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Una bussola per il cammino 
Simposio sul tema: "Il discernimento applicato alla vita comunitaria"
Conferenza Nazionale Animatori 2012 - Dino De Dominicis - Clicca per ingrandire...

Il simposio dedicato al discernimento nella vita comunitaria è tenuto da Dino De Dominicis, membro di CNS. «Si tratta della capacità di distinguere ciò che è buono da ciò che non lo è, quello che è vero da quello che è falso, per fare una scelta e prendere la decisione più giusta - ha iniziato il Relatore. Scegliere senza un discernimento è come navigare senza una bussola».

I due verbi che nell'Antico e nel Nuovo Testamento indicano il discernimento si traducono in "soppesare, valutare" e "distinguere per chiarire". Discernere è necessario per riconoscere la zizzania mischiata al buon grano, per conoscere la volontà di Dio quando questa non è così evidente.

È necessario formarsi sul discernimento e non solo in vista di una scelta da fare. «Ritengo indispensabile - sottolinea De Dominicis - che nei gruppi si trovi sempre uno spazio adeguato per fare formazione su questo carisma, perché la capacità di discernimento è misura di maturità». La riflessione continua richiamando alcuni degli ambiti in cui si applica il discernimento. Il primo riguarda la sfera personale in cui l'uomo s'interroga per conoscere la volontà di Dio, per comprendere qual è il suo disegno e poter agire di conseguenza. Ci sono poi altri ambiti: quello spirituale, quello apostolico e quello comunitario. Quest'ultimo riguarda il disegno di Dio sulla comunità, che deve saper leggere il proprio cammino per meglio orientarsi, in un clima di dialogo e di ascolto che coinvolga tutti i membri e non solo gli anziani.

Gli strumenti del discernimento sono: l'intelletto, i carismi e la fede; è questa che ci permette di guardare oltre, con la certezza che Dio parlerà.
Il discernimento tuttavia presenta anche molti rischi, alcuni di quelli citati dal relatore riguardano: l'applicazione troppo rigida dei criteri, l'ambizione personale di chi discerne, le false profezie, l'immaturità.

È da Dio che proviene il discernimento come carisma, pertanto per esercitarlo è necessario un clima di preghiera che permetta di entrare in comunione profonda con lui: «Quando la nube s'innalzava e lasciava la Dimora, gli Israeliti levavano le tende. Se la nube non si innalzava, essi non partivano» (Es 40,36-37).

De Dominicis si sofferma poi sulla preghiera comunitaria carismatica, evento straordinario nella ordinarietà, e sul discernimento da applicare ai carismi di animazione.

Il discernimento pastorale, infine, richiede sottomissione reciproca. E il relatore conclude con una considerazione: «A volte un bagno di umiltà ci aiuterebbe a vedere ciò non vediamo», a prestare più attenzione al fratello. È in questo modo che le nostre comunità potranno diventare luoghi di esperienza dell'amore e della grazia.

Anna Pugliese e Sandro Gallo

(03.11.2012)