«Io non sono
venuto a punire l’umanità sofferente, ma a guarirla e a stringerla al mio
cuore», con queste parole, tratte dal Diario di sr. Faustina Kowalska,
Salvatore Martinez apre la sessione pomeridiana dando inizio a un tempo
speciale, un vero e proprio kairos, sul tema: “La tua misericordia venne loro
incontro e li guarì”. Il Presidente accoglie subito un ospite speciale, Carola,
una giovane che il 19 dicembre scorso per un brutto incidente stradale è finita
sulla sedia a rotelle, con poche speranze di potersi rialzare. Ma quello che
lei porta sul palco, invece, è proprio speranza, una grande testimonianza di
fede carismatica: «Non so dirvi tutto l’amore che ho e vi dico di non perdere
mai la speranza. Io da qui – dice alludendo alla sedia a rotelle - so che mi
rialzerò». Gesù, medico delle anime e dei corpi, è l’unica ragione di questa
speranza e, ai piedi della croce, Martinez invita ogni ammalato nel corpo, nel
cuore e nell’anima.
Padre Rosario
Mauriello, provinciale dell’ordine dei Camilliani, esorta i presenti ad alzare
lo sguardo verso il Crocifisso dal quale è possibile ricevere grazia su grazia,
perché su di sé ha preso ogni dolore e ogni malattia. «Per le sue piaghe noi siamo
stati guariti» (Is 53, 5). A lui si innalza la preghiera perché debelli ogni
male. «Perché si manifesti la tua gloria tra di noi, ti chiediamo
misericordia», invoca il Sacerdote e invita tutti a contemplare le piaghe di
Gesù, aperte per ciascuno di noi. Ricordandole una a una, vengono offerte a
Gesù le malattie psichiche e poi quelle del corpo, di ogni sua parte. A Lui
vengono affidati tutti coloro che sono dipendenti dalle droghe. I bambini
vittime di violenza. S’invoca lo Spirito Santo perché benedica l’atto
procreativo degli sposi.
Subito dopo
don Alejandro Festa, assistente spirituale regionale del RnS Toscana e della
comunità “Gesù Amore”, ringrazia Gesù che sulla croce si è fatto maltrattare
perché noi potessimo essere guariti. «Dalle tue piaghe vogliamo attingere
guarigione – prega il Sacerdote. Guarda le nostre ferite più intime e profonde.
Oggi veniamo a te per avere il tuo abbraccio». E a questo abbraccio, che fa
sentire amati, vengono affidati i blocchi interiori perché possano essere
sciolti in una profonda guarigione interiore. Perché i cuori si aprano al
perdono e alla riconciliazione. Perché l’amarezza lasci il posto alla gioia, e
il sospetto si apra alla fiducia.
Infine,
Salvatore Martinez invita l’assemblea a mettersi sotto la croce e ad alzare al
Crocifisso lo sguardo perché venga guarito e purificato da passioni, malvagità,
malignità e impurità. Il Presidente esorta ogni persona a entrare nella
preghiera di Gesù che chiede al Padre un altro Consolatore. Nella sala
s’innalza un potente canto in lingue. Gesù continua a guarire, ad amare. Il suo
sangue invocato sui corpi e nei cuori debella malattie e libera cuori. Gesù è
potenza d’amore che toglie paure e rabbia dai cuori spaventati. Gesù è forza
che sana, oggi come duemila anni fa. Passa in mezzo al suo popolo e si lascia
toccare per sanare anche le malattie che non sono ancora state diagnosticate.
Passa per i sacerdoti e per coloro che cercano giustizia. «Le sue misericordie
non sono finite – annuncia con gioia Martinez – Gesù ha guarito le nostre
infermità. L’accusatore è stato precipitato e non ha più spazio, né potere
davanti a Gesù. Sulla sua croce lui ha lavato ogni peccato».
A queste
parole la gioia dell’assemblea esplode: «Gesù è il Signore!», si proclama ad
una voce. Sul palco i giovani animano canti di gioia. L’assemblea esulta nel
ringraziamento cantando e danzando. Le mani alzate nella lode viva e vivace
riempiono il padiglione come una pioggia di coriandoli. È festa. È giubilo. Dio
non finisce mai di stupire il suo popolo.
Elena Dreoni