Per narrare la misericordia di Dio, padre Raniero
Cantalamessa usa la metafora del fiume che scorre dalla roccia della Trinità e
che a tratti si trasforma in cascate, picchi di amore per l'uomo:
L'Incarnazione, la Passione, la Pentecoste. Un fiume di misericordia in cui
l'uomo può immergersi con una rinnovata decisione di fede, con un'improvvisa e
personalissima presa di coscienza: Cristo si è immolato per me, «non c'è più
nessuna condanna per chi è in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito mi ha
liberato dalla legge del peccato e della morte» (cf Rm 8, 1-2). Il Predicatore
della Casa pontificia interviene a Rimini con una relazione sul tema: "Va'
nella tua casa, dai tuoi, annuncia la misericordia che il Signore ha avuto per
te" (cf Mc 5, 19), e chiama con forza il Rinnovamento a quella che
definisce «la sua specifica opera di misericordia: dar da mangiare agli
affamati e da bere agli assetati. Noi - dice l'Anziano del Rinnovamento - non
siamo certo dispensati dal fare la nostra parte per procurare cibo materiale e
acqua da bere a chi ne ha bisogno, ma a noi è affidato in modo speciale il
compito di soddisfare un'altra fame e un'altra sete presenti nel nostro
Occidente secolarizzato».
P. Raniero cita le parole di Dio al profeta Amos:
«"Verranno giorni in cui manderò la fame nel paese; non fame di pane né
sete di acqua, ma di ascoltare la parola del Signore"(cf v. 11). Magari -
continua - arrivassero anche per noi giorni di questa fame e di questa sete! Il
compito di annunciare oggi la misericordia è ancor più arduo. Non si tratta,
infatti, solo di soddisfare la fame del pane di vita e la sete dell'acqua viva.
Si tratta prima di tutto di farla sentire questa fame, di farla venire questa
sete. La nostra, infatti, è una società di "anoressici" spirituali»,
e a questo proposito ripercorre il dialogo tra Gesù e la Samaritana, «che ha
sete di amore, come il mondo intorno a noi». Un mondo «che cerca di soddisfare
questa sete nel sesso, nel denaro, nell'apparire, e al quale Gesù dice con
infinito amore: cerca altrove la felicità!». Ecco allora la vocazione del
Rinnovamento, suscitare nell'uomo la fame e la sete di Dio: «Il compito che il
Signore affida a voi - continua p. Raniero rivolgendosi al popolo del
Rinnovamento - è essere portatori dell'acqua dello Spirito Santo a tutti gli
assetati. Papa Francesco vi ha chiesto di condividere con tutti il dono dello
Spirito: questo è il talento che non dobbiamo sotterrare! E non si tratta solo
di dare la Preghiera di effusione nello Spirito, ma di aiutare a far penetrare
lo Spirito Santo in ogni aspetto della vita cristiana, di incoraggiare
l'esercizio dei carismi, di vivere la proclamazione che "Gesù è il
Signore"». Proclamazione, spiega p. Raniero, che ha in sé la potenza «di
un'energia nucleare e la cui riscoperta è il grande dono che lo Spirito,
attraverso il Rinnovamento, ha fatto alla Chiesa. Diventiamo tutti allora -
conclude il Predicatore marchigiano - ruscelli del grande fiume della
misericordia di Dio, che rallegra la città di Dio».
Lucia Romiti