«Anche io oggi sono convocato! Nessuno è qui per
caso ma perché Lui ci vuole». Già dalle prime parole di mons. Zuppi si evince
il fil rouge della sua omelia: “la chiamata”,
una chiamata speciale che è divenuta concreta quando un fratello o una sorella
ci ha invitato a partecipare alla Convocazione di Rimini. E la chiamata del
Padre non cessa mai, si consolida nello stare insieme, nel gridare a chi ci è
vicino che Cristo è risorto. Un annuncio che deve risuonare in tutte quelle
strade e nei luoghi deserti di umanità, che spesso caratterizzano proprio le
città in cui viviamo. «Qui a Rimini, la Parola ascoltata e lo Spirito che ci
avvolge e pervade aprono i nostri occhi come avvenne ad Emmaus a quei due
discepoli tristi dal cuore indurito e tardo».
Anche dalle parole di mons. Zuppi continua a
trasudare l’invito a rispondere alla chiamata di Dio con misericordia, «forza
della risurrezione di Dio che ci viene affidata». La misericordia ci libera
dall’odio, ci fa riscoprire un fratello lontano e, donandoci occhi nuovi,
anticipa il futuro, un futuro di bene. La misericordia è poi unità - ci ricorda
il Vescovo - che esorta ad accogliere il prossimo e quindi a generare la vita.
«È la “matematica della Misericordia” – la definisce mons. Zuppi – più si
divide e più si moltiplica». E ognuno di noi, se misericordioso, «può essere
una porta di speranza a tanti che la cercano». Questa è la vera gloria di cui
parla Gesù nel Vangelo, una gloria non costruita sulla forza o sul potere, ma
fatta di piccoli e umili gesti e basata sull’amore. Dice infatti il Signore:
«Vi do un comandamento nuovo: “Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amato”»
(Gv 13, 34). Amare gli altri, senza distinzioni e senza dover specificare la
quantità, ha ricordato l’Arcivescovo di Bologna, per realizzare quella
«circolarità di cuori che tutti
arricchisce e tutti rende pieni…». Il nostro non può essere un amore qualsiasi,
il nostro amore deve essere lo stesso di Gesù. «Facciamoci “riconoscere”», ha
aggiunto mons. Zuppi, «come i discepoli si distinguano per quanto e per come
amano».
Sintesi di Daniela Di Domenico
(24.04.2016)