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Saluto del Presidente nazionale del RnS
per le esequie di don Guido Maria Pietrogrande 

Roma, 8 marzo 2020
Salvatore Martinez e don Guido Maria Pietrogrande - Clicca per ingrandire...

Io so che il mio Redentore è vivo… senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno” (Gb 19, 25a.26b-27a).

 

Care sorelle e fratelli, amiche e amici,

queste parole tratte dal Libro di Giobbe erano sulle labbra di don Guido, sabato 2 novembre ultimo scorso. Eravamo a Rimini: 43^ Conferenza Nazionale Animatori. Don Guido dettava la sua ultima Omelia al RnS nel giorno della Commemorazione dei defunti.

Don Guido, quel giorno, seppur preso dal tumore che lo avrebbe portato alla morte, si sentiva come un uomo che tenta la sua ultima impresa, pronto a dare tutto di sé, il meglio di sé. E così è stato!

E’ scritto che “le cose ultime sono quelle che cominciano per prime”. E di fatto, già a Rimini, Tu don Guido entravi nella “visione” del Redentore. "E’ vivo! Io lo vedrò! I miei occhi lo contempleranno!”

Sì, adesso lo vedi, faccia a faccia. Quante volte ci siamo detti, animando i nostri Roveti Ardenti: “Chissà come sarà bella; quanto sarà bella l’adorazione in cielo”. Martedì scorso, nel nostro ultimo dialogo a Negrar, in Ospedale, Ti chiedevo di farla per me questa adorazione e per tutti noi tuoi fratelli e sorelle nel Signore, nella comunione dei santi. Così che mentre i nostri occhi vedono qui il tuo corpo inerte, i nostri spiriti vedono adesso con Te il Redentore nostro.

Non riesco a non immaginarTi se non a braccia spalancate dinanzi alla bellezza di Dio; Tu, con il Tuo vibrante canto in lingue, ora unito al canto degli angeli; Tu con la Tua mano che scandisce il ritmo della lode e trascina; Tu con il tuo passo di fede carismatica mai stanco, mai arreso, mai spento lungo quei sentieri sacramentali e carismatici che hanno fatto bello il nostro cammino.

Faccio fatica a parlare e a guardare questa bara; a pensare che anche a Te debba dare l’ultimo saluto a nome di quanti sono qui e di quanti qui oggi non possono esserci. Non mi sembra possibile che Tu non sia più al nostro fianco, che tu non sia il primo e il più convinto testimone tra noi della docilità e dell’obbedienza allo Spirito, nella fedeltà alla Chiesa e al Suo Magistero, che la Provvidenza ha voluto per tanti anni alla testa e al cuore del RnS.

E nonostante questo so che vuoi che io in questo momento dia a tutti una speranza certa, una gioia che non muore: Gesù è sempre con noi con il Suo Spirito e il nostro cammino di Rinnovamento prosegue, reso più forte dalla Tua offerta al Padre, secondo il Tuo stesso desiderio, che tante volte in queste ultime settimane mi hai ricordato: “Offro e soffro per Voi”. Non renderemo vano questo sacrificio eucaristico; non renderemo inefficace la memoria del Tuo ministero!

Tu, come un Vescovo, pronto a vigilare che la comunione, la carità e la missione mai difettassero tra noi responsabili e in tutto il popolo del Rinnovamento. 

Carissimi, con l’andare di don Guido sta davvero estinguendosi la prima generazione di iniziatori e padri del Rinnovamento che è in Italia. Sacerdoti che, sull’onda rinnovatrice del Concilio, misero in discussione il proprio ministero, la propria vocazione religiosa, aprendosi al Vento liberatore e riformatore dello Spirito Santo, secondo le attese dei Papi e dei Padri Conciliari.

