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Siate sobri, vegliate 
Simposio sul tema: "La liberazione dal male nell'esperienza di vita comunitaria"
Conferenza Nazionale Animatori 2012 - Card. Ivan Dias - Clicca per ingrandire...

«Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli, saldi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze sono imposte ai vostri fratelli sparsi per il mondo» (1 Pt 5, 8-9). Questo il "filo conduttore" del simposio tenuto dal card. Ivan Dias, prefetto emerito della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli.
La prima esortazione del card. Dias, è stata quella di prendere esempio dalle prime comunità cristiane, sorte subito dopo la risurrezione di Gesù, ricordando san Luca: «Vivevano con un cuor solo e un'anima sola» (At 4, 32). Mettere, dunque, in pratica il comandamento di Gesù, tanto importante per i cristiani, quello dell'Amore.
«Se oggi non viviamo questo nuovo comandamento, siamo soltanto pagani verniciati di cristianesimo, perché è il nuovo comandamento che ci distingue come cristiani, producendo abbondantemente i frutti dello Spirito. Queste prime comunità vivevano nel contesto del combattimento spirituale tra le forze del bene e del male. Anche se facciamo fatica a vivere la nostra vita da veri cristiani, dobbiamo prenderle come modello per i nostri gruppi del Rinnovamento nello Spirito».
Chiarissima e interessante, poi, la descrizione dell'opera di lucifero e soprattutto i "consigli" di crescita rivolti agli animatori dei gruppi. «Il diavolo ha quattro modi di operare: possessione, ossessione, vessazione, tentazione - ha relazionato il Cardinale -; quest'ultima, la più comune, egli la utilizza per attirare gli uomini nella sua rete usando delle strategie, tre ami. Le tre "P": prosperità, popolarità e potere, come le tre tentazioni vissute da Gesù nel deserto.
Anche nel Rinnovamento questo avviene, per bloccare i progressi spirituali, per far "scemare" anziché crescere nello Spirito.
Applicando al Rinnovamento il nostro discorso - ha continuato - potremmo affermare che anch'esso non sia esente dall'influsso del maligno. Come è possibile, dunque, ostacolare e combattere la sua opera a partire dagli incontri di preghiera?
Primo: ricordare che Dio ci ha mandato a proclamare che "Gesù è il Signore" e a gridare "Abbà Padre". Quel che spesso accade all'interno della preghiera comunitaria, è sì il primo aspetto: proclamare "Gesù è il Signore", ma di rado o a stento si giunge al passo successivo. Anche Gesù ha passato le ultime ore della sua vita pregando il Padre. Sia lui che lo Spirito ci rimandano al Padre, la nostra meta finale. Se non arriviamo ad adorare il Padre, il diavolo ha compiuto la sua opera.
Secondo: bisogna dare la doverosa importanza alla Madonna. Non possiamo ignorare Maria quale madre di Gesù e sposa dello Spirito. Sin dall'inizio della preghiera dobbiamo chiedere a Maria che ci indichi il suo Figlio e il suo Sposo.
Terzo: C'è uno "scemare" dei carismi. Bisogna, dunque, chiedere allo Spirito, di suscitare sempre nuovi carismi e non limitarsi, per esempio, alla sola profezia biblica.
Infine, molto spesso la preghiera è ricca di lodi e canti. Non lasciamo quasi mai posto al silenzio. Il silenzio è il luogo in cui il Signore parla, è la forma più alta di preghiera. Sono tre le forme di preghiera: vocale, mentale, contemplativa. Non limitiamoci alla prima, ma arriviamo a interiorizzarla, al dialogo diretto con Dio.

Antonella Di Coste

(03.11.2012)