In occasione delle festività natalizie, anche
quest’anno la Casa circondariale di Opera ha accolto l’iniziativa dei “Pranzi
d’amore” regalando a 33 detenuti una giornata di convivialità con la propria
famiglia.
Si tratta di un’occasione unica durante tutto
l’anno. Per un giorno, infatti, l’incontro con la famiglia non avviene secondo
la procedura e la distanza del colloquio classico, ma i familiari possono
partecipare alla Santa Messa, pranzare attorno a un tavolo e divertirsi
assistendo all’esibizione di cantanti e comici. Insomma, questo evento, che
ormai da sei anni unisce solidarietà e prossimità, non solo dona un giorno di
festa a chi soffre l’esperienza dolorosa della reclusione, ma cerca anche di
richiamare l’attenzione del maggior numero di persone affinché il carcere, come
dice Papa Francesco, possa diventare un luogo di stimolo per tutta la società, e
quest’ultima possa diventare più giusta e più attenta alle persone.
La giornata è cominciata con la Celebrazione
eucaristica, presieduta dal Vicario episcopale don Carlo Azzimonti. La sua presenza ha voluto testimoniare la
vicinanza della Chiesa di Milano ai detenuti. Durante l’omelia, riferendosi al
brano evangelico dell’annuncio della nascita di Gesù ai pastori, ha ricordato
che l’angelo non è uno stato d’essere, ma il modo di fare di chi porta
l’annuncio della salvezza. «Davanti a me - ha detto mons. Azzimonti - vedo
angeli feriti. Siete voi gli angeli che noi attendiamo, capaci di perdonare il
male subito e di annunciare la buona Novella. Solo se saremo angeli gli uni per
gli altri potremmo aprire sentieri di speranza». Il Natale, infatti, ha
ricordato mons. Azzimonti, è la festa della luce che riaccende la speranza.
Durante la Messa è stata benedetta una coppia
nell’anniversario del loro matrimonio. Al termine, i bambini presenti, figli
dei detenuti, accompagnati dalla corale del Rinnovamento nello Spirito Santo
che ha animato la Celebrazione eucaristica, hanno intonato alcuni canti
natalizi.
Per il secondo anno il pranzo gourmet,
dall’antipasto al dolce, è stato preparato dallo chef stellato Ivan Milani del ristorante “Pont de Fer”
di Milano e dai suoi collaboratori.
«È bello sentire la gratitudine di chi non si
aspetta niente!» afferma Elisabetta, una dei sessanta volontari RnS che con
gioia hanno servito ai tavoli.
Sono intervenuti per un saluto anche il Direttore
della casa di reclusione, Silvio Di
Gregorio, e la presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano, Giovanna Di Rosa. Entrambi hanno
sottolineato l’importanza dell’evento sia durante il periodo di reclusione sia
in prospettiva di una riabilitazione alla società civile.
Tanti gli ospiti presenti: esilarante
l’esibizione dei comici cabarettisti Renzo
Sinacori (alla sua terza presenza),
Davide Messina, Aurelio Cammarata, Francesco Rizzuto, Luca Terruzzi e di Rosy Cannas; spettacolari le
performance del mimo giocoliere Eddy
Mirabella e del prestigiatore Eta
Beta. Tutti volti noti del mondo dello spettacolo che, dopo il pranzo,
hanno intrattenuto grandi e piccini con un divertente spettacolo, senza far
mancare, però, momenti di riflessione. Sicuramente il più alto è stato
l’esibizione di suor Cristina che,
accompagnata dalla chitarra di Luca De
Gregorio, talento di “The voice”,
e da Deborah Summa, ha allietato il
pubblico con la sua meravigliosa voce.
Presente anche il presidente di Prison Fellowship Italia, Marcella Reni, la quale salutando i
detenuti e le loro famiglie ha affermato: «Noi veniamo qui non perché siamo più
buoni, ma perché apparteniamo, come dice Papa Francesco, a un’unica famiglia
umana. Forse perché abbiamo ricevuto di più, è giusto dare di più».
Fania Raneri