Il Progetto è ideato da Prison
Fellowship Italia onlus
assieme a Rinnovamento
nello Spirito Santo (RnS)
e a Fondazione
Alleanza del RnS, realizzato in collaborazione con il
Ministero della Giustizia e l’Ispettorato
Generale dei Cappellani Carcerari.
«L'ALTrA
Cucina... per un Pranzo d’Amore»
è
un grande evento di giustizia sociale che ha luogo, oggi martedì
18 dicembre,
contemporaneamente
in 13 Carceri di Italia, per
offrire a 2000
detenuti e detenute,
in occasione del Natale, un pranzo gourmet,
preparato da prestigiosi Cuochi che presteranno la propria maestrìa
ai fornelli affiancati da ben
350 Volontari
aderenti
al RnS.
Numerosi
i produttori e gli sponsor che, da ogni Regione, anche quest'anno,
a vario titolo,
hanno voluto aderire con generosità al “Pranzo d'Amore”.
Sono
13
gli Chef d'eccezione
che cucineranno 2000
piatti stellati
negli Istituti penitenziari di: Roma
(Rebibbia Femminile), Milano (Opera e San Vittore), Torino, Palermo,
Bologna, Bari, Salerno, Siracusa, Massa Carrara, Eboli, Lanciano,
Ivrea.
A
dare particolare “sapore” all'iniziativa avviata nel 2014, nella
Casa circondariale di Rebibbia, fu Filippo
La Mantia,
celebre firma culinaria, che con la detenzione ebbe una terribile
quanto ingiusta esperienza.
Oltre a lui tanti sono stati i Cuochi stellati che, sempre insieme ai
tanti volontari coinvolti, si sono spesi tra i fornelli: da
Heinz Beck a Cristina Bowerman, da Carmine Giovinazzo a Tommaso
Arrigoni e Giampiero Colli, da Pietro D’Agostino a Anthony Genovese
e Lorenzo Cuomo,
solo per citarne alcuni.
Nelle
quattro precedenti edizioni, inoltre, altrettanto solidale è stata
la staffetta che ha visto partecipare
personaggi noti al pubblico; attraverso divertenti e insolite
performance, hanno donato il proprio tempo e la propria arte per
“sprigionare” insieme il bene in questa giornata di festa. Si
ricordano: Ficarra
e Picone, Nek, Edoardo Bennato, Lorella Cuccarini, Pamela Villoresi,
Luca Barbarossa, Annalisa Minetti, Franco Nero, Max Diotallevi,
Beatrice Bocci, Alessandro Greco, Beatrice Fazi, Linda Batista e
altri.
“Si
nasce liberi ma si può morire schiavi, non solo per indigenza, ma
anche a causa di quelle povertà, morali, sociali e culturali che ci
fanno diventare prigionieri in una società incapace di mettere al
centro la dignità dell'uomo. Oggi a fare notizia è il business e
non il bene comune: con il «Pranzo d'Amore» intendiamo superare la
«cultura dello scarto», richiamata da Papa Francesco, e investire
in umanità. Noi crediamo che Dio possa far sorgere figli dalle
pietre: anche i cuori più duri possono aprirsi!”.
Questa la dichiarazione di Salvatore
Martinez,
Presidente
del Rinnovamento nello Spirito Santo e della Fondazione Alleanza del
RnS,
che, nella Conferenza stampa di presentazione dell'evento, ha
richiamato la grande sfida della macchina organizzativa,
sottolineando “la
necessità di azioni sistemiche a favore dei detenuti fuori dal
carcere, soprattutto a sostegno delle famiglie che con la detenzione
del capofamiglia cadono in condizioni di estremo disagio economico”.
Secondo Martinez, infatti, “includere
la misericordia a fianco alla giustizia e supplire alla carenza degli
Ordinamenti vigenti, non è solo un compito dello Stato, ma è un
dovere della società civile”.
Alle
sue parole si aggiungono quelle di Marcella
Clara Reni,
Presidente
di Fellowship Italia onlus:
“L’ingrediente
principale di questo evento è l’amore, lo sguardo di misericordia
e di vicinanza spirituale con cui i volontari servono ai tavoli
insieme a tanti “vip”, per far sentire primi gli ultimi.
Alla
domanda 'chi ve lo fa fare?'
- ricorda Reni - occorre
rispondere con fatti concreti, vincendo lo stigma sociale
dell'indifferenza e raggiungendo tutte le periferie esistenziali
possibili”.