Grazie al Pranzo di Natale "L'ALTrA
cucina… per un pranzo d'amore", ideato e realizzato da Prison Fellowship Italia Onlus in
collaborazione con il RnS e Fondazione Alleanza del RnS, per la prima volta
l’atmosfera natalizia è arrivata anche nella Casa di reclusione “Filippo
Saporito” di Aversa. La mattinata è stata vissuta con gioia, in vari
momenti.
Tutto ha avuto inizio con l'arrivo dei
detenuti nel teatro, accolti da canti di festa eseguiti da una parte della Corale
diocesana del RnS di Aversa. Tante gli interventi e le presenze: la direttrice dott.ssa
Carla Mauro, il vescovo di Aversa mons. Angelo Spinillo, il sindaco Alfonso
Golia; il comico partenopeo Antonio
Colursi che ha riempito di allegria e ilarità il teatro; gli artisti Gianni Testa, Giacomo Eva e Giovanni
Segreti Bruno che ci hanno allietato con alcuni canti tradizionali di
Natale, cover e brani propri, rendendo tutti partecipi e certi che «con un
piccolo gesto, possiamo riempire la vostra vita», come ha sottolineato
l'artista Gianni Testa. «Ogni anno – ha continuato il cantante di Area Sanremo
- aspetto questo momento perché per me è un’occasione per ricevere dai detenuti
una carica di gioia e, proprio perché sai che ti fa bene, cerchi ogni volta di
non perderla».
«Bisogna avere gli occhi verso la speranza.
Il canto libero nasce dal cuore liberato, bisogna mettere al centro la libertà
di essere uomo»: è intervenuto con queste parole il coordinatore nazionale
Mario Landi lanciando a ognuno un messaggio di speranza. Espressioni di fede e
speranza, anche quelle racchiuse nel messaggio del Santo Padre Francesco, letto
dal coordinatore diocesano Massimo De
Landro in cui la parola chiave è stata "coraggio": il coraggio di
non chiudere la speranza dentro una cella.
«Siamo qui per vivere un momento in
famiglia», ha detto uno dei detenuti, e proprio come si fa in famiglia, nella
gioia si è dato spazio a un momento conviviale. Tutto preparato nei minimi
dettagli: tavoli e addobbi rossi che richiamano il Natale, come segnaposto, un
braccialetto con unla raffigurazione di un’àncora e un bigliettino con la frase
"Tu sei la mia speranza". In un clima di grande festa, il Pranzo è
stato realizzato dalla chef stellata Marianna
Vitale e servito al tavolo dai volontari del RnS, con la certezza di offire
non appena un semplice pasto, ma un gesto d’amore, una prospettiva di speranza,
uno scambio di esperienze di vita, un sorriso che forse, soprattutto in questo
periodo dell'anno, manca ai detenuti.
«È bello guardare gli occhi di ognuno - ha
sottolineato l'artista Giovanni Segreti
Bruno -; ti fanno capire come sei stato importante per loro in quel
momento. La musica che abbiamo portato in questo luogo diventa fonte di
speranza». Tutti i presenti si sono sentiti parte di una famiglia. «Ciò a
cui spesso il mondo ci abitua è che bisogna ricevere sempre, ma qui capisci che
bisogna dare senza ricevere; ciò che per noi sembra poco, in realtà è tanto»,
ha affermato il giovane artista Giacomo
Eva.
«Grazie per aver deciso di trascorrere un po’
di tempo insieme a noi rinunciando a fare le vostre cose e a divertirvi con i
vostri familiari. La vostra presenza qua per noi è la breccia in quel muro che
ci divide e un seme che fa crescere la speranza che non tutto è finito e che
abbiamo forse un'altra opportunità. Per noi la vostra è la vera carità. Servire
gli ultimi è questa la carità, sentirsi fratelli. Grazie!»: questo è stato il
messaggio che i detenuti hanno lasciato a tutti noi. Quello di una piccola luce
di speranza tra alte mura.
Lucia Caterino