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Spirito Santo, avvocato e consolatore 
Sintesi dell'omelia del cardinale Francesco Coccopalmerio
40ª Convocazione nazionale RnS - cardinale Francesco Coccopalmerio - Clicca per ingrandire...

«Sono contento e onorato di essere con voi oggi, Domenica della misericordia!». Nella domenica in Albis, il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi, saluta il popolo del Rinnovamento e presiede la Celebrazione eucaristica. Commentando le letture del giorno, si sofferma sull'etimologia della parola greca "Paraclito".

«Il brano evangelico proclamato (cf Gv 20, 19-31) - ricorda il Cardinale - è il racconto di ciò che avviene tra Gesù risorto e i suoi discepoli la sera di Pasqua: Gesù incontra i discepoli e dona loro lo Spirito Santo. È spontaneo chiederci chi sia lo Spirito Santo». E per rispondere, il Cardinale fa riferimento ad «altri luoghi» in cui san Giovanni ne parla, in particolare ai versetti in cui lo Spirito è chiamato "Paraclito". Due i significati racchiusi nella parola e tra loro strettamente legati. «Il primo - spiega - è quello di "avvocato", colui che è stato chiamato ed è venuto presso una persona per difenderla, specialmente in un processo». Il secondo significato è "consolatore".

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«Di chi lo Spirito Santo è avvocato?», si chiede il Cardinale, e sottolinea che, soprattutto nei capitoli 14 e 15 di san Giovanni, si dice che «lo Spirito Santo è lo Spirito della verità. Ma per san Giovanni - continua - la verità è Gesù -, quindi lo Spirito Santo sarebbe avvocato di Gesù». Lo difende «dalle accuse di chi non gli vuole bene, di chi gli vuole male, e cioè dal maligno», che cerca di screditarlo e di convincerci a non seguirlo. L'avvocato di Gesù, invece, lo Spirito, «parla bene di Gesù, ci dice che egli è Dio, e ci promette la salvezza e la vita eterna».

È lo Spirito che fa innamorare di Gesù: dall'innamoramento alla gioia, dalla certezza della vita eterna alla consolazione e all'esultanza: «La presenza di Gesù diventa fonte di gioia, anzi di esultanza», come sostiene Pietro dicendo che Dio "ci ha rigenerati per una speranza viva" (cf 1 Pt 1, 3)».

Di qui, la missione. Infatti, conclude il cardinale Coccopalmerio, «Lo Spirito Santo ci dice ancora: "Adesso che io sono stato Paraclito-avvocato di Gesù e Paraclito-consolatore per voi, diventate anche voi avvocati di Gesù presso gli altri, consolatori a motivo di Gesù con gli altri. Gesù infatti ha detto: "Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi" (Gv 20, 21)».

Lucia Romiti

 

Fieri della nostra fede
Il saluto di Martinez al cardinale Coccopalmerio

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«Come dice san Paolo - esordisce il Presidente RnS salutando il cardinale Coccopalmerio al termine della Santa Messa - la Legge non salva. Quante leggi non danno la vita! Quante leggi non regalano ai prigionieri una giustizia che ripara, che conosce il perdono, che conosce la misericordia. Noi - continua Martinez - usciamo da qui consolati; come dice san Paolo ai Corinzi, adesso possiamo consolare con la medesima consolazione con la quale siamo stati consolati dal Consolatore (cf 2 Cor 1, 4). Con questa gioia si conclude la festa della Misericordia. Grazie per la paternità che ci ha usato e per l'affetto che ci porta. Potrà esprimere al Santo Padre il nostro desiderio non solo di essere difensori di Gesù - perché questa potrebbe essere solo una difesa passiva -, ma anche diffusori di Gesù, che è una difesa attiva. C'è un mondo che lo deve conoscere. Noi siamo con il Papa - conclude -, siamo con la Chiesa, e siamo fieri della nostra fede cattolica».

lr    

(24.04.2017)