Come
tanti bambini e ragazzi, Giusy ha conosciuto Gesù superficialmente fino ad
allontanarsene, per immergersi poi, totalmente, nelle cose del mondo. «Nel 2014
dopo un lutto in famiglia - racconta Giusy -, io e mia sorella iniziammo il
cammino di cresimandi per avere delle risposte da quel Dio di cui tanto avevamo
sentito parlare. Dal sacramento ricevuto è cresciuta sempre più la voglia di
sentire l’amore di Dio, così dopo la partecipazione al ritiro regionale del RnS
è iniziato il mio cammino e nel maggio 2015 ho ricevuto la Preghiera di effusione.
Oggi la grazia che ho ricevuto e continuo a ricevere, è per me fonte di gioia
da testimoniare ogni giorno».
«Uno
dei luoghi in cui testimonio la gioia di Cristo – continua nella sua
testimonianza - è quello del mio lavoro; sono una docente e insegno al 5° anno
in un istituto tecnico a Cava de Tirreni. Tramite Giustino, referente giovani
della Regione Campania, sono venuta a conoscenza del “Test del Sinodo dei
giovani” che la Chiesa
ha proposto a tutti i ragazzi. Da subito con gioia ho accolto la proposta di
esporre nella mia classe il test del Sinodo. Quando ho chiesto ai miei ragazzi
di compilare nella libertà questo test, la loro prima domanda è stata: di cosa
si tratta? E soprattutto ci sarà una valutazione? Spiegare il perché di questo
test è stato un po’ difficile, perché i ragazzi al solo sentir parlare di
“Chiesa” distolgono l’attenzione. A quel punto ho temuto che il tutto sarebbe
diventato inutile. Così nella massima semplicità ho risposto ai mei alunni che
Papa Francesco è interessato al parere di ogni singolo giovane. Quando i
ragazzi sono venuti a conoscenza delle motivazioni del test lo hanno svolto con
entusiasmo, la consegna è stata in anonimato.
A
un certo punto, presa dalla curiosità, ho iniziato a leggere le risposte dei
vari test anonimi.
Uno
dei ragazzi incuriosito da questo mio atteggiamento e anche perché il test lo
aveva interrogato, si è avvicinato mostrandomi le sue risposte e chiedendomi se
potevamo parlarne perché alcune domande non gli erano chiare. Altri ragazzi,
vedendo questo, si sono alzati piano piano e hanno iniziato a cercare i loro
test per unirsi a noi. A quel punto ogni test aveva nome e cognome.
Abbiamo
trascorso più di un’ora a condividere nel rispetto reciproco le loro difficoltà
in amore, amicizia, scuola, futuro e il loro rapporto con Gesù. Grazie a questo
semplice Test sinodale, ho conosciuto ogni storia, con le preoccupazioni e le
ansie adolescenziali.
Questo
test ha permesso ai ragazzi di mostrarsi come sono senza il timore di essere
giudicati; addirittura alcuni ragazzi hanno riflettuto sulla necessità di
prendere decisioni importanti. Alla fine della condivisione tutti insieme hanno
chiesto: Prof, quando ci sarà il prossimo test? A quella domanda ho capito
quanto sia importante ascoltarli, senza nessuna valutazione. Il giorno dopo a
scuola veniva celebrata la
Santa Messa. Alcuni di loro erano lì ad ascoltarla. Alleluia!».
Antonella Di Coste