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Elogio dell’umiltà evangelica 
L’omelia presieduta da mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini
Omelia Lambiasi 2016 - Clicca per ingrandire...

Le parole di mons. Francesco Lambiasi – che con la sua presenza conferma ormai da anni un affetto che si rinnova - ci introducono in una attenta riflessione sui tempi che viviamo, quando sembra anacronistico dire che chi si umilia sarà esaltato, perché accade molto più spesso che chi si umilia sarà umiliato e chi si esalta sarà esaltato.

Alla Scuola di Gesù ci è permesso di imparare il “vangelo dell’umiltà” ma occorre interrogarlo e ascoltarlo, stare alla Fonte della mitezza e dell’umiltà.

L’umiltà, osserva Lambiasi, non è un sentimento né una semplice virtù ma “un evento”: Gesù «si è fatto umile», svuotando se stesso, «assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini» (Fil 2, 6-8). Attraverso Gesù ci è svelata l’identità di Dio: Egli non trova la sua gloria nell’innalzarsi bensì nell’umiliarsi fino alla morte in croce.

Con tre espressioni, il vescovo di Rimini dipinge il volto umile di Dio: l’umiltà di Dio è “gratuità”, Egli crea il mondo per la felicità degli uomini. L’umiltà di Dio è “condiscendenza”, Egli si umilia nelle Scritture affidando se stesso al linguaggio improprio e imperfetto degli uomini. L’umiltà di Dio, infine, è “immedesimazione”: Cristo si è fatto uomo per amare e soffrire con un cuore di uomo.

Mons. Lambiasi sposta poi l’attenzione sulla necessità di imitare l’umiltà di Cristo, e suggerisce alcuni atteggiamenti: essere umili “in relazione a Dio” significa abbandonarsi totalmente al suo Amore, lasciandoci amare «dal Padre nostro che è nei Cieli»; essere umili “in relazione agli altri” significa rinunciare al desiderio di arrivismo, di predominio sugli altri e di successo, per abbracciare, invece, la logica del Vangelo, quella che ci fa agire a favore e per il bene dei nostri fratelli.

Infine, facendo riferimento al tema della Conferenza “Un cuor solo, un’anima sola”, Lambiasi parla del “miracolo della carità”: «questo miracolo è possibile solo se nel nostro cuore c’è l’umiltà». La superbia – chiarisce – ci fa armare, l’umiltà ci disarma e ci fa amare». E a Maria, umile serva del Signore per eccellenza, il Vescovo chiede di incidere e di “cicatrizzare” questo messaggio nel cuore di ognuno. Al termine della celebrazione, dopo l’affettuoso scambio di saluti tra il Presidente Martinez e mons. Lambiasi, il Vescovo ha concluso esortando: «Rinnovamento, canta e cammina!».

Sintesi di Daniela Di Domenico

(29.10.2016)