachan Mohamed Nour, presidente
dell'Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia,
che ha espresso la sua gioia di essere presente insieme ai cristiani
per parlare di riconciliazione e di pace proprio per i Balcani,
luogo in cui da molti decenni le varie etnie e religioni sono
causa di destabilizzazione politica e provocano immani tragedie.
Il
coraggio di coinvolgersi
La
prima relazione - sul tema Riconciliazione e pace - è stata
tenuta da monsignor Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio
consiglio Cor Unum, che ha sottolineato il significato del termine
riconciliazione come fondamento della pace che si realizza solo
nella giustizia, nel rispetto, nella tolleranza, nell' amore.
Monsignor Cosmo Ruppi, arcivescovo di Lecce e presidente della
Conferenza episcopale pugliese, ha ricordato come il Signore gli
abbia fatto capire che non basta essere uomo di cultura, giornalista,
scrittore, teologo, che non si può solo alzare le mani nella preghiera,
ma bisogna imbrattarsele nell'aiuto a quelli che a causa della
guerra e dell'odio soffrono la persecuzione e l'esilio.
La presenza e la testimonianza per tutta la durata del meeting
di monsignor Marco Sopi, vescovo di Skophije-Prizren in Kosovo,
è stata preziosa per i numerosi interventi nei quali ha ricordato
gli orrori della guerra e la gioia di vedere come la sofferenza
accomuni la gente povera senza distinzione di razza, fede, patria.
Il taglio pastorale sul dialogo interreligioso è stato illustrato
da monsignor Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia e presidente
del Segretariato per l'ecumenismo e il dialogo della Conferenza
Episcopale Italiana, il quale ha messo in luce come spesso quelle
che vengono chiamate guerre di religione in realtà si servono
della religione soltanto per mascherare astuti progetti politici
di egemonia e di conquiste, a volte per spingere i popoli anche
all'autodistruzione.
Oltre
le religioni...
Il
fondamento teologico al meeting è stato dato da don Libero Gerosa,
preside e rettore della Facoltà teologica di Lugano, sul tema:
Diversità delle religioni, verità e pace. «La teologia delle
religioni - ha detto - è una scienza ancora giovane, ma vi sono
tappe già abbastanza significative e nei documenti del Concilio
e in quelli del Magistero papale. Tutta l'umanità è chiamata a
diventare popolo di Dio; ogni religione è un'alba di fede. Il
problema fondamentale è non tanto sapere chi si salva, ma come
si salva». E ha aggiunto: «E importante sapere come discernere
ciò che è vero e giusto per scoprire i segni della presenza di
Cristo e dell'azione dello Spirito ovunque siano, senza mai rinunciare
alla propria identità e a testimoniare l'integrità della rivelazione».
Ha concluso dicendo che i profili teologici e filosofici del dialogo
sono stati indicati dal cardinale Ratzinger il quale ha affermato
che l'uomo di fronte al problema della salvezza deve spingere
lo sguardo oltre le stesse religioni - e dallo stesso Pontefice
nell'enciclica Fides et ratio, che ha tracciato la via sicura
di una nuova teologia per il dialogo. Il dialogo è possibile qualora
si riconosca il diritto alla libertà religiosa, ci si accolga
reciprocamente, si rispettino i diritti di tutte le minoranze.
Così il dialogo interreligioso diventa il primo grande corridoio
di pace fra tutti gli uomini della terra.
La
potenza della condivisione
Salvatore
Martinez, coordinatore nazionale del Rinnovamento nello Spirito,
partendo dall'affermazione del cardinale Suenens - il Rinnovamento
carismatico o è ecumenico o non è -, ha ricordato la nascita
di questa corrente di grazia nella Chiesa cattolica come riflesso
di quanto era già accaduto nel mondo protestante con il risveglio
pentecostale e come l'ecumenismo sia tra le vocazioni essenziali
del Rinnovamento.
La giornata evangelica, nella mattina di domenica 4 giugno, si
è realizzata coralmente a tre voci sul tema La riconciliazione
in Cristo. Oltre alle idee chiare di Giovanni Traettino, vescovo
della Chiesa evangelica della riconciliazione di Caserta, e all'entusiasmo
trascinante di Gaetano Sottile, presidente dell'Alleanza evangelica
italiana, esplosiva è stata la relazione intitolata La redenzione
in Cristo dell'ottantaduenne - ma indomito e formidabile - predicatore
americano Stephen Olford, che ha affermato che il Vangelo è potente,
sufficiente e semplice e come tale va annunciato nell'unità e
nell'amore perché sia fondamento di riconciliazione e di pace.
Il professor Guzmàn Carriquiry, sottosegretario del Pontificio
consiglio per i laici, ha tracciato i fondamenti essenziali della
teologia di comunione, sottolineando come l'unità non è né individualismo
né massificazione indistinta, ma potenza di condivisione che nell'amore
è diventata rispetto e accoglienza. Così l'unità vera è nella
diversità, sulla quale si fonda la comunione dei cristiani perché
il mondo creda.
Monsignor Paciello, concludendo i lavori, ha ricordato come sono
davvero beati i poveri di spirito, perché solo quando ci si riconosce
poveri si comprende l'infinita grandezza di Dio.
Dono infinitamente grande del Signore è stato questo meeting per
il suo significato, per l'altezza dei contenuti, per la potenza
della preghiera e del canto, per l'efficacia delle testimonianze,
per la partecipazione della gente, per il coinvolgimento dei due
concerti di musica cristiana tenuti dal ministero della musica
e del canto del Rinnovamento pugliese e dai due cantanti evangelici
americani: anche questi sono stati momenti forti di preghiera
e di comunione. Al termine Matteo Calisi, dopo aver ringraziato
tutti, ha lanciato l'idea di un altro "Kairòs" per il 2001, proprio
per continuare nel cammino del dialogo e della comunione.