Spesso Ti sentivi come un sopravvissuto, ma mai compiangevi le nostre benedette origini, anzi desideravi le novità dello Spirito, interpretando la legge dell’oggi dell’incarnazione e della contemporaneità della fede con un’originalità, una creatività, un’amicizia, una fiducia che erano tutte Tue, vorrei dire che sono proprie di tutti gli uomini di Dio, quelli maturi nello Spirito. Da adesso sarai potente intercessore in Cielo, perché sorga su questa nostra terra una nuova, coraggiosa generazione di innamorati dello Spirito. E se potessi prendere la parola, ci diresti: “Avanti, con fiducia nella grazia meravigliosa che è il nostro RnS”.

Don Guido è stato un grande animatore carismatico, un trascinatore, un motivatore, un testimone della bellezza di quel Vangelo che solo lo Spirito ha il potere di rendere sempre nuovo, intimo, efficace, popolare, familiare, di esperienza in esperienza.

Non ostentava la cultura e la dottrina di cui era capace, sempre saggio nell’interpretare i segni dei tempi e nell’orientare con il discernimento le scelte dei suoi fratelli. La sua predicazione era fortemente incarnata, agganciava la fede alla vita come pochi sanno fare, provocando il desiderio di abbracciare seriamente la vita nuova nello Spirito.

E’ stato un grande promotore dei laici e del laicato carismatico; mai geloso, mai in contrasto, mai in atteggiamenti di superiorità; amava accompagnarsi a noi e fare equipe con noi, valorizzando tutti e ciascuno; volentieri si sottometteva e collaborava, manifestando tangibilmente come si costruisce la comunione nella Chiesa e si esercita una corresponsabilità ecclesiale tra sacerdoti e laici.

Due grandi amori don Guido portava nel cuore: l’Eucaristia e Maria.

Nel suo ultimo manoscritto, che ha scritto di getto sotto i miei occhi e che mi ha consegnato a mò di testamento, martedì scorso, Don Guido scrive: “Il RnS è Eucaristia: celebrata, offerta, cantata, pregata, divenuta vita. Corpo di Cristo divenuto Chiesa. Tratto dalla Chiesa come dal grembo di Maria, nel nome di Maria.

E di Maria, di cui fieramente portava il nome, don Guido ebbe a dire, in occasione della Conferenza Nazionale Animatori del 2015: “O Vergine Santa, tu vedi davanti a te un popolo che si definisce “popolo della lode”; un Papa ci ha chiamato così e noi abbiamo accolto l’invito a chiamarci in questo modo, ma abbiamo bisogno che la nostra lode sia attraversata dalla tua esperienza, dall’origine dell’Incarnazione. Vergine Maria, qualcuno ha detto che possiamo chiamarci anche con il tuo nome, un popolo chiamato “Maria”; è un nome molto bello, ma altrettanto impegnativo. Oggi però vogliamo assumerlo: siamo un popolo che si chiama “Maria” perché abbiamo trovato il paradigma di ogni preghiera vera e soprattutto la forza di dire «sì» a Dio che manda. Amen!”.

Vorrei con Voi cantare il mio ringraziamento al Signore per averci donato don Guido. Lo faccio a nome del CNS, del CN, di tutti i 6.000 responsabili e animatori, di tutti i nostri fratelli e sorelle, di tanti anziani di cammino e amici cari di ieri e di oggi. Nomen omen, nel nome è la missione, dicevano i latini. Prendo così a prestito il Suo nome e cognome: Guido – Maria – Pietro – Grande.

  • Guido: ci hai guidato con umiltà, con parresia, con doni di profezia, con la saggezza e il giusto rigore di un anziano e la modernità e l’apertura di un giovane. Hai guidato tante anime, accompagnato tante vocazioni religiose, assicurato la Tua paternità spirituale sempre sorridente a tante famiglie, a tante persone sofferenti. Mai hai vacillato nella direzione da dare alla guida del Movimento. Continua a guidarci adesso, con la Tua preghiera, come già facevi sulla terra.

