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La porta giusta  
Santa Messa per i volontari della 36ª Conferenza nazionale animatori
Conferenza Nazionale Animatori 2012 - Clicca per ingrandire... 

«Un benvenuto a tutti: a chi fa servizio per la prima volta, a chi viene qui da tanto tempo, agli affezionati a questo lavoro. Il desiderio vivo è che qualcosa della generosità di Gesù entri in ciascuno di noi e plasmi il nostro operato, affinché il volto di Gesù sia visibile attraverso il nostro servizio». È don Guido Pietrogrande a celebrare la Messa per i volontari del servizio, che da sempre precede l'apertura dei lavori a Rimini. Alla presenza del coordinatore nazionale Mario Landi, dei membri di CNS Amabile Guzzo e Dino De Dominicis, del presidente della Cooperativa Odos Servizi Paolo Zunino, del responsabile nazionale del ministero del Volontariato Carlo Vaccarini e dei responsabili di tutti gli ambiti del servizio, il Consigliere spirituale nazionale RnS rilegge il brano del vangelo di Luca (cf 13, 22-31), indicando la necessità di "passare per la porta stretta". «"Sforzatevi di entrare per la porta stretta": questa è la risposta che Gesù dà a una domanda retorica, inutile, ma che rivela la speranza di avere una risposta secondo il pensiero di chi gliela pone. "Sono pochi quelli che si salvano?" chiede un uomo a Gesù che passa: è la paura che muove a fare questa domanda perché c'è sconcerto dinanzi alla buona Novella annunciata da Gesù. Cosa vuole sapere, oggi, il battezzato che si pone questo interrogativo? Il bisogno di salvezza è dell'uomo, indipendentemente dalla fede, e Gesù risponde a tutti allo stesso modo: per entrare bisogna lasciare tutto ciò che non serve per la salvezza, che pesa, che ostacola il "passaggio"».

Il diritto alla salvezza non è qualcosa di acquisibile mediante una vita "normativamente ineccepibile": «C'è una certa presunzione di essere buoni - ha proseguito don Guido. Non lo ammettiamo apertamente, ma dentro di noi c'è la convinzione di essere salvati per il fatto di aver vissuto secondo alcune norme. Ma religione e fede non sono la stessa cosa: la religione è fatta di norme, la fede è l'incontro con Uno che salva e che è l'unica norma: il comandamento dell'Amore».

Raggiungere la salvezza è un passaggio che don Guido paragona a quello attraverso la porta del lago a Gerusalemme, un passaggio noto per le sue dimensioni molto ridotte. «Per passarvi bisognava farsi piccoli piccoli. Il nostro passaggio per la porta stretta non è sminuire ciò che si è, ma è una vittoria: Gesù è il primo a esservi passato e ci concede la grazia di assomigliargli e fare la stessa strada. La porta stretta di Gesù si chiama incarnazione: egli è entrato nella strettezza dell'umanità, sperimentando cosa significa essere abbandonato da tutti, essere frainteso, equivocato».

Un esempio eccellente, una cartina di tornasole che riporta tutto nelle giuste proporzioni. «Questo ridimensiona il nostro fare: avete ricevuto lo Spirito per le opere della legge o per le opere della fede? Mi salvo perché faccio del volontariato? L'impegno è un gesto d'amore solo dopo aver ascoltato la parola della fede, che il Signore Gesù suscita nel cuore di ciascuno per farci aprire alla rivelazione. La fede non è una nostra performance ma un dono di Dio che attende una nostra risposta. Quando si risponde a Dio che si rivela, in quel momento se ci abbandoniamo nelle mani del Padre scopriamo ciò che è essenziale: farsi piccoli e passare per la porta stretta, che è la porta giusta per entrare nel regno di Dio».

 

Elsa De Simone

(01.11.2012)