Introdotto da don Guido
Pietrogrande come un «padre che viene a confermarci nel cammino di fede», mons,
Stefano Russo, Segretario generale della Cei, porge un saluto all’assemblea
prima di celebrare la Santa Messa: «Il caro Salvatore – dice – ha ripreso
alcune espressioni della lettera che il cardinale Bassetti, presidente della
CEI, ha indirizzato alla Conferenza, mettendo in risalto la necessità di essere
testimoni di Cristo per il mondo. Salvatore diceva che il tempo che viviamo è
il migliore e noi sappiamo bene perché: non abbiamo altro tempo da vivere se
non questo. E’ il tempo dello Spirito e siamo sicuri che su di noi ricade
l’abbondanza della grazia; è il tempo per il quale vale la pena di spendere la
nostra vita».
Riprendendo Gv 10, 10, mons.
Russo parla della vita che abbiamo ricevuto come figli di Dio, vita piena, vita
in abbondanza: «Se siamo qui – spiega – è perché questa esperienza d’amore ci
ha travolti, ci ha preso il cuore, ci spinge a continuare in questo cammino,
tanto più all’inizio di un nuovo anno di servizio, un nuovo ciclo».
Il Segretario della CEI non
nasconde che viviamo anche tempi difficili, in relazione ai quali il Papa spesso
ci sollecita: «La Chiesa non cresce per proselitismo, cresce per attrazione e
il Papa ci incoraggia a diventare capaci di questo. La Parola che avete scelto
come tema è fondamentale: dobbiamo diventare sempre più capaci di essere
espressione di quell’amore che Dio ha riversato nei nostri cuori e di
rappresentare una risposta autentica alle aspettative delle donne e degli
uomini di questo tempo. Come voi state avviando un nuovo ciclo - dice -, anche la Chiesa che è in Italia sta
vivendo un tempo particolare: nella prossima assemblea dei vescovi, in maggio,
si prepareranno i nuovi Orientamenti pastorali, poiché si sta concludendo il
Decennio dedicato alla sfida educativa. Questa volta, i vescovi, perché la
Chiesa sia più capace di intercettare i cambiamenti epocali che viviamo, hanno
deciso di ridurre il ciclo da dieci a cinque anni. Vi chiedo di pregare, perché
anche noi possiamo metterci in ascolto dello Spirito Santo. Non c’è dubbio che
egli sia su di noi, ma questo non basta, bisogna sapere ascoltare, per potere
fare il bene che vogliamo e perché l’annuncio della resurrezione metta tutti
gli uomini in grado di lasciarsi toccare da Dio».
Luciana Leone
(03.11.2019)