La Musica e il canto come ministero profetico, dall'azione liberante, formativa, di conversione e pentimento, unificante; insomma, un'arte al servizio della nuova evangelizzazione come comunicazione del "bello". Questi i punti centrali emersi dal simposio tenuto da Marco Gustini, coordinatore regionale del Friuli Venezia Giulia.
Tantissimi gli animatori presenti per un simposio che ha strappato molti applausi sia per l'intervento principale del Relatore, che per la testimonianza finale di Daniele Branca, compositore assieme alla moglie Lucia Ciancio, di numerosi canti del repertorio Rns e membro della Corale nazionale.
«Quando si canta a Dio con il cuore pieno di Spirito Santo - ha relazionato Marco Gustini - il canto acquista un valore carismatico, diventa una grazia speciale. Con troppa facilità alle volte si tende a sottovalutare e a svilire le azioni, i segni, il canto, le preghiere, che viviamo settimanalmente nei nostri incontri. Dobbiamo porre attenzione a non far diventare ordinario lo straordinario che viviamo, in quanto il nostro cuore può correre il rischio di non avere più occhi né orecchie per vedere e sentire l'opera meravigliosa e nuova del Signore. Nel Salmo 40 leggiamo: "Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo": il canto nuovo saremo in grado di cantarlo se avremo sempre un cuore nuovo, rinnovato, come afferma Sant'Agostino».
Una sottolineatura è poi stata rivolta alla necessità, per coloro che svolgono il servizio in questo ministero, di essere i primi evangelizzati; di aver fatto una esperienza viva e vera del Signore, così che dal loro cuore e dal loro atteggiamento, dalla gestualità e dal servizio trapeli con semplicità e naturalezza, la benedizione, la lode gloriosa, il canto spirituale.
Un ministero profetico, dunque, perché evangelizza e proclama la parola di Dio, ne risveglia l'ascolto, prepara l'assemblea a una eventuale azione del Signore. Un ministero che evangelizza perché la musica e il canto hanno un'azione liberante, formativa, di conversione e pentimento, infine unificante: «La sua lode nella chiesa dei fedeli» (Sal 149, 1) dimostra che bisogna elevare acclamazioni al Signore in comunione e sintonia.
«Nelle assemblee - ha continuato Gustini - se sono realmente carismatiche deve accadere ciò che l'apostolo Paolo scrive: "Se quando si raduna tutta la comunità, sopraggiungesse qualche non credente o un non iniziato, verrebbe convinto del suo errore da tutti e così prostrandosi a terra adorerebbe Dio, proclamando che veramente Dio è fra voi" (cf 1 Cor 14, 23-25).
Al termine dell'intervento di Marco Gustini, la testimonianza viva e diretta di Daniele Branca: «Per quanto concerne la composizione dei nuovi canti, essi devono fondarsi sulla parola di Dio, non necessariamente in maniera letterale. Tale consuetudine consente, per esempio ai neofiti, di apprendere la Parola in una sorta di pedagogia biblica».
Dopo il racconto delle sue esperienze personali ha poi citato quella di Sant'Agostino che scriveva a Sant'Ambrogio: «Quante lacrime versate ascoltando gli accenti dei tuoi inni e dei tuoi cantici che risuonavano dolcemente nella tua Chiesa! Una commozione violenta: quegli accenti fluivano nelle mie orecchie e distillavano nel mio cuore la verità [...]. Le lacrime che scorrevano mi facevano bene».
«Il canto - ha concluso Daniele Branca - è intercessione non attraverso la richiesta a Dio di compiere qualcosa, ma attraverso la lode, il ringraziamento, l'adorazione».
Antonella Di Coste
(04.11.2012)