La Santa Messa, nella seconda giornata di Assemblea,
viene celebrata in un clima di festa: il RnS ha un nuovo Comitato nazionale di
servizio che, sulle tracce del Vangelo del giorno, si impegnerà con
responsabilità e dedizione nel servizio al Rinnovamento e alla Chiesa.
Don Guido Pietrogrande, nella sua omelia, pone
l’accento non su chi, dopo la Pasqua, abbia visto per primo Gesù ma sul modo in
cui essi reagiscono a tale incontro. Sia Maria che i discepoli di Emmaus hanno
difficoltà a riconoscerlo: Gesù si manifesta non più nella carne ma nello
Spirito che non può essere riconosciuto se non attraverso gli occhi della fede,
del cuore. Anche noi, come quei discepoli, spesso reagiamo al nostro incontro
con il Signore con “incredulità” e “durezza del cuore”, frutti della mentalità
distorta e indifferente di questo mondo. Ancora più spesso, diffidiamo di chi
ci parla del suo incontro con Cristo, non crediamo a quei testimoni che hanno
visto Gesù.
Siamo così radicati nella nostra incrollabile razionalità che
facciamo fatica a «fidarci di Dio per mezzo dei suoi testimoni». «Essi sono la
ricchezza della Chiesa, sono il “canale” che Dio ha scelto perché la Verità
arrivi a ogni creatura». Ma quanti, ha detto don Guido rivolgendosi
all’Assemblea, possono testimoniare oggi che Dio ha davvero cambiato la loro
vita? Quanti di noi, ascoltando i testimoni di Dio, sono diventati a loro volta
testimoni?
Il Vangelo ci rimprovera e ci invita a riflettere
sulla nostra incredulità, sulla nostra durezza di cuore che, ancora oggi, ci
impedisce di diventare testimoni credibili di Cristo. È un peccato, questo, che
nasce dall’abbandono della Parola di Dio, ci coglie quando non ci fermiamo a
riflettere sulla direzione che stiamo prendendo rispetto alla via della
santità. Una riflessione, questa, che deve interrogare, in modo particolare,
tutti coloro che si accingono a ricoprire un importante ruolo di guida
pastorale.
Ai fratelli neo eletti, infatti, don Guido ha
augurato, come Gesù ai suoi discepoli, di «proclamare il Vangelo a ogni
creatura; ogni ministero nuovo, ogni servizio nella Chiesa è sempre a servizio
di un Vangelo che deve essere annunciato… Rallegratevi perché è grande
l’incarico che Dio vi dà: essere responsabili di un Messaggio che il Signore vi
dà da annunciare nei modi più vari e diversi secondo i carismi di ciascuno».
Daniela Di Domenico