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Per chi, come Gesù, ogni giorno offre la propria vita 
Il testo integrale delle parole che Martinez ha rivolto a Sua Beatitudine Louis Raphaël Sako
40ª Convocazione nazionale RnS - Clicca per ingrandire...

Beatitudine carissima, desidero offrirle questo ringraziamento nel cuore della nostra liturgia, per dirle che lei è davvero “sotto l’effetto” dell’effusione dello Spirito, perché solo lo Spirito permette di parlare come lei ha parlato e di gridare con tanta libertà, perché chi è mosso dallo Spirito non conosce paura.

E la prego di credermi: ho visto alzare il Corpo di Gesù, il sangue di Gesù, a pochi metri di distanza da Pontefici, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, ma mai, come questa sera, ho provato vergogna nel mio cuore quando lei ripeteva le parole di Gesù: «Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue»… E sentivo dentro di me: “sì, ma corpo violato, tradito”, offeso, ucciso; sangue adulterato, fatto diventare aceto, imbevibile. Lei ce l'ha detto: «Solo la conversione può davvero portare al perdono dei peccati» e noi questa sera abbiamo fatto la nostra promessa di vita nuova per chiedere una nuova effusione dello Spirito. E anche ieri, durante la Penitenziale, abbiamo ancora chiesto perdono per i nostri peccati. Ora vorrei dare voce a tanti nostri fratelli dell’Occidente, cristiani, cattolici come noi e chiederle perdono, a nome di questa Assemblea, a nome di tutti i nostri fratelli: perdono se in nome della democrazia siamo stati peggio dei barbari, compiendo le barbarie più incredibili. Perdono se, in nome della civiltà, abbiamo distrutto la prima e la più antica e la più illuminata delle civiltà umane. Perdono, perché Gesù ci dice: «Qualunque cosa avete fatto a uno di questi miei piccoli, voi lo avete fatto a me» (cf Mt 25, 40) , e noi lo abbiamo fatto contro di Lui, senza ritegno, senza giustizia, senza amore. San Paolo ci ammonisce: «Fuggite il male con orrore» (Rm 12, 9), e noi ci siamo serviti del male per fare il bene.

Perdono, Beatitudine, perché noi abbiamo mille volte tradito il Vangelo e non abbiamo sentito il bisogno di conversione e di perdono di questi peccati. E vorrei che lei gradisse questo gesto come primizia dell'effusione dello Spirito che domani chiederemo. Lei forse non sa che il nostro “Seminario di Vita nuova nello Spirito”, dopo la Preghiera di effusione, ha un altro tema che è “la trasformazione in Cristo”. Lei è stato un esempio di cosa fa l'effusione dello Spirito quando ci trasforma in Cristo.

Accolga questi sentimenti, miei, di questo Comitato, di questo Consiglio nazionale, onorati della presenza che lei ci ha portato questa sera. Mi permetta di dirle che ho incontrato i suoi figli; li ho incontrati per le strade di Amman, una famiglia irachena. Ero lì per la nostra Fondazione legata al “Centro internazionale per la famiglia”. Quante difficoltà per ridare una casa a Gesù nella terra di Gesù a Nazareth! Lei lo ha detto: “Casa di Gesù, casa nostra”. Ebbene questa famiglia irachena mi ha detto: “Noi possiamo fare 3 cose: la prima, essere costretti a rinnegare la nostra fede; la seconda, essere uccisi; la terza: scappare. E siamo venuti qui”. E quando ho detto loro: «Io non ho oro, né argento, posso solo pregare per voi», i loro occhi si sono trasfigurati come i suoi, Beatitudine, quando ci diceva: «Non abbiamo bisogno di soldi, non abbiamo bisogno di armi, abbiamo bisogno di Spirito, di preghiera, di forza, di amore, di gioia».  Ho visto in questa famiglia irachena tutto questo.

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E poi a Beirut, in Libano: 200 giovani universitari iracheni, buttati fuori dal loro Paese prima della loro laurea, e da un anno e in attesa di un luogo, di una destinazione, di un futuro. Ogni giorno si ritrovano per pregare, ogni giorno il Rosario in mano, fieri della loro fede. Mi dissero: «Dì al Papa che noi non tradiremo mai Gesù».

Sì Beatitudine, noi proviamo vergogna, noi che parliamo di fede carismatica vedendo di che fede sono capaci i martiri del nostro tempo, i nostri fratelli iracheni. La sua è Chiesa patriarcale. Noi troviamo senso nella vostra fede; la nostra fede è vera, pura e viva perché voi ancora, come Gesù, con Gesù, offrite la vita per Lui e per noi.

Io vorrei che lei alzasse le mani sopra di noi, in questo momento, per invocare lo Spirito e noi, in ginocchio, come conviene stare per ricevere la Sua benedizione. Invochi lo Spirito su di noi perché possiamo essere degni della nostra fede, degni in ogni modo, non solo con le preghiere ma con la vita, con le opere. Lo desideriamo profondamente e sinceramente. Voglia farci questo dono.

 

Senza pace non c’è vita

Prima di invocare in arabo lo Spirito sui membri del Consiglio nazionale e su tutti i presenti, Sua Beatitudine Sako ha rivolto parole di gratitudine al RnS e la richiesta di pregare per la pace in Medio Oriente:

«Io vorrei salutare i bravi sacerdoti. Sono molto edificato perché, vedete, anche un patriarca può essere edificato. Sono molto colpito da tutti voi, così bravi, disposti alla preghiera e ad aiutare. Parte del merito va a Salvatore. Io sono Patriarca a livello ecclesiastico, ma lui è patriarca a livello della fede!

Io stasera ritorno a Roma, ma l’indomani partirò per l’Egitto dove si terrà una Conferenza sulla pace e la visita del Santo Padre. Chiedo la vostra preghiera per la pace in Iraq, in Siria e un po’ dappertutto in Medio Oriente perché senza pace non c’è vita. Grazie infinite. Grazie di cuore.

A cura di Daniela Di Domenico

 

 

 

(25.04.2017)