Sono passati 10 anni dalla morte di uno dei Padri
del RnS. Infatti don Dino Foglio, sacerdote bresciano, una “roccia vestita da
prete”, come era stato definito da chi lo conosceva bene, a fine gennaio del
2006 saliva al Cielo e oggi, a conclusione della sessione mattutina, tutto il
RnS lo ha voluto ricordare con filmati e testimonianze di chi è stato più
vicino a lui nel ministero pastorale.
A don
Guido Pietrogrande, consigliere spirituale nazionale del Rinnovamento, il
compito di introdurre e coordinare questo tempo di memoria grata. A don Dino,
infatti, don Guido deve molto per averlo introdotto alla esperienza del Rinnovamento
in un periodo particolare della vita sacerdotale. «Mi manca come un padre manca a un figlio», ha detto nel suo intervento, ricordando che
don Dino era uno esigente, ma che dava
fiducia e che ha saputo condurre il RnS all’approvazione dello Statuto da parte
della CEI.
Don
Fulvio Bresciani, sacerdote,
è stata una delle tante vocazioni sacerdotali accompagnate da don Dino, che
peraltro aveva proprio nell’ambito “vocazione” incarichi nazionali. «Ero un ragazzo lontano dalla Chiesa», ha testimoniato don Fulvio, ma don Dino ha
avuto la capacità di tirarlo fuori da un atteggiamento di contestazione verso la
Chiesa e di insegnargli ad amarla fino a diventare sacerdote.
Profondo conoscitore dell’uomo, amante
appassionato della Chiesa, don Dino è riuscito a far accettare il RnS dalla
Chiesa gerarchica, che all’inizio aveva delle perplessità sulla bontà
dell’esperienza carismatica.
La prima segretaria di don Dino, Concetta Meneghini, nel suo intervento
ha ringraziato il Signore per averlo conosciuto e ha raccontato delle prime
esperienze nella segreteria di Brescia, ricordando che don Dino era un vulcano
di iniziative. Infatti si occupava anche di organizzare pellegrinaggi e
convegni e corsi di formazione a Lozio, dove centinaia di persone di tutte le
età, soprattutto d’estate, partecipavano alle settimane di spiritualità. «Chi si ferma nella vita dello Spirito torna indietro» amava dire don Dino, e quindi neanche i
problemi economici diventavano un ostacolo per la partecipazione dei giovani
alle varie iniziative.
E al Gaver, altro luogo di spiritualità, di
giovani ne sono arrivati tanti, fra cui Monica,
oggi responsabile della Fraternità “Tenda di Dio”, formatasi a Brescia grazie a
don Dino, in risposta a una precisa parola profetica. Un sacerdote santo che mi
ha saputo accogliere, ha detto Monica: «Io
che ero anoressica ho cominciato a mangiare non solo il cibo materiale, ma
anche quello spirituale».
A Don Davide Maloberti è toccato concludere questa
memoria grata presentando il libro da lui scritto e pubblicato a fine gennaio dal titolo “Il
grande allenatore”, che narra della vita e delle opere di don Dino, che sapeva
armonizzare e far lavorare la squadra, facendo sentire unica e speciale ogni
persona, come fa ogni bravo allenatore. E don Dino lo era.
Donato Sciannameo