Le parole di mons. Francesco Lambiasi – che con la
sua presenza conferma ormai da anni un affetto che si rinnova - ci introducono
in una attenta riflessione sui tempi che viviamo, quando sembra anacronistico
dire che chi si umilia sarà esaltato, perché accade molto più spesso che chi si
umilia sarà umiliato e chi si esalta sarà esaltato.
Alla Scuola di Gesù ci è permesso di imparare il
“vangelo dell’umiltà” ma occorre interrogarlo e ascoltarlo, stare alla Fonte
della mitezza e dell’umiltà.
L’umiltà, osserva Lambiasi, non è un sentimento né
una semplice virtù ma “un evento”: Gesù «si è fatto umile», svuotando se
stesso, «assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini» (Fil
2, 6-8). Attraverso Gesù ci è svelata l’identità di Dio: Egli non trova la sua
gloria nell’innalzarsi bensì nell’umiliarsi fino alla morte in croce.
Con tre espressioni, il vescovo di Rimini dipinge il
volto umile di Dio: l’umiltà di Dio è “gratuità”, Egli crea il mondo per la
felicità degli uomini. L’umiltà di Dio è “condiscendenza”, Egli si umilia nelle
Scritture affidando se stesso al linguaggio improprio e imperfetto degli
uomini. L’umiltà di Dio, infine, è “immedesimazione”: Cristo si è fatto uomo
per amare e soffrire con un cuore di uomo.
Mons. Lambiasi sposta poi l’attenzione sulla
necessità di imitare l’umiltà di Cristo, e suggerisce alcuni atteggiamenti:
essere umili “in relazione a Dio” significa abbandonarsi totalmente al suo
Amore, lasciandoci amare «dal Padre nostro che è nei Cieli»; essere umili “in
relazione agli altri” significa rinunciare al desiderio di arrivismo, di
predominio sugli altri e di successo, per abbracciare, invece, la logica del
Vangelo, quella che ci fa agire a favore e per il bene dei nostri fratelli.
Infine, facendo riferimento al tema della Conferenza
“Un cuor solo, un’anima sola”, Lambiasi parla del “miracolo della carità”:
«questo miracolo è possibile solo se nel nostro cuore c’è l’umiltà». La superbia
– chiarisce – ci fa armare, l’umiltà ci disarma e ci fa amare». E a Maria,
umile serva del Signore per eccellenza, il Vescovo chiede di incidere e di
“cicatrizzare” questo messaggio nel cuore di ognuno. Al termine della
celebrazione, dopo l’affettuoso scambio di saluti tra il Presidente Martinez e
mons. Lambiasi, il Vescovo ha concluso esortando: «Rinnovamento, canta e
cammina!».
Sintesi di Daniela Di Domenico