Questa è la storia di Anna, 45 anni, sposata con Salvatore e madre di Dora ed Emanuele. A soli 22 diventa mamma della primogenita Dora, una bambina bellissima, che all'età di 2 anni, fa sospettare che qualcosa non andasse in lei. Dopo diversi accertamenti la scoperta: era affetta dalla sindrome di Angelman, una malattia neurologica, di origine genetica, caratterizzata da grave ritardo mentale e dismorfismi facciali caratteristici.«Eravamo stravolti, covavo tanta rabbia nei confronti di Dio e avevo il cuore chiuso. Pensai di fare dei "patti" con il Signore per la guarigione di mia figlia. Provavo anche rancore verso i miei genitori perché, per via del loro lavoro, non avevano tempo per curarsi di me.
Nel 2012 nella mia parrocchia fu nominato un nuovo giovane parroco e, con la sua venuta, ho iniziato ad avvicinarmi al Signore. Cominciai a desiderare di fare un incontro personale con Gesù. Nello stesso periodo, conobbi alcuni amici del RnS. Con loro andai al Convegno Regionale nel 2016 e da quel giorno decisi di entrare a far parte di questa realtà. Ho iniziato a frequentare la comunità "Madonna del Cenacolo" di Napoli nella quale da subito mi sono sentita accolta e amata insieme a tutta la mia famiglia. Il cammino nel RnS mi ha fatto innamorare della Parola, ho imparato a dialogare con le persone e ad aprimi e, nel novembre 2017, ho ricevuto la Preghiera di effusione».
Una testimonianza che sottolinea come Dio si è manifestato in tutta la sua grandezza nella vita di Anna, trasformando ogni cosa. Ma non è tutto. Anna conclude così, perché il Signore non si è limitato ad agire soltanto nella sua storia personale: «Un grande regalo è stata la conversione di mio marito Salvatore, totalmente cambiato da quando ha incontrato il Signore, ma la cosa più bella e grande è stata comprendere che mia figlia Dora è un dono prezioso di Dio che io devo custodire con tutto il mio amore. Mi sono finalmente resa conto che Gesù ci è stato sempre vicino e ci ha sostenuto nella sofferenza per poi trasformarla in gioia. Il buon Samaritano si è preso cura di noi e ci ha condotti nella locanda del RnS per darci gioia e fraternità».
Antonella Di Coste
(29.04.2018)