Segreteria nazionale
via degli Olmi, 62
00172 Roma
tel 06 2310408
fax 06 2310409
mail rns@rns-italia.it
Homepage >> Eventi >> XIV Assemblea nazionale RnS Torna alla pagina precedente...
Cogliamo ciò che è essenziale 
La relazione di don Guido Maria Pietrogrande, consigliere nazionale spirituale
XIV Assemblea nazionale RnS - Clicca per ingrandire...

“’La proposta piacque ai fratelli’ (cf At 6, 5a). La Comunità luogo del discernimento e fonte di ogni servizio”. Questo il tema della relazione dettata dal consigliere spirituale nazionale, don Guido Pietrogrande nel giorno in cui molti responsabili sono chiamati a “scegliere”. La sua riflessione prende spunto dal passo degli Atti degli Apostoli (cf 6, 1-6) dove si parla dell’elezione dei diaconi.

«Questo passo– ha detto don Guido – ci può illuminare sul ruolo della comunità in ordine al discernimento e alle scelte pastorali». Nel passo biblico, infatti, possiamo scorgere un parallelismo con le elezioni che l’Assemblea e il Consiglio nazionale si apprestano a svolgere. L'”istituzione dei sette", nella Scrittura, rappresenta un episodio cruciale che favorirà l'iniziò della missione della Chiesa.

Ma ogni fase elettiva, inevitabilmente, è l’evoluzione di un “mormorio”, di un malcontento, per il quale si rischia di perdere di vista l’essenziale: la preghiera, l’annuncio della Parola, e la carità fraterna, ciò che ci mantiene nella Verità.

Il discernimento viene in soccorso ai discepoli che intendono sciogliere questa situazione di criticità, non legata al malcontento ma a un problema più importante: servire le mense trascurando l’annuncio della Parola. Anche la comunità viene chiamata a fare discernimento nella scelta dei sette rappresentanti del tempio; i prescelti dovranno rispondere a tre criteri: avere una buona reputazione, essere pieni di Spirito Santo e di saggezza. «È bello - ha detto don Guido - che la scelta venga fatta nella comunità sapendo già chi scegliere: ciò significa che in quella comunità ci si conosce, ci si stima, che in quella comunità c’è stato esercizio di carismi che ha permesso di vedere come lo Spirito agisce nei fratelli». Il frutto del discernimento è una scelta che “piace”, scrive Paolo, appaga gli animi e riporta serenità, e alla pace fa seguito l’incremento del numero dei discepoli: «Senza l’ascolto di chi ha l’autorevolezza non è possibile partire per un discernimento… Senza discepolato sarà difficile fare discernimento perché non c’è appartenenza, non c’è cammino non c’è un progredire nell’appartenenza a Dio».

XIV+Assemblea+nazionale+RnS

Allora, continua il Consigliere nazionale, dal discernimento spirituale ha origine il discepolato, la missione e il servizio. Il servizio – ci tiene a ricordare don Guido – è anche preghiera, è annuncio della Parola, quindi è anche culto.

Don Guido si sofferma poi sul passo Atti 13, 1-3 che parla dei profeti di Antiochia ai quali, mentre celebravano il culto del Signore, lo Spirito disse: «Riservate per me Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati. Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono». Potrebbe sembrare che, durante un’azione liturgica, sia facile fare discernimento: «in realtà non lo è perché anche in questo discernimento, frutto di obbedienza allo Spirito Santo, che ha parlato in modo solenne ed eccezionale, noi vediamo che c’è la presenza di profeti e maestri». La profezia ha bisogno cioè di essere verificata, deve essere sottoposta ai profeti, e la comunità deve essere pronta a “perdere” un fratello importante eletto alla missione. Deve essere una comunità disposta a rinnovarsi.

XIV+Assemblea+nazionale+RnS

Il terzo passaggio affrontato da don Guido ruota intorno al Concilio di Gerusalemme. In quel periodo anche a Gerusalemme c’è tutta la problematica di una Chiesa in fermento, di una Chiesa che deve rinnovarsi. Giacomo sarà quello che risolverà il problema suggerendo di affidarsi totalmente alla Parola di Dio; il suo è un annuncio profetico che interpreta la Parola di Dio a favore della novità.

La comunità può allora definirsi l’habitat dove il discernimento fiorisce. Dopo questa lunga riflessione, don Guido rivolge una domanda provocatoria all’Assemblea: noi crediamo veramente che anche le nostre comunità siano concordi nelle scelte? Crediamo veramente che anche per le nostre comunità sia questa la strada per arrivare alle scelte giuste? Paure, pregiudizi, interessi personali, spesso ci impediscono di fare il giusto discernimento spirituale. La risposta è nella Croce: la croce è il vero crocevia della purificazione, del discernimento. «Siamo chiamati alla freschezza dell’ascolto di Dio, del confronto sulla Parola, senza paure e preconcetti». E anche quando crediamo che tutto è già deciso, scritto, ricordiamoci che Dio fa nuove tutte le cose, c’è sempre la “novità di Dio!».

Daniela di Domenico

(28.04.2019)