Momenti di straordinaria intensità hanno caratterizzato la sessione dedicata alla liberazione durante il Roveto ardente che ha concluso la mattina del 29 aprile, dedicata alla misericordia di Dio. L'assemblea, in parte ancora impegnata nelle confessioni, cerca il volto di Cristo e volge lo sguardo al Santissimo che, accompagnato tra mani stese oranti e acclamanti, raggiunge il suo posto al centro del palco.

Don Fulvio Di Fulvio, già membro del Comitato nazionale di servizio, e don Michele Leone, delegato nazionale per l'animazione liturgica, hanno guidato la preghiera del Roveto ardente di liberazione sul tema "Cristo vi ha liberati per la libertà" (Gal 5, 1a).

Un'azione potente dello Spirito Santo ha permesso che molte catene fossero spezzate, molti cuori liberati grazie alla consapevolezza che nessun peccato può rendere schiavi dopo che l'azione di grazia del costato squarciato di Cristo ci ha "lavati" per sempre.

La prima invocazione è stata dedicata alla liberazione dal dubbio, in particolare il dubbio che alcune colpe non possano essere perdonate. «Quando satana volle tentare Adamo ed Eva - ha affermato don Fulvio Di Fulvio - insinuò il dubbio della parola di Dio». In realtà non c'è peccato, tradimento, mancanza di amore che metta un limite alla Misericordia. Da qui un crescendo di lodi, canti, suppliche che per un'ora hanno sciolto e liberato molti cuori.

L'ultimo momento della preghiera è stato dedicato alle famiglie, affinché liberate da timori, risentimenti, tradimenti, infedeltà, vengano trasformate in unioni sante con al centro Gesù, proprio come nella famiglia di Nazaret.

«Grazie divino Samaritano - ha concluso don Michele Leone - perché non finisci mai di caricarci sul giovenco per portarci alla locanda della tua misericordia». Parole che hanno invitato l'assemblea a non disperare della liberazione che dura per sempre.

Fania Raneri