«Questo è stato il tempio della misericordia, ora è il tempo della misericordia», che è «l'oggi di Dio, l'oggi dell'uomo quando accetta la signoria di Gesù nella sua vita». Un oggi che non conosce passato ma solo il presente della salvezza, la cui «"prolunga" - dice Salvatore Martinez - è proprio la Misericordia. Perché è questa che ci fa avvertire la salvezza, che ci fa esultare di gioia come il salmista». A Rimini, nella relazione conclusiva della 39ª Convocazione nazionale RnS - sul tema: "Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie. Si rinnovano ogni mattina" (Lam 3, 22-23a) - il Presidente Martinez chiama con forza il Rinnovamento alla vocazione che lo stesso Papa Francesco gli ha assegnato: cambiare il mondo intero testimoniando l’effusione dello Spirito, il lavacro di rigenerazione nello Spirito Santo.
«La misericordia certe volte ci fa paura: lo intuì san Giovanni Paolo II nella Dives in misericordia, affermando che tutto il mondo è alleato contro la misericordia ed elencando le strutture di peccato che creano un’economia, una giustizia, una politica, una Chiesa senza misericordia…
La misericordia è la trascendenza di Dio secondo la legge dell'Incarnazione… La misericordia è sempre generativa… La misericordia è preventiva, quando siamo capaci di vivere nella Signoria di Cristo. Per questo ora siamo chiamati - continua Martinez rivolgendosi al popolo del RnS - a far sentire il registro della misericordia attraverso le nostre vite, a essere vasi di misericordia che dopo essersene riempiti, la devono ridonare abbondantemente. Chi vive di misericordia - ammonisce -, qualunque sia la sua situazione di vita è “graziato” da Dio ed è "grazioso" nel volto, perché pieno di grazia: si deve vedere che il Signore ci ha fatto grazia! Si deve sentire che odoriamo di Cristo! Si deve avvertire il profumo di vita di coloro che si salvano. La misericordia non è un sentimento del cuore, è un cuore di sentimenti, quelli di Cristo; non è un modo di essere, è l'essere di tutti i modi di Cristo. Noi del Rinnovamento ne facciamo esperienza settimanale all'interno dei gruppi, ma ora da Papa Francesco - che ci chiede di "uscire" e di portare ovunque i Seminari di effusione nello Spirito - siamo sfidati all'essenzialità, alla coerenza di questo assunto.
Non può uscire chi non decide di far entrare Gesù». Martinez richiama la figura di Zaccheo, che «dopo aver perduto la sua dignità, la ritrova quando, dopo aver fatto entrare Gesù, esce e va a rimediare al peccato nel luogo in cui lo ha commesso. Non c'è solo il carcere per rimediare al peccato, c'è la storia! Se non lo capiremo torneremo nei nostri cenacoli ma il mondo non avrà conosciuto il rimedio della misericordia, che è nuda, cruda, violenta, esigente - continua invitando a guardare il Crocifisso -, e necessita dell'impegno. Un impegno personale in cui si obbedisce alla propria coscienza, perché tu hai bisogno di dare per ricevere misericordia!
Non avvertite - chiede - quanto "le porte" dei nostri gruppi si devono spalancare perché si senta il soffio rigenerante di vita nuova nello Spirito? Non sentite il gemito del mondo, la bestemmia del nome di Dio che c'è ogni giorno su tutti i piccoli, sugli ultimi della storia? Un'umanità intera ci sta chiedendo Gesù! Portiamola a Lui! Lasciamoglielo amare, come lui stesso ha chiesto per la donna del Vangelo che meritava solo il disprezzo di chi stava ospitando il Maestro.
Il Rinnovamento deve moltiplicarsi! Il compito che ci ha affidato Papa Francesco è di una portata tale da non potersi esaurire nelle pareti di un movimento, di un'associazione». Martinez esorta dunque a lasciarsi condurre, nell'esercizio delle opere di misericordia corporale e spirituale, dalla «sovrana fantasia di Dio, che ogni giorno ci sfida per una misericordia infinita. Lo Spirito Santo è misericordia - dice -, e il prossimo anno il Rinnovamento non avrà cinquant'anni di storia ma confinerà con il tempo di Dio, fino al giorno del giudizio».
Infine, il Presidente RnS declina gli effetti della misericordia, che ci rende «altruisti; realisti; servitori offesi, perché il servitore è sempre crocifisso; comunionali; veri, giusti (santi); carismatici», che significa «missionari, operanti». Sempre e ovunque, ma a partire dalle nostre famiglie, dalle nostre case, «che - dice -sono diventate tomba della misericordia. Chi salva la famiglia - ricorda - salva la Chiesa e salva la società. Fasciamoci - conclude - la testa, il cuore, il corpo, la volontà di misericordia. Che sia per noi come il sudario che avvolgeva Gesù».
Lucia Romiti