Intervista
Martinez: una nuova
cultura della Pentecoste
di Francesco Ognibene
Non sono i soli
destinatari, ma certo ai movimenti ecclesiali la Lettera ai Vescovi della
Chiesa cattolica « Iuvenescit Ecclesia » sulla relazione tra doni gerarchici e
carismatici per la vita e la missione della Chiesa, pubblicata il 14 giugno
dalla Congregazione per la dottrina della fede, parla in modo immediato e
diretto. Offrendo, insieme, una mappa di riferimento precisa e certa e un
richiamo costante a ciò che li radica nel servizio alla missione della Chiesa.
Temi che stanno molto a cuore a Salvatore Martinez, presidente nazionale del
Rinnovamento nello Spirito Santo, come ad altri leader di aggregazioni laicali
che Avvenire incontrerà su questo stesso tema nei prossimi giorni.
Come ha accolto il
Rinnovamento questo documento vaticano?
Con gratitudine per il
rilancio di quella 'teologia dei carismi' che certamente rimane ancora la
'cenerentola' della formazione dottrinale di presbiteri e laici. La Lettera
riafferma la collocazione pastorale delle nuove aggregazioni ecclesiali,
proprio a partire dalla relazione tra doni gerarchici e doni carismatici. La
nostra sensibilità sugli argomenti trattati ci permette di cogliere piena
continuità con il magistero post-conciliare.
Che intento legge nel
documento?
La Congregazione esplicita
la volontà insistente di papa Francesco di proporre una nuova 'cultura della
Pentecoste', che abbia proprio nel riconoscimento e nella valorizzazione dei
numerosi carismi una grande risorsa di rinnovamento per la Chiesa e per
l’urgente conversione pastorale in chiave missionaria. San Giovanni Paolo II
considerava i movimenti e le nuove comunità 'una risposta provvidenziale dello Spirito
Santo alle necessità della Chiesa e del mondo' alla fine del secondo millennio.
Papa Francesco insiste proponendo una 'visione armonica e riconciliata' del
loro esistere e operare, specie in un tempo in cui la vita spirituale langue.
Oggi, più che in passato, va ribadito il fecondo rapporto tra istituzione e
carismi, al di sopra di ogni orgoglio autoreferenziale, di ogni distinzione
esasperante, di ogni mortificazione della fraternità e della comunione nella
diversità.
Cosa l’ha più colpita
leggendo la Lettera?
Il tentativo di superare
quella pericolosa divaricazione, da alcuni ancora invocata, tra cattolicesimo
'sociologico' e cattolicesimo 'pneumatologico', e dunque tra una Chiesa
'dell’istituzione' e una Chiesa 'della carità'. Contrapporli o giustapporli,
insegna ogni giorno papa Francesco, sarebbe imprigionare lo Spirito nella vita
dei fedeli, del popolo di Dio, della Chiesa. La 'coessenzialità' tra doni
gerarchici e doni carismatici nella struttura e nel mistero della Chiesa, più
volte ribadite da san Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI, trovano oggi nel
ministero di papa Francesco un rilancio della loro dimensione 'missionaria',
così che l’orizzonte carismatico s’inscriva dentro il ritmo sacramentale,
extra-liturgico della Chiesa, a partire dalla Chiesa particolare verso la
Chiesa universale.
Il documento parla
ampiamente dei carismi, un tema a voi particolarmente caro...
Sì, con un buon corredo
biblico e dottrinale volto a riaffermare la nozione di 'bene comune' che è
insita in tutti i carismi: seppure dati alle singole persone, devono sempre
generare una vita nuova, e dunque si tratta di novità salutari e contagiose per
il popolo di Dio, per la gente comune e per quanti sono lontani dalla fede. Il
Dna dei carismi è sempre ecclesiale e sociale insieme, comunitario e mai
individualistico. Dunque sono volti al 'bene comune' perché giudicano,
fecondano, rinnovano, costruiscono la storia. 'Carismatici' si è nella vita più
che nelle preghiere o nelle buone intenzioni. Se di questo tutti ci dessimo ragione
vedremmo risorgere una nuova stagione partecipativa e collaborativa, capace di
vincere le tante crisi del nostro tempo. Nessuno più e meglio del cristianesimo
sa generare soluzioni profetiche che rivoluzionano la storia: i carismi, con le
loro pedagogie, ne sono un’efficace espressione.
Ha suscitato particolare
interesse l’elencazione, al paragrafo 18, di ben 8 «criteri per il
discernimento dei doni carismatici». Come li valuta?
È l’aggiornamento dei
criteri fin qui vigenti, posti a discernimento dell’autenticità dei doni
carismatici. Si vuole ancora favorire la giusta 'maturità' dei movimenti in
ordine alla loro testimonianza nella Chiesa e per la Chiesa nel mondo. Ne
discende una più adeguata intelligenza dei carismi, in un mutato contesto
storico nel quale i doni dello Spirito si trovano a interagire. Dirimente è
l’invito fatto ai ministri ordinati a non disdegnare la partecipazione alla
vita di una realtà carismatica, da cui potranno trarre forza e aiuto umano e
spirituale, nel rispetto delle peculiarità di ogni singola aggregazione».
Come va vissuta a suo
avviso la 'varietà dei carismi' nella Chiesa, e in particolare nei rapporti tra
movimenti?
Con umiltà: i doni vengono
da Dio e nessuno può ergersi a padrone; poi con apertura di cuore: dietro ogni
carisma c’è un destino d’amore, e nessuno può fare a meno del fratello; e
ancora, con responsabilità: i carismi sono dati per l’edificazione della Chiesa
e non per la soddisfazione di alcuni, perché tutta la Chiesa sia carismatica e
capace di comunicare Cristo a tutti gli uomini nella forza dello Spirito Santo.
Su quali criteri sono
impostati i rapporti tra Rinnovamento e le parrocchie in cui è presente?
Il Rinnovamento nello
Spirito, per definizione e tradizione, non è un movimento parrocchiale ma
inter-parrocchiale. Sottolinea la nozione di popolo di Dio che all’interno
della Chiesa locale si pone come principio di animazione, di formazione, di
evangelizzazione, mediante la testimonianza di gruppi e comunità. Tutti vi
possono vitalmente aderire, contribuendo a rendere più feconda e missionaria la
vita della parrocchia proprio attraverso la riscoperta dei doni carismatici dei
singoli fedeli.
Qual è oggi la proposta di
RnS a chi incontra la sua esperienza ecclesiale?
Una proposta evangelica
semplice e diretta, kerigmatica e carismatica insieme; di forte impatto
comunitario a partire dalla preghiera, che guarda in special modo ai giovani,
alle famiglie, ai sacerdoti, alla formazione di animatori capaci di usare il
duplice linguaggio del primato di Dio nell’adorazione e del primato dell’uomo
nel servizio.
Come verrà vissuta la
Lettera dal Rinnovamento nello Spirito?
Sarà opportunamente
approfondita nelle nostre 28 Scuole di formazione nazionali e interregionali,
per continuare il cammino intrapreso in comunione con i pastori della Chiesa.
Potenzieremo le diverse Scuole di vita carismatica, dedicate rispettivamente ai
giovani, ai sacerdoti, agli animatori. Perché il RnS sia ancora più nella
Chiesa un’avanguardia docile allo Spirito.
(Avvenire, 6 luglio
2016)
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/Una-nuova-cultura-della-Pentecoste-.aspx