Un cambiamento profondo, radicale e non cercato ha segnato la vita di Paola, che oggi ha 58 anni, viene da Sassari, è sposata ed ha due figli. Cresciuta in una famiglia di sani principi, ma anche un po' oppressiva, racconta: «Cercavo la mia libertà a tutti i costi, costruivo la mia vita cercando a muso duro di ottenere tutto ciò che volevo». Inoltre, essendo cresciuta in un ambiente molto borghese, sentiva una certa repulsione per coloro che vivevano ai margini della società.

Nel 1997 iniziò a frequentare un gruppo del Rinnovamento, cedendo all'insistenza di alcuni amici, e lì - continua - «piansi per due anni; incontrai Colui che mi disse "coraggio donna" e mi insegnò ad ascoltare la sua voce e a obbedirgli».

In quello stesso periodo era stata assegnata per lavoro al reparto "malattie infettive" dell'ospedale di Sassari, proprio vicino a quegli uomini e quelle donne che prima non avrebbe mai avvicinato. Ora iniziava a considerarli fratelli e nelle pause del suo lavoro si intratteneva in conversazioni con loro, disponibile ad aiutarli anche nelle loro necessità materiali. Era un'esigenza che le nasceva dentro.

Racconta in particolare del "terrore" di uno di essi, il quale sentiva la vita che lo stava abbandonando. Paola iniziò a parlargli di Gesù testimoniandogli la sua misericordia e lui, inizialmente molto diffidente, accettò di pregare con lei. Il terrore sparì dai suoi occhi. Per la prima volta capì che avrebbe potuto ricevere in cielo quella accoglienza che non aveva mai sperimentato sulla terra.

Ricevette il battesimo, al quale lei fece da madrina, e poi la comunione. Poco dopo morì, portando al collo il crocifisso che lei gli aveva regalato.

Sandro Gallo e Anna Pugliese