“Un cuor solo, un’anima sola” (cf At 4, 32). Dal
tema della Conferenza ha avuto inizio l’omelia di mons. Lazzeri che ha
ricordato come in queste parole è racchiuso il duplice significato di voler
rendere grazie per i doni ricevuti dallo Spirito in 40 anni di cammino del RnS,
e la necessità di ripartire con gratitudine e nuovo fervore.
Come già sottolineato dal presidente Martinez, 40
anni sono un periodo adeguato per fare un bilancio. Mons. Lazzeri ha
sottolineato come sia urgente «un salto di qualità verso la maturità
cristiana», verso un vissuto che deve tradursi in azioni che manifestino la
presenza dello Spirito; verso comunità che sappiano essere esempio vivente di
una qualità di vita sostanziata dallo Spirito. Il vissuto di questi lunghi e
straordinari 40 anni insieme non deve essere letto come un punto di arrivo,
l’apice massimo raggiunto. Deve, al contrario, considerarsi un nuovo inizio,
«un trampolino di lancio – ha continuato il Vescovo di Lugano - per una nuova
crescita, in intensità e qualità».
Questo uno dei tratti distintivi «dell’autenticità
di ogni vita nello Spirito»: mai fermarsi ma avanzare sempre, andare avanti. A
questo proposito, mons. Lazzeri ha ricordato San Gregorio di Nissa, un padre
della Chiesa che, parlando dell’opera dello Spirito nella vita umana, ha
enunciato il concetto di “epéktatis”:
un movimento che si sviluppa di «inizio in inizio, attraverso un inizio senza
fine» (“Commento sul Cantico”).
Sempre in linea con il tema della Conferenza, il
Vescovo ha poi approfondito il Vangelo del giorno (Luca 14, 12-14): la “scelta
degli invitati al banchetto”. Doniamoci agli altri «senza prospettiva di
ritorno»; doniamo senza alcuna pretesa di restituzione o ricompensa. Che il
dono e la condivisione possano realizzarsi nella totale gratuità e nella
consapevolezza di rendere l’altro felice, sempre tenendo bene a mente che non è
opera nostra ma di Dio. Ogni esperienza dello Spirito deve dunque considerarsi
un semplice germoglio non da esibire per ricevere ammirazione ma un seme da far
crescere e donare come manifestazione «dell’abbondanza dello Spirito riservata
ai nostri cuori».
«Vi auguro davvero – ha concluso mons. Lazzeri – di
essere sempre più cristiani adulti! Non fermatevi agli manifestazioni esteriori
dell’effusione dello Spirito… ma aiutate coloro che si avvicinano al Movimento
a compiere un balzo qualitativo verso la maturità cristiana, verso la santità
vera e verso la carità».
Il RnS: una
pianta che deve portare nuovi frutti
Il saluto
di Salvatore Martinez a mons. Valerio Lazzeri
Prima di salutare il Vescovo di Lugano, Salvatore
Martinez ha voluto ricordare come, dopo 45 anni di cammino del Rinnovamento in
Italia, la Svizzera è stata da sempre considerata una Regione d’Italia.
«Lugano – ha continuato il Presidente RnS - ha dato
tanti diaconi alla Chiesa e questi diaconi sono stati anche coordinatori
regionali del RnS in Svizzera e ringraziamo il Signore anche per questo». Ha inoltre
ricordato ai presenti alcuni dei punti centrali dell’omelia: che occorre
avanzare, guai a fermarsi perché la Chiesa passa “di inizio in inizio”.
Volgendo lo sguardo al passato, anziano tra gli anziani, Martinez ha
sottolineato che quelli di oggi sono sì tempi meravigliosi ma un tempo «era più
facile fare vita comunitaria, era più facile avere sacerdoti che accompagnavano
i gruppi, ed era più semplice vivere anche quella maturità ecclesiale che tanto
ci sfida». Ma lo Spirito continua a fare avanzare il nostro Movimento e la
maturità ecclesiale è già in atto rendendoci consapevoli della necessità di
costruire un cammino comunitario stabile. Questa pianta che è il RnS deve
portare cioè degli effetti «sostanziali, spirituali, santi, nella Chiesa». Così
Martinez ha manifestato la gratitudine per le grazie ricevute in passato ma ha
anche espresso con slancio il desiderio di andare avanti e crescere, sempre in
comunione con la Chiesa e con i Vescovi.
sintesi di Daniela Di Domenico