  • Maria: ci hai aiutato ad incarnare il profilo mariano della Chiesa, cioè il suo profilo carismatico, nel servizio generoso e pronto a tutti. Come Maria, ci hai sempre mostrato l’agile passo della fede in movimento, una fede che dice “sì”, senza calcoli, rischiando, assumendo anche responsabilità più grandi di noi, come Maria, per fare la volontà di Gesù, quello che Gesù chiede.

  • Pietro: ci hai mostrato l’obbedienza al Papa, a Pietro, nel camminare cum Petro; sei stato testimone della bellezza del profilo istituzionale e sacramentale della Chiesa, senza mai indugiare in lamenti o in critiche dinanzi alle difficoltà. Tra i sacerdoti, come sacerdote, eri bello non meno del Sacerdote Simone, di cui il libro del Siracide narra le gesta: riparatore del Tempio e consolidatore del culto nel Santuario (cf Sir 50, 1-21).

  • Grande. Si grande è l’eredità spirituale che ci lasci. E va in tutte le direzioni possibili: dai giovani alle famiglie, ai sacerdoti; dalla preghiera di lode alla preghiera di intercessione, dal Roveto Ardente alla Cultura della Pentecoste, dal primato della Parola, all’amore vitale per i sacramenti e per i carismi. Di ogni attività del RnS sei stato protagonista; eri capace delle cose dello Spirito e in tutto facevi bene, lasciavi il segno, seminavi e raccoglievi affetto. Amavi dire, riprendendo le parole di Giovanni il Battista: “Dio dà lo Spirito fuori di misura” (cf Gv 3, 34), ad indicare che c’è di più; che c’è sempre di più.

 

*****

Vorrei fare alcuni sentiti ringraziamenti.

 

Nel tempo del coronavirus, tra le tante e severe restrizioni imposte dai decreti governativi, recepiti dalle Autorità ecclesiastiche, la celebrazione di questo Rito è da considerarsi un piccolo miracolo, reso possibile anche dalla disponibilità dei familiari di don Guido, a cui va la nostra gratitudine. Non volevamo che don Guido fosse privato del bene grande di questa Santa Messa e di tutte le preghiere che si stanno levando al cielo, in questo momento, da ogni parte d’Italia e del mondo. 

Grazie alla famiglia salesiana, qui rappresentata dal Vicario dell’Ispettoria don Paolo e dal superiore della comunità di don Guido, don Livio. Grazie per avere permesso, in questi anni, di godere della Vostra amicizia, significata nell’avere reso possibile la nomina e la conferma di don Guido, per 14 anni, come nostro Consigliere Spirituale Nazionale, rispettosi della nomina voluta dal Consiglio Permanente della CEI. In questi ultimi giorni siamo stati specialmente vicini; abbiamo fatto tutto insieme e in armonia, a partire dalla difficile organizzazione di queste Esequie.

Grazie al Vescovo mons. Santo Marcianò, amico di sempre, per avere subitaneamente accolto il nostro invito a presiedere queste esequie e per le parole così affettuose e illuminanti offerteci con la sua Omelia.

Grazie al Vescovo ausiliare della Diocesi di Roma, mons. Daniele Libanoni, per avere voluto officiare con noi questo sacro Rito.

Grazie al parroco di questa storica Chiesa Romana, don Davide, per la cordialità e la collaborazione che in ogni modo ci ha assicurato.

Grazie a tutti Voi qui presenti e a quanti hanno seguito da casa in diretta streaming questo momento, celebrazione della Pasqua di don Guido Maria Pietrogrande.

 

*****

 

E adesso, un dono per noi tutti e per quanti ci seguono in diretta streaming. Vogliamo rivedere e risentire don Guido, così come e dove lo abbiamo lasciato: sul palco della 43^ Conferenza Nazionale Animatori di Rimini, il 2 novembre u.s. Poche immagini e un breve video che sono stati preparati, per rivivere quel momento così toccante. E sentiremo dalla voce di don Guido il Suo testamento spirituale per il RnS.

Clicca il link per visualizzarlo: https://www.youtube.com/watch?v=8-CHqnbNpdg&feature=youtu.be 

(08.03.2020)