Nella giornata conclusiva della 41ª Convocazione
nazionale, festività di San Giuseppe lavoratore, presiede la Santa Messa il
Consigliere spirituale don Guido Pietrogrande. «Abbiamo detto tutto su questa
parabola. Non ci resta che viverla», ha detto don Guido esortando tutti i
presenti a tornare nelle proprie case con nuovo entusiasmo e con un nuovo
spirito capace di riscoprire l’eccezionalità nel quotidiano.
Spesso, ha detto il Consigliere spirituale, infatti,
la nostra quotidianità, la routine di tutti i giorni ci sembra mediocre,
ordinaria e priva di qualcosa di eccezionale. A questo proposito ci viene in
soccorso san Giuseppe, l’uomo dei giorni feriali, del lavoro, dell’obbedienza
al cammino che Dio ha scelto per lui. Il suo lavoro umile e dignitoso, come lo
è quello di un falegname, che si spende per la sua Santa Famiglia, è segno di
come nella semplicità e nell’amore si contribuisce all’opera creatrice di Dio.
Tutto, allora, diventa improvvisamente eccezionale, straordinariamente unico e
prezioso. «Giuseppe, l’uomo di tutti i giorni – ha detto don Guido – si
inserisce nell’opera di obbedienza del Signore. È una via obbligata, la via
delle sorprese, è la via dove il Signore ci aspetta, e la via dove tutti noi
siamo chiamati a essere samaritani».
L’omelia del Consigliere nazionale si conclude con
un messaggio di speranza, con uno sguardo ben puntato al futuro: dobbiamo
essere “uomini di speranza”, uomini che hanno sempre qualcosa o qualcuno da
accogliere, da attendere. Proprio come l’oste della locanda, colui che ha le
mani odorose di vino, o pregne dell’intingolo da offrire a chi si ferma nella
sua osteria. Come l’oste della locanda attendiamo il ritorno di Colui che viene
prima nella carne e poi nell’oggi, continuando a farci visita nel fratello
bisognoso, ferito e abbandonato. Impariamo allora a custodire chi ci è vicino,
a prenderci cura dei nostri fratelli che ci sono affidati da Dio. «La parabola
la sappiamo a memoria ma forse non è ancora diventata sangue».
Non
c’è età per essere buoni samaritani!
«Caro don Guido – è Salvatore Martinez a parlare
prima della benedizione conclusiva -, desidero ringraziarti a nome del
Consiglio e del Comitato nazionale di servizio per tutte le volte in cui ci
vieni in soccorso, per il modo in cui ci vieni in soccorso e per la
testimonianza che, nonostante i tuoi giovanissimi anni, continui a offrirci per
dire che non c’è età per essere samaritani. E anche quando la salute non direbbe
di poter stare sulla strada, tu non manchi di stare avanti, anche in quelle
terre da Gerusalsemme a Gerico…». Come referente anche della grande famiglia
sacerdotale, «ricevi – ha continuato il Presidente RnS – anche il grazie dei
sacerdoti perché ti spendi per la gloria di Dio».
Daniela Di Domenico