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«Oggi non veniamo a donare un pranzo, ma a condividerlo» 
A Opera, “L’ALTrA cucina… per un pranzo d’amore”
Pranzo Natale Opera 2016 - Clicca per ingrandire...

Anche quest’anno si è tenuto nella Casa di reclusione di Opera (MI) l’evento “L’ALTrA cucina… per un pranzo d’amore” promosso da Prison Fellowship Italia, Rinnovamento nello Spirito Santo e Fondazione Alleanza del RnS. Il 22 dicembre lo chef “stellato” Tommaso Arrigoni ha preparato il pranzo di Natale per 60 detenuti e le loro famiglie.

A Opera la giornata è iniziata alle 11 con la Santa Messa presieduta da mons. Luca Bressan, vicario episcopale per la cultura, la carità, la missione e l’azione sociale per la diocesi di Milano: «Dio, mandandoci suo figlio, ci spiega come tornare a essere fratelli. La magia del Natale – continua il Vicario – consiste proprio nel percepire l’amore di Gesù che ci rende tutti più legati, più familiari. Chiediamo che questa magia ci scaldi il cuore ogni giorno, non solo a Natale». A concelebrare, il cappellano del carcere don Antonio Loi.

Durante il pranzo hanno servito ai tavoli i detenuti e le loro famiglie, volontari del Rinnovamento e vittime di reati che hanno partecipato al Progetto Sicomoro, cammino di riconciliazione tra vittime e carnefici attraverso cui Prison Fellowship Italia realizza nelle carceri il grande tema della giustizia riparativa.

Nel pomeriggio, all’interno del teatro della Casa di reclusione, si è tenuto un lungo spettacolo presentato da Barbara Benedettelli. Protagonisti, il gruppo musicale Notte New Trolls, il comico Pino Campagna, l’atleta paralimpica Giusy Versace, il musicista Piero Salvatori e Mago Linus. Sul palco c’è stato spazio per la testimonianza di alcuni detenuti e vittime che hanno partecipato al Progetto Sicomoro: tutti hanno testimoniato come questo abbia cambiato radicalmente le loro vite, ridonandogli speranza, coraggio e facendoli uscire dalla solitudine e dall’isolamento. «Sono entrata in carcere piena di odio – racconta Elisabetta Cipollone, una vittima – ma subito mi sono resa conto che non facevo che pensare a quei detenuti come esseri umani e che li portavo nel cuore».

«Stiamo cercando di penetrare nella cultura ed eliminare il pregiudizio sociale facendo capire che in occasioni come questa del pranzo di Natale non è la società civile che viene a trovare i reclusi, ma una porzione di società civile entra in carcere sapendo di incontrare un’altra porzione di società civile – dice Marcella Reni, presidente di Prison Fellowship Italia -. Si viene per rinsaldare il patto che è stato infranto. I detenuti non possono venire da noi, allora dobbiamo andare noi da loro. Per farli crescere, per farli riparare. Oggi non veniamo a donare un pranzo, ma a condividerlo. E questo fa sentire chi sta scontando delle pene non solo amato, ma ristabilito nella dignità».

Il direttore del carcere di Opera, Giacinto Siciliano, sottolinea quanto sia importante valorizzare il rapporto dei detenuti con le famiglie e lavorare perché questo legame sia mantenuto. Per avere una nuova possibilità di essere padri, mariti, figli.

Lucia Romiti 

 

Un ringraziamento speciale a quanti hanno contribuito all'organizzazione del pranzo di Opera:

 - Azienda "Rigoni di Asiago"

 - Confartigianato Regione Lombardia  

 

 - GALLERIA FOTOGRAFICA  

(26.12.2016)