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Pentecoste sia! 
Preghiera comunitaria carismatica
40ª Convocazione nazionale RnS - Clicca per ingrandire...

«La nostra lode vuole oggi superare, con la grazia dello Spirito, i confini dell’orizzonte per entrare nell’abbraccio del Padre verso il Figlio e del Figlio verso il Padre», annuncia dal Palco uno dei giovani che, insieme a Luciana Leone, direttore editoriale RnS, aprono e animano oggi la preghiera comunitaria carismatica. Con le braccia protese verso il cielo, l’assemblea eleva la sua lode piena di fede in Gesù, nella sua risurrezione, nella sua pace, nella sua salvezza. Lui solo è il Signore: «Vogliamo esaltarti anche in nome di tutti quelli che non ti conoscono e ti combattono. La tua parola di vittoria si fa oggi verità», così Luciana Leone eleva la sua preghiera al Dio dell’impossibile mentre cuori e voci si sciolgono in un canto di giubilo.

Gesù, presente e vivo nella preghiera, lascia ancora fluire dal suo costato un fiume di acqua viva, di grazia e di consolazione che vuole raggiungere ogni cuore, ogni sofferenza. Si alza a lui l’invocazione dello Spirito Santo, di lui «abbiamo sete – si prega dal palco. È lui che ci porta nella tua casa, Signore, dove tu ci liberi dalla sporcizia del peccato e ci ungi con olio di consolazione». È lo Spirito Santo che vince ogni resistenza, che rinnova il cuore là dove è più brutto, più vecchio, più stanco e sofferente. «Pentecoste sia!», invoca con la forza della fede Luciana, perché lo Spirito rinnovi la faccia della terra, scenda sui governanti, rompa i legami del potere e della schiavitù. Raggiunga i quattro angoli della terra. «Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva» (Lc 4, 40), proclama la parola profetica, che conferma che non c’è cosa che il Dio della vittoria non possa compiere. L’assemblea riconosce con fede, in ginocchio, la signoria di Gesù e la potenza della sua risurrezione e ancora la sua grazia si fa presente: piega vincoli d’inimicizia e crea ponti che uniscono; piega la forza di alcune depressioni; piega la resistenza di alcuni giovani alla chiamata di Dio.

La Parola conferma e rilancia: «Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede. E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti» (Fil 3, 7-11). Un dirompente Alleluia s’innalza da tutti i presenti, come a voler superare ogni barriera fisica per arrivare su nel cielo e ancora più su… fino al cuore della Trinità.

Elena Dreoni

(25.04.2017)