La preghiera comunitaria carismatica guidata dallo
Spirito ha avuto inizio con un potente momento di lode, nel riconoscimento e
nella proclamazione del Signore Dio quale Re di ogni cosa.
Su questa professione di fede, una forte invocazione
dello Spirito ha aperto i cuori degli animatori, dei responsabili e dei giovani
presenti alla grazia espressa dalla parola profetica: «In verità, in verità io
vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se
invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi
odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno
mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se
uno serve me, il Padre lo onorerà» (cf Gv 12, 24-26).
Bisogna morire a se stessi per innalzare la maestà
di Gesù nella nostra vita; c’è bisogno di morire alle nostre convinzioni, ostinazioni
e al peccato affinché la grazia dello Spirito ci plasmi e ci modelli come il
Padre vuole.
Il gesto profetico di inginocchiarsi, la fiducia
nell’abbandonarsi tra le braccia di Gesù crocifisso che dal Suo costato non
smette di far sgorgare il sangue di purificazione e l’acqua dello Spirito, la
certezza di sapere che «morire è un guadagno» (cf Fil 1, 21) hanno generato
nell’assemblea l’esultanza e la festa. Canti di gioia e di giubilo, danze e
inni si sono elevati all’unico Signore e Salvatore della Storia, Gesù di
Nazareth.
Una parola conclusiva è stata proclamata con fede: «Gesù
le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore,
vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?”» (Gv
11, 25). L’assemblea esultante, nel potere dello Spirito, ha gridato il suo “sì!”.
Gesù è il Signore, alleluia!
Nino Di Guida