«Aprite, demolite le frontiere costruite dalla società, dalla politica, dall'economia e da altre strutture, e fate in modo che lo Spirito abbia a passare di là anche attraverso la vostra voce». Perché «lo Spirito di Dio non ama essere rinchiuso in una teca, è vento e acqua». È l'accorato appello al RnS del cardinale Gianfranco Ravasi, che presiede la Santa Messa con la quale si chiude la prima sessione della giornata. Commentando le letture del giorno, il Presidente del pontificio consiglio per la cultura utilizza tre simboli. Il primo è la "Corte dei gentili", «realtà - dice - che mi tocca in maniera particolare e mi permetto di affidare anche a voi: vorrei che diventasse parte del vostro impegno! Sapete infatti che sulla spinta delle parole di Benedetto XVI ho costituito una Corte dei gentili che sta migrando di città in città», un'esperienza di dialogo con i non credenti. Storicamente, questa espressione definiva uno spazio aperto ai pagani che aveva però un muro che lo separava dallo spazio riservato agli ebrei. Se un pagano avesse varcato lo spazio sacro, gli sarebbe stata comminata la pena di morte. «Cristo però ha spazzato via il muro di separazione che c'era tra i due popoli, muro che impediva un dialogo completo e pieno. Pietro - continua il Cardinale commentando il capitolo 11 degli Atti - scopre che in una casa pagana, considerata impura dagli ebrei, tra persone che non appartenevano dunque al popolo dell'Alleanza, passa il vento dello Spirito, che non conosce frontiere».
Il secondo simbolo messo in luce da Ravasi è quello del pastore, che «certamente è colui che guida, che conduce il suo gregge. Ma è anche il compagno di viaggio che vive in perfetta simbiosi di vita con il suo gregge, perché quello è il suo tesoro». Così, Cristo buon pastore non è solo «colui che sta davanti, ma colui che è "con", che è "in mezzo" a noi».
Ultimo simbolo, la porta: «Cristo si presenta come la porta, la via. E qui c'è una rappresentazione della vita cristiana. Il primo nome con cui sono stati chiamati i cristiani - ricorda il card. Ravasi - è stato "i seguaci della via"». A indicare «una religione che è dinamica, non statica». E a questo proposito, il Presidente del Pontificio consiglio per la cultura sottolinea l'essenzialità della ricerca nella vita dell'uomo e nota tristemente come «in un mondo sempre più banale, non ci sia più la ricerca», la tensione alla verità. Infine, benedice il popolo del Rinnovamento con le parole che il cardinale inglese beatificato da Benedetto XVI, John Henry Newman, aveva inciso sulla porta della sua casa: «Benedizione sempre a tutti coloro che senza essere stati da me invitati, attesi o sperati, sono però venuti con gioia».
Lucia Romiti
(30.04.2012)