«D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le
fondamenta della prigione; subito tutte le porte si aprirono e si sciolsero le
catene di tutti» (At 16, 26): è cosi che don Guido Maria Pietrogrande,
consigliere spirituale nazionale, introduce la preghiera carismatica del terzo giorno
della 41ª Convocazione Nazionale del RnS.
Tutta
l’assemblea loda Dio per il “terremoto” che ha sentito il giorno precedente,
che è una conferma dell’opera compiuta dal Signore in mezzo al suo popolo; inni
di lode e di giubilo si innalzano a gran voce verso il Dio che compie
meraviglie, verso Colui che libera e salva.
È un nuovo
giorno di grazia per il popolo di Dio che accoglie il Signore che passa e
guarisce e invoca lo Spirito Santo affinché, ancora una volta, prenda possesso
delle vite e dei cuori; è una profonda invocazione che parte dal profondo del
cuore e arriva alle labbra e si esprime con il canto, e quanto più il popolo
canta e si lascia visitare dallo Spirito Santo, tanto più questo riempie i
cuori.
Lo Spirito
agisce in mezzo al popolo e il Signore non tarda a parlare: «Chiedete e otterrete perché la vostra gioia
sia piena» (Gv 16, 24b).
È questa la Parola di Salvezza, è
questa la conferma che il Signore visita il suo popolo, è il tempo della
grazia, è il tempo di chiedere per avere la gioia vera, la gioia piena.
L’assemblea
depone ai piedi di Gesù crocifisso tutte le richieste, come simbolo di resa al
suo potere e invocando ancora lo Spirito Santo chiede al Signore di accrescere
la sua fede; è lo Spirito che suscita le richieste, è lo Spirito che suscita le
domande e non si può far altro che abbandonarsi alle braccia di Gesù e al Suo
grande amore.
Il popolo
di Dio, insieme a tutta la
Chiesa e ai Santi, glorifica il Signore e innalza forte al Cielo
il suo “grazie” perché è certo che il Signore lo ha esaudito, che lo ha
visitato e ha aperto per lui strade nuove; il Signore ha fatto del suo popolo
un popolo nuovo, un popolo rivestito di luce perché pieno della sua grazia.
“Gerico
cadrà”, è il grido del popolo di Dio in festa che canta ed esulta perché : «La luce splende fra le tenebre, ma le
tenebre non l’hanno vinta» (Gv 1, 5). Alleluia!
Sara D’Urzo