Inizia con uno sguardo al mondo dei giovani, alle
loro difficoltà e alle domande che essi pongono alla Chiesa l’omelia della
prima celebrazione eucaristica nella prima giornata della Convocazione
nazionale. A dettarla, il card. Lorenzo Baldisseri, Segretario generale del
Sinodo dei Vescovi che da mesi sta lavorando per rispondere efficacemente alle
necessità che vivono i giovani di oggi, soprattutto in relazione alla fede e
alla Chiesa.
Al centro della sua omelia alcune tematiche che
partono dalla domanda che Filippo, come tanti giovani di oggi, rivolge a Gesù:
«Signore, tu ci parli di Dio, ma com’è Dio? …Mostraci il Padre e ci basta» (cf
Gv 14, 7). Come il giovane discepolo, oggi tanti giovani si rivolgono a Gesù
per conoscere il vero volto del Padre, per passare dal vedere “fisico” alla
trascendenza. In questo passaggio, c’è di mezzo la fede, la fiducia,
l’abbandono incondizionato. Il progresso della scienza e del sapere umano,
sebbene abbia aperto nuove prospettive alla vita, ha allo stesso tempo
indebolito la fede; «…per il comportamento umano e fragile delle persone, la
fiducia non si dà più per scontata», ha detto il Segretario generale del
Sinodo.
Allora dobbiamo domandarci: «La Chiesa oggi risponde
alle domande dei giovani? E che tipo di riposte essa sta dando loro?». Il
prossimo Sinodo dei Vescovi sui giovani (previsto dal 3 al 28 ottobre 2018)
sarà proprio una preziosa occasione di confronto e dialogo aperta a tutti,
nessun giovane deve sentirsi escluso. «Il Sinodo – ha continuato il card.
Baldisseri - è il Sinodo per e di tutti i giovani!».
Qual è, allora, il termometro, il parametro capace
di confermare la «certezza di veridicità per accettare la parola pronunciata»?
«La Parola-risposta di Gesù è lapidaria: “Chi ha visto me ha visto il Padre”. È
una parola che scuote tutto l’essere di chi ascolta».
Un cuore buono, semplice e fiducioso diviene allora
la lente che ci svela, in modo eccezionale, come scorgere in Gesù il Padre.
Dalla fiducia prende vita la prova, la certezza che davvero Gesù ha dato la sua
vita per mostrarci il volto del Padre.
«Con Gesù – ha concluso il Cardinale - abbiamo
imparato che Dio ha “un cuore di papà!”; è un padre misericordioso, con le
braccia aperte per accogliere i suoi figli, sempre, anche se si allontanano
dalla sua Casa».
Tra le parole rivolte dal Cardinale al Rinnovamento,
anche un vivo apprezzamento all’operato svolto dal nostro Movimento nella
Chiesa: «A tutti va il mio cordiale saluto, il mio apprezzamento e
ringraziamento per il gran lavoro apostolico che state svolgendo nella Chiesa».
Una Chiesa
giovane, una fede che non deve invecchiare
Martinez
saluta e ringrazia il card. Lorenzo Baldisseri
Le parole di San Paolo ai Romani riguardo la fede
che nasce dall’ascolto della parola di Dio, potrebbero essere riformulate in
“La fede rinasce dall’ascolto della voce degli uomini, in special modo dei
giovani e di ciò che c’è nel loro cuore”. «Lei – ha detto Martinez rivolgendosi
al Cardinale - ci ha parlato del Padre e questa è una famiglia di famiglie che
l’accoglie, dove i giovani hanno un posto privilegiato…».
Poi, enfatizzando l’importanza di una Chiesa giovane
e attenta ai giovani, il Presidente RnS ha ricordato come già «il Papa buono,
san Giovanni XXIII, diceva: “Finché vivo sono parte di una Chiesa giovane e
voglio essere ‘calorifico’ e non ‘frigorifero’!». Anche Paolo VI, di cui è
stata annunciata la prossima canonizzazione, salutando il RnS ci diede una
consegna importante: «Ringiovanire la Chiesa riportando nelle labbra mute la
lode e il canto a Dio, come sanno fare i nostri giovani, la nostra corale…».
«Grazie per la sua presenza – ha continuato
Martinez, rivolgendo parole di stima e affetto al card. Baldisseri -, grazie
per questo lavoro prezioso che sta facendo prima con le famiglie e adesso con i
giovani in questi preziosi Sinodi».
Infine, ripercorrendo l’intenso cammino di fede che
il Rinnovamento ha svolto a fianco della Chiesa, il Presidente Martinez ha
concluso: «Assicuri al Santo Padre che questa chance che è il Rinnovamento, che non vuole permettere che la fede
invecchi e che la lode si spenga sulle labbra dei credenti, questa chance vuole rimanere viva. La comunione
ecclesiale con i nostri pastori e la gioia di vivere la fede nel popolo di Dio
sono la nostra forza».
Daniela Di Domenico