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La città di Tempio Pausania, in Sardegna, è stata insignita del titolo di "Restorative city": nel carcere di Nuchis, nel 2014, ha il via il Progetto Sicomoro, un confronto serrato tra "vittime" e "carnefici", come riportato ampiamente nell'articolo pubblicato sul sito de La Nuova Sardegna
Il penitenziario di Nuchis un esempio per l’Europa
Il carcere gallurese è stato citato dall’European Forum for
Restorative Justice L’assessore Amic: giustizia riparativa, riconosciuto il
grande lavoro di squadra
TEMPIO. La città di Tempio ha avuto nei giorni scorsi un
importante riconoscimento internazionale nell’ambito della Giustizia
riparativa. E’ stata infatti citata nella Newsletter del 6 aprile dell’European
Forum for Restorative Justice. Il Forum europeo per la Giustizia riparativa che
si propone di sostenere e sviluppare una rete in materia e di agevolare lo
sviluppo delle pratiche di Giustizia riparativa in tutta Europa.
«Questo -, dichiara Alessandra Amic, assessore comunale ai
servizi sociali -, grazie alla ricerca posta in essere nella Casa di Reclusione
di Nuchis, dall’Università degli Studi di Sassari e dal gruppo di lavoro della
professoressa Patrizia Patrizi, ordinaria di Psicologia sociale e giuridica
dello stesso ateneo che ha portato la città di Tempio, a diventare il prototipo
dello studio metodologico di “Restorative city”. Di città riparativa cioè,
capace di accogliere, capire e aiutare chi, dopo avere sbagliato anche in
maniera grave, intende percorrere il faticosissimo cammino del proprio recupero.
La ricerca, o, se si preferisce, la giustizia riparativa ispirata ad un modello
già attuato con successo in Gran Bretagna - dice ancora la Amic -, da diversi
anni, grazie al coinvolgimento voluto caparbiamente dal direttore Carla
Ciavarella ( trasferita qualche mese fa ad un altro prestigioso incarico ndc),
ha sempre visto la nostra città proiettata verso la costruzione di una comunità
relazionale e riparativa per la prevenzione del crimine dove tutti i soggetti
coinvolti, scuole, famiglie, magistratura, istituzioni varie e associazioni di
volontariato tentano di risolvere i conflitti con l’interscambio collettivo e
pacifico». Tantissime le iniziative per la conoscenza prima e sulla pratica poi
della giustizia riparativa che hanno visto la comunità tempiese approcciarsi al
difficile argomento in un primo momento quasi con diffidenza e poi di
iniziativa in iniziativa con sempre maggiore entusiasmo e partecipazione
convinta. Dal progetto Sicomoro, del 2014, che per mesi poneva davanti, in un
confronto serrato, “vittime” e “carnefici”, ai dibattiti dentro e fuori le
mura, all’inserimento pieno delle scuole nella vita e nell’attività della
struttura, alla pratica della cultura in tutte le sue forme. Una attività
entusiasmante e al tempo stesso impegnativa che ha travalicato i confini
comunali per spandersi sul territorio sino ad arrivare al
17 dicembre dell’anno scorso, quando il consiglio comunale
tenne una sua storica riunione all’interno del Carcere. «Il cammino da
percorrere - chiude la Amic -, è ancora lungo. Questo riconoscimento
internazionale ci spinge ad impegnarci ancora di più sulla strada intrapresa».
(a.m.)