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È il tempo di una nuova meraviglia dello Spirito! 
Preghiera comunitaria carismatica
preghiera 30 ottobre 2016 - Clicca per ingrandire...

Con un semplice gesto di accoglienza, un fraterno abbraccio, l’assemblea entra nella dinamica trinitaria del donarsi e riceversi l’un l’altro, accogliendo il segno come in una festa di famiglia che continua, nella gioia di ritrovarsi insieme nel Nome di Gesù: così ha inizio la preghiera del secondo giorno dedicato alla “Manifestazione dello Spirito e della sua potenza” (cf 1 Cor 2, 4b).

L’assemblea viene invitata a volgere lo sguardo verso Gesù, il Signore Risorto, presente e vivo, che passa da cuore a cuore unendo tutti gli animatori in una parentela divina: ciascuno si percepisce nato dall’abbraccio dell’amore trinitario, che riempie di santità, che ridona nuova identità, che dona nuova fedeltà!

Nella lode crollano le mura di Gerico e si canta la gloria di Dio. Parole d’affetto per Gesù, tesoro nascosto, perla preziosa, salvezza, bellezza infinita, sgorgano naturalmente dai cuori. Ogni animatore lo riconosce come il Signore della propria vita, del proprio passato, del presente, del proprio servizio e sente la potenza della benedizione che scende con ogni grazia e bontà.

Nel suo Nome si invoca una nuova unzione dello Spirito, una nuova immersione nell’amore del Padre perché si realizzi, laddove si è spenta, una nuova vita! Una nuova meraviglia dello Spirito!

Il Salmo 41, «come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te», profeticamente rivela la sete, il desiderio ardente di Dio che abita i cuori e la speranza che nutrono di poter «attingere alle fonti della salvezza» (cf Is 12), le sole che estinguono ogni sete e donano vita senza fine.

Lo Spirito, fonte di acqua viva, scende come un’onda di pace, salvezza, perdono, sovrabbondanza di vita.

Una Parola di fuoco viene sigillata sulle pareti dei cuori dallo Spirito come fondamento del cammino di fede: «In nome di Cristo… lasciatevi riconciliare con Dio» (cf 2 Cor 5, 20) e spinge a entrare in un tempo di guarigione: si depongono le armi dell’orgoglio e dell’autosufficienza, delle gelosie e delle divisioni; la colata di fuoco che purifica, arde e brucia peccato, passioni, vecchiume, stanchezze, viene accolta come una liberazione.

Lo Spirito risana le vite dei convenuti, portando novità nei rapporti e nelle relazioni fraterne, donando nuovi sentimenti di comunione e nuovi germogli di conversione: sbocciano parole nuove per i muti, sguardi nuovi per i ciechi, ascolto nuovo per i sordi mentre l’alleluia risuona per la sala!

Il fuoco divino purifica e rende splendente il fondo d’oro annerito che è nell’intimo di ogni uomo e un caldo applauso sale dall’assemblea al Signore che riconcilia a sé nel Nome di Gesù come segno di pace e di libertà ricevuta per sua grazia.

Una nuova profezia viene accolta nella lode personalmente: «radunerò gli zoppi, raccoglierò gli sbadati… degli zoppi farò un resto, degli sbandati una nazione… E il Signore regnerà su di loro sul monte Sion» (Mic 4): ciascuno si sente salvato, redento dal tocco salvifico di Dio, mentre la grande sala di Rimini diventa come il monte Sion dove si è chiamati a salire per ricevere la Parola che agisce nella propria vita, donando forze nuove, coraggio nuovo, esistenza nuova!

Un gesto finale, pieno della profezia intrisa di gioia di Baruc (cf cap. 5), sigla al termine l’intensa preghiera: l’invito a deporre le vesti dell’afflizione, a rivestirsi dello splendore della gloria e a rallegrarsi risuona come grido felice di bocca in bocca per aver ricevuto l’acqua della Sorgente, tanto attesa e desiderata!

 

Emma Agrelli

 

(30.10.2016)