Con una festosa accoglienza
dei pellegrini, tra canti e inni di lode, e con la parola d’ordine “Rosario
alla mano”, è iniziato, nell’Area mercatale di Scafati (SA), sabato 15
settembre, l’11° Pellegrinaggio nazionale delle famiglie per la famiglia 2018.
All’evento, promosso dal RnS
in collaborazione con la Prelatura Pontificia di Pompei, con l’Ufficio nazionale
per la Pastorale della Famiglia della CEI, con il Forum delle Associazioni
Familiari, con il patrocinio del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita,
hanno aderito oltre 5000 persone provenienti da tutta Italia.
A dare il saluto iniziale ai
numerosissimi intervenuti da tutta Italia e non solo, Marcella Reni, membro di
CN, e Amabile Guzzo, direttore del RnS.
Una folla esultante e orante,
una folla con i colori della famiglia, ha innalzato una lode potente al Signore
come inizio di questo Pellegrinaggio. Ad animare la preghiera comunitaria
carismatica, Etienne, Pasquale e Tina, Alberto e Simona e don Guido
Pietrogrande.
Al termine della preghiera,
presentato da Mario Landi, mons. Giovanni D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno, ha
introdotto alcune coppie che hanno testimoniato la bellezza di essere una famiglia
cristiana, e gli ospiti presenti al Pellegrinaggio.
«Questo Pellegrinaggio – ha
detto mons. D’Ercole - è davvero un “segno dei tempi”, anno dopo anno. La
Chiesa guidata da Papa Francesco si sta fortemente interrogando sul valore
ecclesiale e sociale della parola “famiglia”». Il tema di quest’anno, suggeritoci
dalla recente Esortazione di Papa Francesco è: “Vedere la santità nel popolo di
Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli
uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle
religiose anziane che continuano a sorridere” (Gaudete et exultate n. 7)
Questo Pellegrinaggio,
infatti, giunge all’indomani dell’Incontro Mondiale delle Famiglie a Dublino e
che è risposta all’appello di Papa Francesco. «Vogliamo che il Papa sappia che
noi abbiamo a cuore la famiglia, che abbiamo a cuore la Chiesa, che gli
vogliamo bene!».
Terminata la presentazione, sono
stati letti i due messaggi giunti per l’occasione: quello del card. Kevin Farrell,
prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, e quello del card. Gualtiero
Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana. A dare inizio al
momento degli interventi, intervistati da mons. Giovanni d’Ercole, don Paolo
Gentili, direttore dell’Ufficio nazionale pastorale della famiglia della CEI.
«Da qui – ha detto don Paolo
Gentili - il panorama è molto bello, è il panorama di una famiglia che in
Italia è fortemente feconda e continua a essere alla vera anima del nostro Paese,
ma anche delle nostre comunità, perché non si può fare comunità cristiana,
senza la dimensione familiare. La famiglia è ciò che dà speranza alla Chiesa e
al mondo come ha detto il Papa a Dublino. Credo che oggi queste strade anche da
Scafati a Pompei saranno impregnate di questa speranza».
«Dopo Dublino – ha
continuato il Sacerdote -, nel 2021 torneremo in Italia e torneremo a Roma e
questa è già un ottima notizia. Ma la notizia è che possiamo poi rendere vive e
costruire, da oggi in poi, queste tappe di Pompei, come le tappe in cui si
cammina verso quell'appuntamento».
Il secondo intervento ha
visto come protagonista Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum
Associazioni familiari. Lo scorso anno chiese preghiere per la moglie incinta.
La stessa ha poi dato alla luce Giorgio Maria, meraviglioso bimbo con la
sindrome di Down. «Vi dico con grande sincerità, che è un po' la ciliegina
sulla torta per la nostra famiglia. In un mondo in cui nella famiglia viene
alimentato un senso di rifiuto della malattia o della diversità, Gigi De Palo
dà soluzioni a questo problema a partire dalla sua esperienza.
«Io ho scoperto questa cosa
con i miei figli: alla fine è la concretezza che determina tante scelte. Io ai
miei figli, oggi, non dovrò spiegare che vale la pena che nasca un bambino con la
sindrome di Down, non dovrò spiegargli che papà e mamma sono contro l'aborto, perché
loro hanno la concretezza ogni giorno di stare con un bambino che ha la
sindrome di Down, hanno visto che cos'è un miracolo, i suoi sorrisi e le sue
facce, la sua linguetta. Ho capito che è il segreto. Se vogliamo fare in modo
che non ci siano più aborti terapeutici per i bambini Down, facciamoci amici
dei down, perché automaticamente se tu diventi amico di un bambino, di un
ragazzo con la sindrome di Down, e vedi il miracolo, non viene più in mente
quando ti ci trovi a dover scegliere se dargli o non dargli la vita. Quindi
l'invito è, facciamoceli amici, facciamoci amici i disabili, quella è la
soluzione!».
Poi, guardando alla famiglia
dal punto di vista politico, De Palo ha detto che «si fa molto poco oggi per la
famiglia». «Il problema è che abbiamo due cose in l'Italia, la famiglia e il
turismo: abbiamo queste due grandi ricchezze». Il vero problema però è che oggi
se c'è un desiderio di famiglia, molti rischiano di andare all'estero per
realizzare i loro sogni lavorativi e familiari e quindi esportiamo non solo
cervelli, ma anche pancioni pur di fare una famiglia. «C'è un desiderio di
famiglia, è scritto nel nostro DNA, il sogno che abbiamo da bambini quando
immaginiamo la nostra vita, il “e vissero felici e contenti per tutta la vita”,
ce l'abbiamo». La nascita di un bambino – ha detto De Palo - non è un fatto
privato, ma pubblico perché… quei bambini che camminano tra di noi sono un
“investimento di energia, amore, passione, e risorse per tutti noi. «Noi
dobbiamo tornare a far capire alle persone, che fare famiglia non è solo un
fatto cattolico, un fatto privato, ma è qualcosa che ha a che fare con il
nostro paese, si serve il paese oggi anche facendo famiglia, anche facendo dei
figli».
A chiudere questa prima
parte dell’11° Pellegrinaggio, l'intervento di Salvatore Martinez , presidente nazionale RnS.
Antonella Di Coste