Beatitudine carissima, desidero offrirle questo ringraziamento nel cuore
della nostra liturgia, per dirle che lei è davvero “sotto l’effetto” dell’effusione
dello Spirito, perché solo lo Spirito permette di parlare come lei ha parlato e
di gridare con tanta libertà, perché chi è mosso dallo Spirito non conosce
paura.
E la prego di credermi: ho visto alzare il Corpo di Gesù, il sangue di
Gesù, a pochi metri di distanza da Pontefici, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, ma
mai, come questa sera, ho provato vergogna nel mio cuore quando lei ripeteva le
parole di Gesù: «Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue»… E sentivo
dentro di me: “sì, ma corpo violato, tradito”, offeso, ucciso; sangue
adulterato, fatto diventare aceto, imbevibile. Lei ce l'ha detto: «Solo la
conversione può davvero portare al perdono dei peccati» e noi questa sera
abbiamo fatto la nostra promessa di vita nuova per chiedere una nuova effusione
dello Spirito. E anche ieri, durante la Penitenziale, abbiamo ancora chiesto perdono
per i nostri peccati. Ora vorrei dare voce a tanti nostri fratelli dell’Occidente,
cristiani, cattolici come noi e chiederle perdono, a nome di questa Assemblea,
a nome di tutti i nostri fratelli: perdono se in nome della democrazia siamo
stati peggio dei barbari, compiendo le barbarie più incredibili. Perdono se, in
nome della civiltà, abbiamo distrutto la prima e la più antica e la più illuminata
delle civiltà umane. Perdono, perché Gesù ci dice: «Qualunque cosa avete fatto
a uno di questi miei piccoli, voi lo avete fatto a me» (cf Mt 25, 40) , e noi
lo abbiamo fatto contro di Lui, senza ritegno, senza giustizia, senza amore.
San Paolo ci ammonisce: «Fuggite il male con orrore» (Rm 12, 9), e noi ci siamo
serviti del male per fare il bene.
Perdono, Beatitudine, perché noi abbiamo mille volte tradito il Vangelo e
non abbiamo sentito il bisogno di conversione e di perdono di questi peccati. E
vorrei che lei gradisse questo gesto come primizia dell'effusione dello Spirito
che domani chiederemo. Lei forse non sa che il nostro “Seminario di Vita nuova
nello Spirito”, dopo la Preghiera di effusione, ha un altro tema che è “la
trasformazione in Cristo”. Lei è stato un esempio di cosa fa l'effusione dello
Spirito quando ci trasforma in Cristo.
Accolga questi sentimenti, miei, di questo Comitato, di questo Consiglio
nazionale, onorati della presenza che lei ci ha portato questa sera. Mi permetta
di dirle che ho incontrato i suoi figli; li ho incontrati per le strade di Amman,
una famiglia irachena. Ero lì per la nostra Fondazione legata al “Centro
internazionale per la famiglia”. Quante difficoltà per ridare una casa a Gesù
nella terra di Gesù a Nazareth! Lei lo ha detto: “Casa di Gesù, casa nostra”.
Ebbene questa famiglia irachena mi ha detto: “Noi possiamo fare 3 cose: la
prima, essere costretti a rinnegare la nostra fede; la seconda, essere uccisi;
la terza: scappare. E siamo venuti qui”. E quando ho detto loro: «Io non ho
oro, né argento, posso solo pregare per voi», i loro occhi si sono trasfigurati
come i suoi, Beatitudine, quando ci diceva: «Non abbiamo bisogno di soldi, non
abbiamo bisogno di armi, abbiamo bisogno di Spirito, di preghiera, di forza, di
amore, di gioia». Ho visto in
questa famiglia irachena tutto questo.
E poi a Beirut, in Libano: 200 giovani universitari iracheni, buttati fuori
dal loro Paese prima della loro laurea, e da un anno e in attesa di un luogo,
di una destinazione, di un futuro. Ogni giorno si ritrovano per pregare, ogni
giorno il Rosario in mano, fieri della loro fede. Mi dissero: «Dì al Papa che
noi non tradiremo mai Gesù».
Sì Beatitudine, noi proviamo vergogna, noi che parliamo di fede carismatica
vedendo di che fede sono capaci i martiri del nostro tempo, i nostri fratelli
iracheni. La sua è Chiesa patriarcale. Noi troviamo senso nella vostra fede; la
nostra fede è vera, pura e viva perché voi ancora, come Gesù, con Gesù, offrite
la vita per Lui e per noi.
Io vorrei che lei alzasse le mani sopra di noi, in questo momento, per
invocare lo Spirito e noi, in ginocchio, come conviene stare per ricevere la Sua
benedizione. Invochi lo Spirito su di noi perché possiamo essere degni della
nostra fede, degni in ogni modo, non solo con le preghiere ma con la vita, con
le opere. Lo desideriamo profondamente e sinceramente. Voglia farci questo
dono.
Senza pace non c’è vita
Prima di invocare in arabo lo
Spirito sui membri del Consiglio nazionale e su tutti i presenti, Sua
Beatitudine Sako ha rivolto parole di gratitudine al RnS e la richiesta di
pregare per la pace in Medio Oriente:
«Io vorrei salutare i bravi sacerdoti. Sono molto edificato perché, vedete,
anche un patriarca può essere edificato. Sono molto colpito da tutti voi, così
bravi, disposti alla preghiera e ad aiutare. Parte del merito va a Salvatore.
Io sono Patriarca a livello ecclesiastico, ma lui è patriarca a livello della
fede!
Io stasera ritorno a Roma, ma l’indomani partirò per l’Egitto dove si terrà
una Conferenza sulla pace e la visita del Santo Padre. Chiedo la vostra
preghiera per la pace in Iraq, in Siria e un po’ dappertutto in Medio Oriente
perché senza pace non c’è vita. Grazie infinite. Grazie di cuore.
A cura di Daniela Di Domenico