Pubblichiamo
di seguito la traduzione italiana del videomessaggio pronunciato, in lingua
spagnola, da Papa Francesco nella serata di sabato 30 maggio in occasione della
Veglia Mondiale di Pentecoste promossa online da Charis, il servizio unico
internazionale per il Rinnovamento carismatico cattolico, nato un anno fa per
volontà del Santo Padre.
Mentre si stava compiendo la festa della Pentecoste, tutti i credenti si
trovavano riuniti nello stesso luogo. Così inizia il secondo capitolo del
libro degli Atti degli Apostoli che abbiamo appena ascoltato. Anche oggi,
grazie ai progressi tecnici, siamo riuniti, credenti di diverse parti del
mondo, nella veglia di Pentecoste.
Il
racconto continua: «Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento
che si abbatté impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro
lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e
tutti furono colmati di Spirito Santo» (vv. 2-4).
Lo
Spirito si posa su ognuno dei discepoli, su ognuno di noi. Lo Spirito promesso
da Gesù viene a rinnovare, a convertire, a guarire ognuno di noi. Viene a
guarire le paure - quante paure abbiamo -, le insicurezze; viene a guarire le
nostre ferite, anche le ferite che ci facciamo gli uni gli altri; e viene a
trasformarci in discepoli, discepoli missionari, testimoni, pieni di coraggio,
della parresia apostolica, necessari per la predicazione del Vangelo di Gesù
come leggiamo, nei versetti che seguo- no, che accadde ai discepoli.
Oggi
più che mai abbiamo bisogno che il Padre ci mandi lo Spirito Santo. Nel primo
capitolo degli Atti degli Apostoli, Gesù dice ai suoi discepoli «di attendere
l’adempimento della promessa del Padre, “quella — disse — che voi avete udito
da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete
battezzati in Spirito Santo”» (v. 4). E, nel versetto 8, aggiunge: «Riceverete
la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni
a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra».
Testimonianza
di Gesù. A questa testimonianza ci conduce lo Spirito Santo. Oggi il mondo
soffre, è ferito; viviamo in un mondo molto ferito, che soffre, specialmente
nei più poveri, che vengono scartati, ora che tutte le nostre sicurezze umane
sono sparite, il mondo ha bisogno che noi gli diamo Gesù. Ha biso- gno della
nostra testimonianza del Vangelo, il Vangelo di Gesù. Questa testimonianza la
possiamo dare soltanto con la forza dello Spirito Santo.
Abbiamo
bisogno che lo Spirito ci dia occhi nuovi, apra la nostra mente e il nostro
cuore per affrontare il momento presente e il futuro con la lezione appresa:
siamo una sola umanità. Nessuno si salva da solo. Nessuno. San Paolo dice
nella Lettera ai Galati: «Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo
né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti uniti a Cristo siamo
uno solo, un corpo solo» (cfr. 3, 28) reso coeso dalla forza dello Spirito
Santo. Da questo Battesimo dello Spirito Santo che Gesù annuncia. Lo sappiamo,
lo sappiamo, ma questa pandemia che viviamo ce lo ha fatto sperimentare in modo
molto più drammatico.
Abbiamo
davanti a noi il dovere di costruire una realtà nuova. Il Signore lo farà;
noi possiamo collaborare: «Io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21, 5).
Quando
usciremo da questa pandemia, non potremo continuare a fare ciò che stavamo
facendo e come lo stavamo facendo. No, sarà tutto diverso. Tutta questa
sofferenza non sarà servita a nulla se non costruiremo tutti insieme una
società più giusta, più equa, più cristiana, non di nome, ma di fatto, una
realtà che ci porti a una condotta cristiana. Se non lavoreremo per porre fine
alla pandemia della povertà nel mondo, alla pandemia della povertà nel Paese
di ognuno di noi, nella città dove vive ognuno di noi, questo tempo sarà
stato invano.
Dalle
grandi prove dell’umanità, e tra que- ste la pandemia, si esce migliori o
peggiori. Non si esce uguali.
Io
vi chiedo: Come volete uscirne voi? Mi- gliori o peggiori? Ed è per questo che
oggi ci apriamo allo Spirito Santo affinché sia Lui a cambiare il nostro cuore
e ad aiutarci a uscirne migliori.
Se
non vivremo per essere giudicati secon- do quello che ci dice Gesù: «Perché
io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, sono stato carcerato e siete
venuti a trovarmi, forestiero e mi avete ospitato» (cfr. Mt 25, 35-36), non ne
usciremo migliori.
E
questo è compito di tutti, di tutti noi. E anche di voi di Charis, che siete
tutti i carismatici uniti.
Il
terzo documento di Malines, scritto negli anni Settanta dal cardinale Suenens e
dal vescovo Helder Camara, intitolato Rinnovamento Carismatico e servizio
all’uomo, segna questo cammino come una corrente di grazia. Siate fedeli a
questa chiamata dello Spirito Santo!
Mi
tornano ora in mente le parole profeti- che di Giovanni XXIII con cui annuncia
il concilio Vaticano II e di cui il Rinnovamento Carismatico fa tesoro in modo
particolare: «E si degni l’adorabile Spirito di Dio, accondiscendendo alle
aspettative di tutti, di accogliere questa supplica, che ogni giorno gli viene
rivolta da ogni parte della terra: “Rinnova in questa nostra epoca i tuoi
prodigi, quasi come con una nuova Pentecoste, e concedi alla Santa Chiesa che,
perseverando concordemente e assiduamente con Maria, la Madre di Gesù, e
guidata da San Pietro, estenda il regno del divin Salvatore, regno di verità e
di giustizia, regno di amore e di pace”».
Auguro
a tutti voi in questa veglia la consolazione dello Spirito Santo. E la forza
dello Spirito Santo per uscire da questo momento di dolore, di tristezza e di
prova che è la pandemia; per uscirne migliori.
Che
il Signore vi benedica e la Vergine Maria vi custodisca.