Da oggi al prossimo primo maggio, alla Fiera di Rimini, la 35.ma Convocazione nazionale dei gruppi e delle comunità di Rinnovamento dello Spirito Santo. Al centro delle quattro giornate, momenti di preghiera comunitaria, celebrazioni eucaristiche, liturgie penitenziali e confessioni sacramentali. Tanti gli ospiti, tra i quali il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il presidente del Pontifico Consiglio della Cultura, il cardinale Gianfranco Ravasi, e padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia. Su questo importante appuntamento, Federico Piana ha intervistato Salvatore Martinez, presidente nazionale di Rinnovamento nello Spirito Santo:
R. – Da 35 anni, a Rimini, subito dopo la Pasqua e nel tempo che va verso la Pentecoste, migliaia di persone si ritrovano per vivere un’esperienza di Chiesa all’insegna della fraternità e della gioia, con intense esperienze spirituali, senza distinzioni di età, di sesso e di ceto. Proprio come le tribù che andavano a Gerusalemme per la grande festa, anche qui si converge ogni anno, a Rimini, per celebrare questo appuntamento così importante. Quest’anno, poi, c’è una ragione in più: ricorre il 40.mo anniversario della nascita del Rinnovamento in Italia ed è convocazione giubilare. Il Santo Padre, attraverso la Penitenzieria Apostolica, ha voluto far giungere anche la notizia che, ai partecipanti, è data l’indulgenza plenaria alle solite condizioni e a tutti coloro che si uniscono spiritualmente – molti ci seguono attraverso la radio, la televisione o Internet – l’indulgenza parziale.
D. – Tema di questa convocazione è “Nello Spirito gridiamo: Gesù è il Signore”. Perché la scelta di questo tema?
R. – Perché c’è necessità di dare a questo annuncio della fede – all’annuncio kerigmatico portante per la nostra fede: “Gesù è il Signore, Gesù è il Salvatore” – una dimensione sociale, esistenziale ed ecclesiale più ampia e più viva. Non è uno slogan dire che Gesù è il Signore. E’ piuttosto un’esperienza che è possibile fare ogni giorno, laddove la Provvidenza ci concede di vivere. Si tratta di un’esperienza profonda della misericordia e della giustizia che Dio ci usa, del modo in cui è implicato e coinvolto nella nostra storia. Dire che è il Signore significa concedergli spazio, autorità, pensare ogni giorno che non siamo soli, anzi: cercare la presenza di Dio e, quindi, il suo lavoro nella nostra vita, nella storia. Gesù è il Signore significa riconoscere che nessun altro potere umano, il potere delle legislazioni, delle economie e dei mercati, ma vorrei dire anche delle mode e dei costumi, può essere superiore al nome di Dio e al potere che viene da Lui. Oggi, dobbiamo riscoprire il potere dell’amore in un tempo che, invece, insegue l’amore del potere.
D. – Accanto a questa Convocazione, ci sono tre incontri per quello che riguarda il "Meeting Baby" per bambini e ragazzi. Direi che si tratta di un avvenimento importante…
R. – E’ una perla preziosa all’interno di questo scrigno, di questo tesoro, che è la Convocazione nazionale. Dal 1999, ormai ogni anno, i bambini delle scuole materne – e poi anche elementari e medie – hanno dei meeting a loro dedicati, che camminano parallelamente alla Convocazione nazionale. Ciò che è interessante è vedere che, all’interno di questi meeting, davvero molto affollati, i bambini sono essi stessi testimoni: sono protagonisti della loro fede, sono educati a trasmettere la fede ed a viverla con i linguaggi e i modi propri di quell’età e del loro stadio di maturità. E’ davvero entusiasmante il loro coinvolgimento e il modo con cui prendono sul serio il Vangelo.