Non sono i soli destinatari, ma certo ai movimenti
ecclesiali la Lettera ai Vescovi della Chiesa cattolica «Iuvenescit Ecclesia» sulla
relazione tra doni gerarchici e carismatici per la vita e la missione della
Chiesa, pubblicata il 14 giugno dalla Congregazione per la dottrina della fede,
parla in modo immediato e diretto. Offrendo, insieme, una mappa di riferimento
precisa e certa e un richiamo costante a ciò che li radica nel servizio alla
missione della Chiesa. Temi che stanno molto a cuore a Salvatore Martinez,
presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, come ad altri leader
di aggregazioni laicali che Avvenire incontrerà su questo stesso tema nei
prossimi giorni.
Come ha accolto il
Rinnovamento questo documento vaticano?
Con gratitudine per il rilancio di quella 'teologia dei
carismi' che certamente rimane ancora la 'cenerentola' della formazione
dottrinale di presbiteri e laici. La Lettera riafferma la collocazione
pastorale delle nuove aggregazioni ecclesiali, proprio a partire dalla relazione
tra doni gerarchici e doni carismatici. La nostra sensibilità sugli argomenti
trattati ci permette di cogliere piena continuità con il magistero
post-conciliare.
Che intento legge nel
documento?
La Congregazione esplicita la volontà insistente di papa
Francesco di proporre una nuova 'cultura della Pentecoste', che abbia proprio
nel riconoscimento e nella valorizzazione dei numerosi carismi una grande
risorsa di rinnovamento per la Chiesa e per l’urgente conversione pastorale in
chiave missionaria. San Giovanni Paolo II considerava i movimenti e le nuove
comunità 'una risposta provvidenziale dello Spirito Santo alle necessità della
Chiesa e del mondo' alla fine del secondo millennio. Papa Francesco insiste
proponendo una 'visione armonica e riconciliata' del loro esistere e operare,
specie in un tempo in cui la vita spirituale langue. Oggi, più che in passato,
va ribadito il fecondo rapporto tra istituzione e carismi, al di sopra di ogni
orgoglio autoreferenziale, di ogni distinzione esasperante, di ogni
mortificazione della fraternità e della comunione nella diversità.
Cosa l’ha più colpita
leggendo la Lettera?
Il tentativo di superare quella pericolosa divaricazione, da
alcuni ancora invocata, tra cattolicesimo 'sociologico' e cattolicesimo 'pneumatologico',
e dunque tra una Chiesa 'dell’istituzione' e una Chiesa 'della carità'.
Contrapporli o giustapporli, insegna ogni giorno papa Francesco, sarebbe
imprigionare lo Spirito nella vita dei fedeli, del popolo di Dio, della Chiesa.
La 'coessenzialità' tra doni gerarchici e doni carismatici nella struttura e
nel mistero della Chiesa, più volte ribadite da san Giovanni Paolo II e da
Benedetto XVI, trovano oggi nel ministero di papa Francesco un rilancio della
loro dimensione 'missionaria', così che l’orizzonte carismatico s’inscriva
dentro il ritmo sacramentale, extra-liturgico della Chiesa, a partire dalla
Chiesa particolare verso la Chiesa universale.
Il documento parla
ampiamente dei carismi, un tema a voi particolarmente caro...
Sì, con un buon corredo biblico e dottrinale volto a
riaffermare la nozione di 'bene comune' che è insita in tutti i carismi:
seppure dati alle singole persone, devono sempre generare una vita nuova, e
dunque si tratta di novità salutari e contagiose per il popolo di Dio, per la
gente comune e per quanti sono lontani dalla fede. Il Dna dei carismi è sempre
ecclesiale e sociale insieme, comunitario e mai individualistico. Dunque sono
volti al 'bene comune' perché giudicano, fecondano, rinnovano, costruiscono la
storia. 'Carismatici' si è nella vita più che nelle preghiere o nelle buone
intenzioni. Se di questo tutti ci dessimo ragione vedremmo risorgere una nuova
stagione partecipativa e collaborativa, capace di vincere le tante crisi del
nostro tempo. Nessuno più e me- glio del cristianesimo sa generare soluzioni
profetiche che rivoluzionano la storia: i carismi, con le loro pedagogie, ne
sono un’efficace espressione.
Ha suscitato
particolare interesse l’elencazione, al paragrafo 18, di ben 8 «criteri per il
discernimento dei doni carismatici». Come li valuta?
È l’aggiornamento dei criteri fin qui vigenti, posti a
discernimento dell’autenticità dei doni carismatici. Si vuole ancora favorire
la giusta 'maturità' dei movimenti in ordine alla loro testimonianza nella Chiesa
e per la Chiesa nel mondo. Ne discende una più adeguata intelligenza dei
carismi, in un mutato contesto storico nel quale i doni dello Spirito si
trovano a interagire. Dirimente è l’invito fatto ai ministri ordinati a non
disdegnare la partecipazione alla vita di una realtà carismatica, da cui
potranno trarre forza e aiuto umano e spirituale, nel rispetto delle
peculiarità di ogni singola aggregazione».
Come va vissuta a suo
avviso la 'varietà dei carismi' nella Chiesa, e in particolare nei rapporti tra
movimenti?
Con umiltà: i doni vengono da Dio e nessuno può ergersi a
padrone; poi con apertura di cuore: dietro ogni carisma c’è un destino d’amore,
e nessuno può fare a meno del fratello; e ancora, con responsabilità: i carismi
sono dati per l’edificazione della Chiesa e non per la soddisfazione di alcuni,
perché tutta la Chiesa sia carismatica e capace di comunicare Cristo a tutti
gli uomini nella forza dello Spirito Santo.
Su quali criteri sono
impostati i rapporti tra Rinnovamento e le parrocchie in cui è presente?
Il Rinnovamento nello Spirito, per definizione e tradizione,
non è un movimento parrocchiale ma inter-parrocchiale. Sottolinea la nozione di
popolo di Dio che all’interno della Chiesa locale si pone come principio di
animazione, di formazione, di evangelizzazione, mediante la testimonianza di
gruppi e comunità. Tutti vi possono vitalmente aderire, contribuendo a rendere
più feconda e missionaria la vita della parrocchia proprio attraverso la
riscoperta dei doni carismatici dei singoli fedeli.
Qual è oggi la
proposta di RnS a chi incontra la sua esperienza ecclesiale?
Una proposta evangelica semplice e diretta, kerigmatica e
carismatica insieme; di forte impatto comunitario a partire dalla preghiera,
che guarda in special modo ai giovani, alle famiglie, ai sacerdoti, alla
formazione di animatori capaci di usare il duplice linguaggio del primato di
Dio nell’adorazione e del primato dell’uomo nel servizio.
Come verrà vissuta la
Lettera dal Rinnovamento nello Spirito?
Sarà opportunamente approfondita nelle nostre 28 Scuole di
formazione nazionali e interregionali, per continuare il cammino intrapreso in
comunione con i pastori della Chiesa. Potenzieremo le diverse Scuole di vita
carismatica, dedicate rispettivamente ai giovani, ai sacerdoti, agli animatori.
Perché il RnS sia ancora più nella Chiesa un’avanguardia docile allo Spirito.
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Scarica il pdf della Prima pagina di Avvenire del 6 luglio 2016
Scarica il pdf dell'intervista al presidente Martinez su Avvenire del 6 luglio 2016