Nell’ambito
dell’Incontro sulla famiglia, mons.
Pierangelo Sequeri, preside del Pontificio Istituto “Giovanni Paolo II” per studi
su matrimonio e famiglia detta una
relazione per rileggere alcune espressioni chiave dell’Esortazione apostolica Amoris
Laetitia.
La relazione di mons. Sequeri si è inserita nella
straordinaria cornice della Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma,
durante l’incontro giubilare dedicato alla famiglia.
Il Teologo ha spiegato, attraverso tre passaggi
dell’Esortazione apostolica Amoris
laetitia di Papa Francesco, la gioia dell’amore che si vive in famiglia.
Tre sono i pensieri, scelti dal presidente RnS
Martinez, a cui mons. Sequeri ha associato delle immagini per approfondirne il
significato.
- «Nel matrimonio è bene avere
cura della gioia dell’amore» (n. 126). Il matrimonio è fonte
di gioia ma presuppone cura e la cura implica lavoro: oggi l’idea di amore
e l’idea di lavoro si sono separate dando vita ad amori sterili, che non
conducono a niente, che non producono gioia. La conseguenza è un lavoro
senza amore, condotto per disperazione. Un amore senza lavoro è un amore
apparentemente facile ma che è destinato ad estinguersi in breve tempo.
«Soltanto lo Spirito Santo può ricongiungere questi
due concetti in quanto testimone dell’inizio di tutte le cose, quando l’amore e
il lavoro erano una cosa sola». Nella sua lettura, mons. Sequeri riprende
l’immagine della Creazione del mondo, quando Dio creò ogni cosa e si rese conto
che il suo lavoro, fatto per l’uomo con estremo amore, era buono e bello.
- «La famiglia è l’ambito non
solo della generazione, ma anche dell’accoglienza della vita che arriva
come dono di Dio» (n. 166). “L’amore fa sempre vivere”. Mons.
Sequeri traduce questo passo dell’Amoris
Laetitia ricordando come nell’eternità e nei luoghi di Dio non c’è
solo Dio ma c’è la generazione del Figlio di Dio. La prima parola del
mistero divino non è, infatti, “assoluto” ma “generazione”. Il nostro Dio
non celebra se stesso ma la vita che nasce dalla generazione, l’amore che
genera la vita. È un Dio il cui respiro va oltre il Padre e il Figlio. Questo
è lo Spirito Santo: il testimone di un mistero, di una grande verità;
l’Amore che genera la vita non per farla tornare su di sé ma perché faccia
vivere tutto ciò che c’è intorno. Dunque, l’amore autentico genera vita,
non solo fisicamente ma in molte e diverse espressioni, e solo quando genera
può definirsi amore vero. Solo affidandoci allo Spirito, che è in grado di
mostrarci dove può esserci vita e dove la vita può essere generata,
possiamo avvicinarci all’amore di Dio.
- «I Padri sinodali hanno
insistito sul fatto che le famiglie cristiane, per la grazia del
sacramento nuziale, sono i principali soggetti della pastorale familiare»
(n. 200). «Le famiglie cristiane, cioè - ha detto mons.
Sequeri -, fanno la Chiesa. Quando cioè la Chiesa assomiglia a una
famiglia di famiglie, diventa bella, migliora e diventa capace di
costruire legami» solidi come quelli derivanti dal sacramento della
famiglia, che si distribuiscono ovunque nel corpo sociale». Legami forti
che mancano in molte società, in molti Paesi ricchi di risorse ma
continuamente minacciati e indeboliti da fratture e divisioni.
Tutti siamo chiamati a realizzare questi “legami” familiari
in tutto il mondo, ha concluso mons. Sequeri. Forse siamo ormai un popolo
stremato a cui rimane solo «la speranza che lo Spirito di Dio sostenga gli
uomini che formano la famiglia, affinché diventino buoni legami tra i popoli».
Sintesi
di Daniela Di Domenico
(03.06.2017)