Si è tenuta presso “The Church
Palace”, a Roma, la Conferenza stampa di presentazione dell’evento “L’alt(R)a
cucina… per un pranzo d’amore”. Non un pranzo qualsiasi ma un pranzo “stellato”
che, il prossimo 18 dicembre, sarà offerto a 2500 detenuti d’Italia e alle loro
famiglie. Secondo quanto riferito da Salvatore Martinez, presidente del RnS
(che con Prison Fellowship Italia e Fondazione Alleanza promuove questa
iniziativa di fraternità), quest’anno il Pranzo di Natale nelle carceri (giunto
alla sua quarta edizione) si svolgerà in nove carceri italiane. Comprenderà
tutte le categorie (minorile, femminile, maschile); nel carcere di Palermo, per
la prima volta, la sezione femminile e quella maschile potranno festeggiare
insieme il Pranzo di Natale; a Milano, insieme ai detenuti, siederanno anche i loro
familiari.
Al tavolo dei relatori Licia
Colò, conduttrice televisiva, il Sottosegretario al Ministero della Giustizia
Cosimo Ferri, lo chef stellato Giancarlo Perbellini (del ristorante “Casa
Perbellini”), il cantante Massimo Di Cataldo e il giornalista di Tv2000, Fabio
Bolzetta, moderatore dell’incontro. «In carcere si può entrare in molti modi; a
noi ci è chiesto di entrare da amici», ha detto Salvatore Martinez. Ha poi
ricordato come anche Papa Francesco, molti anni fa, sia stato conquistato dal
Rinnovamento carismatico in Argentina quando si accorse della forte vicinanza del
Movimento al mondo carcerario. «L’idea che ci sia qualcuno che ci prenda per
mano e che non ci faccia cadere nel peccato, che ci indichi la via del bene, è
uno degli elementi portanti di un progetto chiamato “giustizia riparativa” e di
un’organizzazione ecumenica che lavora in 136 Paesi del mondo (Prison Fellowship
International) presente anche in Italia
(PFIt)… Ciò che vogliamo sottolineare - ha continuato Martinez – è che si
abbatta il divario tra società civile e mondo carcerario; un mondo pieno di
contraddizioni, di complessi ma un mondo assolutamente fecondo, sensibile,
ricettivo alle istanze di perdomo, di misericordia, di giustizia…».
«Lunedì, nel carcere – ha detto Licia Colò –
spero di portare alcuni racconti sul mondo e sulla speranza, perché è
importante credere che si può sempre ripartire».
«Tra le più belle esperienze
della mia legislatura, ormai al termine – ha affermato l’on. Ferri – ve ne sono
molte legate al Rinnovamento, come quella del Pranzo di Natale a Rebibbia.
L’Amministrazione penitenziaria è sempre felice di accogliere questi momenti,
perché è importante coinvolgere le Istituzioni con il volontariato, con il
mondo della società civile che, di fronte a questi temi, non sempre è
sensibile. Invece entrare nelle carceri, capire, confrontarsi, arricchisce davvero».
Tanti gli chef coinvolti nei
Pranzi di Natale, come lo chef
Gianfranco Perbellini (due stelle Michelin), uno “chef artigiano”, come
si definisce egli stesso. 250 le persone che degusteranno le sue portate. «Devo
premettere – ha detto lo Chef – che quando abbiamo ricevuto la proposta di
cucinare per i detenuti del Carcere di Verona, tutti i ragazzi del team hanno
subito dato la loro adesione, nonostante per noi il lunedì sia un giorno di
riposo». Con uno sguardo attento alle numerose diversità culturali e di gusto
dei detenuti, lo Chef veronese cucinerà un risotto con una fondente di cipolla
e un’emulsione di sottobosco; poi preparerà uno dei piatti più famosi della
tradizione veronese: guanciale di vitello brasato con purè di patate. Un piatto
semplice che però può andare incontro ai gusti di tutti. Non si può non concludere
il pranzo – ha continuato Perbellini – con un dolce: «tre mousse di cioccolato
con tre intensità e sapori diversi che ricordano un po’ un dolce famoso di
Gualtiero Marchese, che può rispondere ai gusti anche dei più piccoli».
Molta la solidarietà dimostrata
anche dai personaggi del mondo dello spettacolo. Tra questi Massimo Di Cataldo,
che lunedì canterà per le detenute del
Carcere di Rebibbia. «È un onore per me far parte di questa bellissima
iniziativa. Sono qui perché attratto dalle emozioni provate da mia sorella
Francesca (attrice di teatro), durante il Pranzo di Natale degli anni
precedenti. Per le detenute di Rebibbia ho
pensato di dedicare la mia canzone “Come sei bella” che parla del rapporto di noi
stessi con il tempo». Ha poi sottolineato l’intensità di un passaggio che
Martinez ha condiviso in passato con i detenuti, ma oggi ha voluto rivolgere a
tutti coloro che sono ostaggio di atteggiamenti che mirano solo alla propria
gratificazione: «Siamo prigionieri quando non riusciamo a superare la soglia
del nostro egoismo». Chissà, ha detto Di
Cataldo, che non ne nasca una bella canzone!
Daniela Di Domenico